Critica Sociale - anno XXXI - n.16 - 16-31 agosto 1921

conduce dritto alla dittatura. N.è si vuol qui discutere ee ciò sia un. bene o un male; un'illu1ninata 'tirannide , è-pr~fP-ribile a una pazza ·licénza; ed è probabile nel <'aso di cu; ci QCCtipramo, che il dispotisinci sià i1 1 ·re– gime più adatto per il mist-ico e abulico popolo ru,iso. L'Impero di Pi erro il. Gi·aQde e la Repubblica·di Lenin sono io fondo due grandiosi tentativi di dare nna forma e 11na forza a -quell'ameba· gigantesca che è la B,ussia, SQ}tanto è alquanto scoraggiiphe il dover constatare' quanto poco profitto facciano ~gli allievi di quella eh.e fu .:letta, con i~1conscia ironia, ,«maestra délla vita• ; poichè non è ,_ce,:to peregrina nè nuova la scoperta c4e gli estremi s1 toccano. che la demagogia ha per conse– guenza fatale la tiran1,ide, e c,he la dura obbedienza è peou inevitabile dell~ sfrenata libertà. PAoLO VrrA-FINZI. • i i Coi tipi _Bemporad è uscito· fra le E.dizioni della Critica Sociale il nnovo inte1:ess1mtissimo studio di - E. COLOMBINO I LaTragedià RìvolUzionaria i Europa · u11voi. doi ~12 pagine che fa seguito alle due Relazioni dello _stesso autore gi/\ p.ubblicA.te sul • 11foi,imento Operàio nelle Flepn/Jbliche dtlt' EarQpa· cenfrate • e su • La Ru.~sia dei Sovi~t , . · · · PREZZO L. f;. . Per gli abbona"ti alla Critica Sociale, che ne facciano richiesta dir!lttameute alla Casa Ed-i(1·ice_ R. Bemporad e fi.qlio, iu Firenze, v.ia dél Proconsolo 7, il prezzo è ri– dotto a L. 5, franco di porto. DAIJLE ,R.IVI.STE Fra i-problemi ecqnom1et che esercitano una diretta influenza· s41la_ politica dei diversi Stati, quello del ,pe– trolio tiene il •<:ampò, dopo la fine della guerra; tauto che si polisono leggere correntemente previsioni rii nuovi oonflitti che, dividendo il:mondo e sollevando laStandard– bit contro la Royat Dutch, potrebbero sbocèare nient!3-' meno che in una guerra anglo-A.mericana. ' - IL q uaderao di ·1uglio della Re1ime · èconnmtque inter– nationale dedica uno studio luugo. e documeutato pr-e_ci– samente alla _e lo~t3: per la supremazia del petrolio• i , l). ed ha per e;>1grafe questo passo d'un tdegramma ind1ri:<– zato .nel dicemhre 1::117,in piena guerra, da·Clemenceau al presidente Wilson': !. un.a goccia d'esRenza. vale· una • _ goccia di sangue!· Prezioso in pace, ·il, petrolio è pré– ziosissimo in Lempo di guerr~; e qnesta sua proprietà spiega. l 'a.ccaqimento con cui i maggiori Sta ti se ne con– tendono il monopolio. Lo sviluppo dei veicoli a trazione m9ccanica, dell'aeronautica, là dimio11ita produzione ·del c~rbone. la facilità di trasporto enormemlln te sttperiore a q11ella dei comb'ustibili solidi, e il rendimento in ca– lorie a~iai-più elèvato, hanno reso· il p11trol ,n indispen– sabile all'odier:na vitA. ec-onomica: In ·Inghilte1·ra, rion soltanto tutte l_e p,ù recenti uavi n;iernantili, ma ·anche quelfe da gL1erra hanno sostituito l'uso del combustibile liquidò a quello, del carbone: e altrettanto è avvennto negli Stati. Uniti. ' · Diventati. così d'importanza capitale la questione del petrolio, i maggiori Pai:si si rivolsero affannosamente ad assicurarsi l'acquisto o il controllo dene' sorg•mti che e;;i3tono nelle varie re•gioni defla terra., e a ricei:care nuovi g;aoiQ'.lenti da. sfruttare. ba: produzione mondiale d'i quel– l'essenza, che nei l!IJ :3 fu di 514 milioni di barili, passò nel 19m a fi54 milioni-, e l'anno scorso 'balzò a.quasi 7CJ0 milioni: dei quali, 440 furono estratti negli Stati "Quiti, 160 n11l Messico, 80 in Russia. 7 in Rumenia, il resto . ( I)"Su qneAto llrgomento al ,bie.mo Pt\bblicH.to un iut,ereese.ntis– a1mo H.rt ,iclll" <lell'a.mico Gino Lnw:at t<> nel D. 7 di queet,'&nnn, T,'nr• t,icoln del lR. Rt?vae econnm.iqu.t ft$'(iun-'re notj1.iA dello p i\\ re centi vi– rearle di quest-.a lotta. per ra. eupremA.;,,iA. del petrolio, o.be eono an- c.h'"e11e,·vtramijnte, del pitl nlto/ib.tere8se. ~ · (Nota, della Oritica). · \" a GiAO Bi0;i',v 255 I ' , negl-i altri Paesi liri_ lta_Iia, la quantità irrisoria dJ 38 mila barili : assai· meno- dellf!: decimillesima parte- della sola prodùzio1,1e, nord,américaua). Comples3ivamente, ·i due _grandi "Stati ùell' América set,tentrionale, cioè la Con– federazione stellata e il Messico, _fornirono 1'87 per cento della produzione totule, . . - In pratica, l'intern produzione petr.olifern del globo è in _mano ::: lue poten tis~i mi gruppi capitalisti_qi: quello amencano·(Standard Oil) e quello anglo-europeo (Royat– D,ntch-Shell,). Del primo fo f'o1}da.toreil R9ckfellér, il quale ebbe l'idea di costruire i pipe. lines, ~pecie d.'acqueaotti Ìll cui il petrolio scorre ·cume Ull 'fiume verso immensi . .serbatoi fabbvicati presso_ le officine di raffina1nento; e– vitando così tutte Te spese di traspclr"to. 1 produttori~di– vennero tributari dei 7;ipe lines e la Sland,ird Oil si trovò padi.:ona del mercato. Ess·a rimase però principal– mente un'impresa di trasporto e di raffineria: anco.r oggi controlla_ 1neno d'tm quinto della. produzione americana, e ha lasciato sussister11 intorno a sè le piccole società d'estrazione. che sono le sue dieoti o~bligate. Vicflversa, ha acqni,~"to importanti ·interessi fuori degli Stati Uniti, nel llfessicn. riove sta. accaparrandosi il dominio -della Me– xican Pefrolenm per bilanciare la posizione colà form!f• tasi dalla Royal Dutch associata con la 1.lle;;çicanEagle; nel J;>_,irù si è assicnrata la suprema~ia, soppiantaudo gli J nglesi ;rnlla proprietà del magg'ior nuTl)ero dei giacimPn ti e acq~istande (in ·grazia della supedorità déi suoi capi– tali) la maggioranza deli'e .azioni delle più cospi•cuè so– c;età britanniche. Così pure in C,olumb,a e-:in Boliviitla Stan,da1·d Oil s;è impostn; e. per tençare la conquista. del mercato euròpeo si ò àssociata alla Banca di PA.rigi. crea_ndo, sei mesi fa, la Standard franco-américaine. In Rtrmenia, la,maggi.ore azienda petrolifera è pure Cl•ntrol– lata da11'4nri·esa americana. Dal canto suo il grurpo anglo 1 europeo è} èostituito dalla Royal D_utch~ pa.drone dei vasti giacimeuti delle, Indie òl ande_si, da lla SheU Transport, facente capo• al gruppo finan:r.iario d!li Rothschild,..dall' Anglo-Pe1·sia1i-Oil, sfruttant'l le ricche zze in petrolio defla Persia, della l'\']e– ,sQpotamia e delle. colonie fi,rncesi, - e ila altre azi"ende minori BP,arse, in Russia, in Birmania, in Egi_tto e altrove. Dato il valore dell'industi-i1 petroliferfl. pt.r la sicu– rez:<a degli Stati, in tempo di guerra. i ma.gnati del pe• tr<'lio sòoQ stati secondati 'nei loro sforzi per l'accapar• ramento dii A.ppoggi uffir.iali, giustificati _cun ra_gioni di potenza e di prestigio naz;o11aie. Il problea;ia del petrolio -si è trasformato in Ur!a questione di politica internazio– nale. La contesa ·per il ·possesso delle sorgenti è divenuta, in res.ltà, una contesa per il dominio dei mari. I due formidabili gruppi, che già negli anni anteriori al 1914 si ei-ano combattuti nel campo ·in,lnstriale e io 'quéllo economico, pre11dendo il globo in tino per campo di battap:lia, dopo lÌI. fine della guerra accP.nt.uRrono la l?rn rivalità e 'Inasprirono I!' reciproche offese. UnR cir– coA_tanzA. d'importanza capitale è sopraggiunla a.dare al duello un cùattere drnmmatico _per gli Americani: la coostatazioI\e nhe gli Stati Uniti, producendo, come s'è visto, oltre 400 milioni di barili all'anno, possono con– tA.re soltanto sopra unA. riserva., nel sottosuolo,_sufficiente a garantire la produzione per altri 18 anni futnri, in capo A.i quali i loro giacimenti saraiJr.o e~auriti; mentre 11:lialtri Paesi petroliferi possono èìlntare sopra una pro– duzione e/!'nale alla presente per un periodo di 250 anni_ avvenire. Peri:iò gli Americani sentono lA. necessità di . sfi-nttare meno rllpidameute le proprie riserve e di assi– c11.rarsi fuori ilej propri _confin i il possesso d'un sempre maggi,pr ,nnmero di giacimenti.· Senonchè·, questa tendènza americana a moltiplicare l'acq,uisto di sorgenti all'estero è violentemente contra– stRta dal feroce protezionismo britannico: nelle colonie. 'nell_e dipendenz'l. e perfino_nelle sfore d' i11fluenza de)J"a Gran Brettagna e d11ipaesi fiuanziA.riamente Rssociati oeJJa lloyal -Diitch 'alla Gran ÈrèttR.gna /~·ancia; GiappQne, O-lancla), gli imprenditori, stranieri, e q11inài qnelli ame• ricani. sono esclusi d!J.lle concessioni petrolifore o impe– é\iti di esercitare il controllo effettivo delle imprese· da 1 essi crea te. · · · Di fronte a questa pm·icolosa situa:<ione, l'America si è commossa. Nel marzo 1920, il Congresso domandò al Governo federnle un rapporto d'urgemm sulle misure -prese dai governi est,;iri' per eliminare gli Americani dai campi di petrolio. D~e mPsi più tardi Wilson presentò al Senato il rapporto d,isìderato, nel quale è vi'vamente censurata -la politica del governo ingles<>, mi.uante da. una parte a. escludere gli stranieri dal controllo di_ tutte le \ • I

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