Critica Sociale - anno XXXI - n.12 - 16-30 giugno 1921

un canale uavigabile. E' chiaro che il deputato, o corre rischio di disgustarsi gli elettori, trasc.urando intere,i,ii loro (spesso anche legittimi e rispettabili),· o è condannato alla funzione -di eterno postulante, la quale gli crea vincoli e obbligaiioni ve,rso il-Governo, dalla cui volontà - e- non dal solo spontaneo fun– ziona~ento delle leggi - dipende che certe cose _si facciano o non si facciano. . ' · , , E cesserebbe anche questa gara di parassitismi,. perchè ogni città o provincia o regione cerca di assor– bire quanto più può, dall'erario dello Stat_o, e queH~ che meno hanno bisogno, perchè sono più ricche e p1u. forti finiscono per assorbire di più per il fatto che hando maggior forza anche di gridare e di imporsi. Così ogni s10gola plaga saprebbe di dover fidare sopra tL1tto su · cli sè per provvedere ai proprì_ bisogni e si scuoterebbe dal torpore e cercherebbe d1 svolgere le proprie eneriie. ~ . li problèma della burocrazia è il fondamentale a- spetto del problema i'stituzionale dello Stato, ed è uno • dei problemi fondamentali anche per la vita della Nazione. · ta ProporziQnalità ver · e·1.a f lsa Inser_iamo volontjeri questo articolo d~l Prof. Mazzotto dell.'Ateneo mo.danese, in omaggio alla ·grande competem111. dell'Autore, non 'nuovo &. queste colonne, .e perohè in fatto di aritmetica uon dovrebbe e·sser lecito avere opinioni perso– nali: senza celare per altro che· 1e nostre mag– giori simpatie furono sempre (e lo ·sostenemmo alla Camera) per il metodo· dei 1·estz più alti, oomt:i quello che s1 presenta più semplice, più accessi– bile anche agli indotti, e che ci sembr'a ancora debba favorire, nel maggior numero de-i casi 1 le minoranzè anche incapaci di a·vere un intero quoziente, il che è nello spirito· della ,Proporzio- nale. Ma evidentemente la pratica non potrà es– sere risoluta che da un esame· minuto e comparato. delle ultime è delle penultime elezioni in tutti Ma appunto perchè può risolversi solo per la via· che abbiamo' indicata e che ci proponiamo d1 precisare meglio altra volta, appunto per questo la soluzione non può venire dal Governo: e l'intenzione oggi manife. stata è illusoria e ingannatrice. Ogni volta che il Go– verno ha posto mano al problema, ha creato •nuovi i– nefficaci e ingombranti· controlli, istituito uffici nuovi e nuovi posti, accentrato le. funzioni,· gonfiato _gli ·or– ganici, accresciuto - naturalmente - la spesa. i Collegi d' 1tali11, in modo da far giocare la legge dei· ~nmdi nu~eri. _La dis~ussione ri~ane quindi aperta e non disperiamo. d1 poterla chiudere, col– l'aiuto di piì1 competenti di noi, con dati- che infirmin.o - sia pure fu.ori del terreno stretta-· , mente aritmeti('.o • ltf C<!>ÌÌ.clusioni ·del nos'tro odiern0 c~llaboratore. , ' Si capisce che sia- così : il Governo é fatto di uo– mini politici e di alti funzionari. Questi hanno fa p1·e– sunzione di saper loro soli cònoscere e fare ciò :lhe è bene e giova agli interessi del Paese, e quindi credopo necessario che sia riservato al loro giudizio ogni de– cisione di affari importanti: e poichè gli affari impor- _ tanti sono molti, anche gli ·alti fonzionarì devono esser molti. E ognuno di essi vuol aver.e numerosa falange cui coma11dare e da cui far eseguire i provve<iimenti che la sua saggezza gli suggerisce nell'interesse (va sans di1'·e) del Paese. E ognuno ha da creare posti privilegiati ai s.uoi-~iù fidi, collaboratori, sicchè chiede ampliamento dei più alti gradi , della gerarchia. Gli, uomini politici,' .poi, ·che stanno al Governo sentono quale· forza dia loro nelle mani, per dominare .il Par-. lamento e il Paese,, il fatto che i deputati siano co– stretti a· ricorrere a loro _per'ogni bisogno del proprio' collegio; che la vita dei Municipi e delle .Provincie, il