Critica Sociale - anno XXXI - n.16 - 16-31 agosto 1921

RJ,VISTA {j,_lfJNDJGJNA LE, DEL • I \ SOCIALISTA I • Nel Regnp: Anno L. 24..~· Se~stre• L'. 12, - · All'Estei:o! Anno It. L.126,50 '. Semestre L. 13.26 . ) / ' • ' , ., '• I ,Ì DIREZ10Nlr: MIiano 1-· Porticl Gall~rla, 23 ~ ~MMINISTR.t\ZIONE: Via Omenoni, ;4 - Milano Numero separato Li:te :,UNA, Milano, 16-31 Agosto 1921 ' . SO:M:MARIO ' ·• I Politica ed Attùalità.1 Contro la riscossa. capitalistica (CLAu.010 TnEvEs). - Per la coneeutra:ions 'socialista (LA C"mTJCA f--.:oct.ALE E u., CO.MtTA·ro P~OVVl80RlO DEL"'LA ..FRAZIO~"E), , Ptr 'un prdgirammtt ai 1·icostrucione. economica, discorso al~a Camern. · dei Depnt&ti, 22 luglio 1,921, di~cutendosl le Comunian1,ioni èel · f!'nbineMo BlJnom~ (FrLfi>I'o ,TuRA-r1). , Studi soc1olpgici ed ·economici. .n fru.ntento neU- 1 econ01nia, 'internazio11ale•(G1Ao0Mò MATTKÒTTI), La, sooiaUZ3a:eione deUe 1 111.initJte· di carbone in Ge1·mania (G usTAvo . SAc»RDOTÌt}. . ' - \ I n mandato i,,.peraUvo (PAoLo V'1TÀ F1NZJ). Letteratuta'; Filosofia, Fatti sociali. Dalle Riviste (ANO>!Lo TR&VEs). Còn-tr.o la riSGOS·S8' capitalistiéa. ; ' , Guglielmo Ferrero ·in un recente articolo del Secolo, ahalizzava; con 111 consueta virtù di scrittore, la formazione del. si'stema di protéttorati delle Po– tenze vincitrici a~Versailles-.,sugli stati emersi ·dalla tremenda, conflagrazi'©rre; e· senza chiedersi se era per questo che era' stat-a, lrandita la grande cròciata antigermanica, si· poiieva il' piÙ' modesto quesito, se le Pòtenz·e vi11cttrici•avevano tale. forza di de– naro; dr intéliigenza e di organrzzazione da potersi lusingare dl assolvere gli impegni promananti da cote·sta pretesa di protezione e di direzione della politica di tutti gli Stati. .E'·proprio il caso di dire che mettere il problema è risolverlQ,__Tutte le con-, ferenze1 djplQmatiche,(e noi scriviaino mentre: è adu– nata quella· per l'Alita Slesia é per il vicino ·Oriente) ·che. si seguono in forma quasi p·err9dka per riso I~ vere il .PT<0b'le tna' della' 1 q uadratura del circofo·, di · dare, cioè, es~ cuzror.re all"'ineseguibil'é trattato di Versailles', ·non SOl10 r iuscite' neppure a dare un' om– bra di unità alla Sociefa degli Stati di Euro.pa. ·L'imperialismo del protettoratò' non ha saputo re– care neppure umt parvenza. di disciplina allo sfre– nato, individualismo degli stati maggiori e tnin.ori. La tirannia .non è stata cosi sufficientemente il– l(unin.ata da éostring~re le compresse libertà in una, sotidarietà. di, sfoFZi e dj obbMtivi economici ' elfo compensasse i ,popoli, con la !ìicur.ezza del • pane, della peraifa della indipendenza,. Cosicchè il titanico ·la-v-oro p'er la, ricostruzi'One europea appare sempre pjù come· un• lavo·rò ~isife~,. perchè' la con– correnza degli indfvidualismi· statali neutralizza, ,p.a– rallz~a t!ìtfi gti sforzi•. N,el regime delt'imperialismo u9teça Gino Biancq- · del p.rotettorato, dopo la guerra per ~ut_telé auto– nomie nazionali 1 tutti gli Stati si chiudono, come nel medioevo, in fèudi vigilati da insormontabili barriére, da fossi profondissimi,: invalicabili: Sotto· la mortifera soggezione del Protettorato tutti gli Stati si immolano all'illusionie del... protezionismo; 'tutti, mentre doma'ndano le vie libere per traffic'are in casa' altrui, sprangano le. port~ di casa loro, come se la loro casa potesse mai bastare à' se • stessa, trovate 'iri_ se stessc1 il èori1pimènto ciel ciclòi viveri, materie prime, ma11(1fattr; viveri ..: ''ecc:! Il'. sistema,' che pon- può. più essere di~eso co·n, la ra'-'-. gione,' è diféso con la disperazione' della nèce·ssità èmpirica. "Sì' 1· il libeto scamb'io, l'associa!ione e l'accotdo, ecèellenti principi I Ma andriteli a. predi– care all'estero! Che i signori . vicini comihcino I Noi non possiamo lasciar strozzare le nostre indu– strie e- Fid\me le nostre' maestran-ze a morir di fame nella, disoccup!lzione ,,. E' come un panico. Nessuno trova il coraggio di resistere all'onda, dei' fuggiaschi che si precipi– tano alla parte del teatro dove li stato gittato. il grido di atlarme. Anéh'e i piu calmi, anche_, quélli che vedono come, restando .ff!fmi; tutti si s~")vereb- · bero e, correndo alla parte troppa' angùsta; tutti n;ro– riranno schiacciati, soffocati c:\alla calca, finiscono_· , per cedere alla follia, della· imitazione: L'e masse -operaie fanno· coro alle masse padronali'. Hani10 sa- puto vedere. giusta la linea dellà lotta di classe nella guerra; non sanno più seguirla, nella pace, in • questa pace. Nessuna più vera, 'nessuna più grande vtttpria della' classe capitalistica di quella. di rias– sorbire in sè, dopo la guerra, la classe lavoratrice nel conato fantastico ed utopistico della ricostruzione . per via dçl protezionismo nella sfrenata concorrenza internazionale. La scusa del bÌsogno immediato, imptllente, assoluto, onde le masse non possono ~sinanire nell'ozio fo;zato e preferiscono, lavorando ·a qua– lunque ctmdizione,, affrontare• i dncari iperbolici della vifà, è una scusa· dirimente. Ma è· scusa di– rimenté solo in quanto l'organizzazione e là, forza . della classe lavoratrice si è,sprime sul· terreno na– zionale; ossia non si esprime affatto, e 11'011 sa-· e non trova ad esprimersj sul suo terreno proprio, il · terreno- internazionale. Torniamo sempre a qcrel nostro concettò, che: ripetiamo da tanto tempo in ogni pagina della no– stra Critieq Sociale: l'imperialismo del protettorato borghese scorifigge giorno pet giorno il proletariato ihternazion~le, il quale, subito dopo .J'armistizio, ·quando la smobilitazione era ancora da farsi, e la clqsse capitalista, · indebò'lita e demoralizzata dai risultati della guerr.a e dal falliment9 di tutte' le , sue gran_ditoque·nti prom-es"se,' pareva dovess.e pren-

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