funzionamento delle Opere Pie, delle Preture, delle Agenzie delle Imposte, lo sviluppo delle strade e delle scuole: tutto ciò che ha importanza nella vita di una · città o di una regione, tutto abbia a dipendere dal bene– placito e dal favore governativo. Ma appunto perchè. il Governo non può volere.nè decentramento nè autonomia, spetta alle forz e di oppo– sizione farsi interpreti di. q nesta necessità che risponde a gelosi interessi generici del Paese ·e specifici della • .classe lavoratrice. Giacchè son queste che in fondo pagan? la parte maggiore dell.a spesa; e sono esl:le che I' ounipotenza del Governo tiene più duramente ·soggette al dominio delle classi padronali, anche là dove, oo.n l'autonomia, essi avrebbero la capacità e la forza di , govern!\rsi da sè. IL VrcE. Coi tipi Bemporad sta• per uscire fra le Edizioni della Critica Sociale il nuovo interessi.ntissinio stuqio di- E. COLOMBINO . . LaTragedia R voluzionaria i Europa un vol. di 212 pagine che faseguito alle due Relazioni dello stessò autore già pubblicate sul • Movimento Operaio nelle Repubbliche dell'Europa centrale • e su • La Russia déi Soviet •. PREZZO L. 6. , Per gli abbonati alla Critica Sociale, che n& facciano richiesta direttamente alla Gasa Editrice R. Bemporad e figlio, in Firenze, via del Proconsolo 7, il prezzo è ri'– dotto a L. 5, francò di porto. BibliotecaGino Bianco 'La c. s. Sotlo lo ster:<sotitolo che ho posto in· epigrafe, ho , letto nel Corrie1·e deUa Sera del 22 corr. un articolo firmato G.· Motta, che mi ha molto interessato, eesen– domi dovuto occupare dell'argomento, quale autore del disgraziato Prontuario dei quozienti pel caicofo ra- p'ido dei depu(ati eletti. _,. Benchè io consenta in molte delle osservazioni dell'articolista,·-alcune, secondo me, -avrebbero bisogno· di ritocco ; quelle, p. es., in cui afferma che la riparti– ziona dei seggi, fatta col metodo che, sec ondo lui, in- ' carna la proporzionalità' vem, il mieto.do dei più ,a.lt ~ resti, sia un semplice pt~oblema d'aritmetic a ele men– tare. Partendo dai suoi dati dei voti per Milano: (1) Socialisti, 249.000; Blocc0 127.f;i26'; Popo]ari, 99.592 ;- Comunisti 23.634; la regola di società, cui egli allude, ripartirebbe i 28 seggi così•: Socialisti, 13,90; Blocco, , 7)5; Popolari, 5,58; Comunisti, 1,?2, indtcandoci, inesorabilmente, che, per fare le cose giuste, bisognerebbe spezzettar!3 i députati il che (per quanto utile in cedi casi) p1·esenterebbe qualche difficoltà pratica di esecuzione! . E qui ces~a 11 còmpito dell'aritmetica e suben– trano gli. agginstamenti convenziona'i più o meno le- gittimi. . __..· Il. metodo dei maggiori 1·esti, già discusso e con-' ,danòato nel· 1919 dalla Ca,mera dei peputati, condur– ' rebbe, · in base ai suddetti· numeri, ad assegnar~ i 2o posti .interi ~lle rispettive list.e, e a dare i '2 pos~i clie . avanzano alle liste che hanno i resti maggiori (èi0è ohe hanno una m11ggior parte frazionaria), .oss_ia, 'Ilei nostro. caso: uno ai Socialisti, l'altro ai Popol ari. C on ciò si ·verrebbero a regaiare 91.4. voti ài Soci ~lis.ti e ben 7514 ai .Popolari, togliendoli agli altri due par titi, m andango cosi all'aria ogni principio di proporzionalità e di giu– stiziar ed applicatido, per ·questi due seggi, una ·delle forme più ingiuste· del sistema maggi9ritario. La ,·i– partizione sarebbe dunque questa-: Socialisti, seggi 14. Bl~cco _ 7. Popolari 6. Comu- nisti, 1. ' ' (1) Il sig. G. Motta, prima di fare. 'il suo calcolo, toglie 2589 voti ai Sociali3ti per, darli, dies, ai loro « cu– gini•, i comun;sti. Non dice la ragione di queshè. altera,– zione, ché potrebbe metter .in dubbio l'attendibilità dei suoi risultati; dai miei calçoli risul,terel,be però .che·non •è stata fatta con malizia. ' · ' ' • I ,_

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