Critica Sociale - anno XXXI - n. 6 - 16-31 marzo 1921
CRITICA SOCIALE 83 decise. L'on. Giolitti in punto di polit,ica estera non immagina neppure che, se il Governo non ha nulla da dire alla Camera, possa la Camera, informata dallll. sua. Commissione degli Esteri, avere qualche cosa da dire al Governo. E se non l'immagina l'on Giolitti, anche meno se l'immaginerà la stampa ministeriale, che vuol dire tutta la stampa, poichè in questo tempo, per un fenomeno che resterà un mistero almeno finchè non andra in vigore la legge Modigliani sul controllo finanziario dei giornali, non esiste più stampa di opposizione. Davanti all'indiscretissima richiesta di di– s-cutera H bilancio degli Esteri, anche lasciando cinque o sei giorni di intervallo, il coro è stato unanime: Con questa Camei·a non si ,qovei·na. Ebbene, proprio con questa Camera e proprio per cot?sti suo,i p_enui cop.a,ti di_ aGCJ'.'..esci:qien..to del proprio potere, per cotest.e sue «' indiscrt:1- zioni > devesi governare. Solo il fascismo può essere di altro parere. Solo la guerra civile può volere le elezioni, per avere occasione di rav– vivare l'incendio e, attraverso l'incendio, com– pire d'opera di reazione alla guai·dia bianca. Ma è giuoco dannato. La posta potrebbe diven– tare più grande di ogni previsione. Nè l'incon– tro, o voluto o casuale, del Fascio e del Governo nello stesso giuoco potrebbe alleggerire il ri– schio. La cosa è tanto chiara che non dovrebbe sfuggire all'occhio di alcuno. E alla Camera a buon conto fu gridat,a in tutti i toni, perchè l'avvertimento arrivasse all'orecchio di chi ha le responsabilità supreme .... CLAUDIO T.REVES. Con affinità d.i considemzioni Claudio T1·eves, nell'articolo che pi·ecede, e Observer, igna1·0 affatto di ciò che. si macchina a Montecit01·io, nell' ai·ticolo che segue, prospettano la situazione c1·eatadal Fa– scismo, non pu1·e al Governo, ma allo St!_(,to e al Paese. Se avessimo fiducia nelle solitzioni catastrofiche, ci freghe1·emmo le· mani pe1'questa incosmenza con cui le classi dominq,nti spì'Q,gono, aUo scredito, al boicottaggio, alla rovina le stesse lo1·0 istituzioni. Gli è che d'.t questa corsa all'abisso non speriam;o ni,mte di buono, non pm· il Pai·tito inteso come setta, ma per il Proletariato, ma pei· il Paese. E pe1• questo gettiamo il g1·ido d'allarme. FASCISMO E GOVERNO Fatti, commenti, pronostici. Alla stazione di Milano è arrestato il se~retario del fascio bolognese; e a Bologna, appena vi giunge la notizia dell'arresto, i fascisti sono in subbuglio: p1·oteste alla Prefettura, ordini del giorno contro il Governo, propositi di vendetta: un lungo corteo (con armi?), inqua•irato militarmente,:percorre, in .segno di cupa minaccia, le vie della città. P~rcM? Si vuol forile contestare un'attribuzione di responsabilità? Ma ha, o no, il fascio bolognese or– ganizzato e compiuto spedizioni punitive a Porta Zam– boni e in alh'i luoghi della città, nelle campagne e nei paesi della provincia, e nelle province vicine? e se ci fu uso di a_rmi, quando, in ossequio a un ordine go– vernativo, le armi avrebbero dovuto già essere state consegnate!; se ci furono morti dalla p~.rtE\di· quelli contro cui le spedizioni furono compiute, che cosa c'è di strano che si arresti chi, per esser segretario del fascio, è presumibile sia l'anima o, per lo meno, uno dei preparatori e degli artefici principali delle imprese? Evidentemente la sorpresa e la protesta non hanno altra spiegazione se non in ciò che l'arrèsto è consi– derato violazione del patto (espresso o tacito, non im– porta) di impunità. E poi, se lo Stato deve mantenere l'ordine .... borghese, e non può o non sa, e altri si incarica di mantenerlo per Jni, con gli stessi mezzi, press'a poco, che uno Stato veramente forte (stile Ra– detzky o... Pelloux) deve e suole usare, con qual di– r.itto. e con quale logica può esso poi insevire, anche nella forma incruenta dell'arreBto, contro chi aiuta o assume il compito- suo? * * * Non ci fermiamo a discutere punti c)1efurono di– scussi già più volte e che per noi, del resto, non souo affatto controversi. Non basta, evidentemente, l'ideali– smo ingenuo, confuso, passionale di molti fra i fascisti (forse, sia pure, dei più) per togliere al fascismo la sua natura di movimento in difesa del privilegio poli~ tico ed economico della borghesia (1). Non basta che fra i fascisti siano alcuni, parecchi uomini di coraggio (e del resto quanta parte di coraggio è data dalla ,si" curezza dell'limpunità?), a togliere il fatto che certe loro imprese non sarebbero neppure state tentate, se non ci fosse stata la sicurezza della complicità, talora puramente passi va, spesso atti va e ausiliatrice, dei rappresentanti della iorza pubblica e dell'autorità dello Stato. Tutto ciò - ripetiamo - è per noi fuori d'ogni possibilità di onesta contestazione. Inutile tornarci sopra. Ci interessa piuttosto di vedere quali siano gli occulti motivi di quest'atteggiamento del G0verno,,che preten– de di apparire neutrale, perchè non svolge un'organica azione reazionaria, e alla Camera riprova le vio- ' (1) Non sappia.mo ~tre.ttenerci dal cita.re le parole ~ohe, a propo• r:,;itodella i,Pretesa. dei fascisti di appar ..re come puri difensori della patria contro le insidie dei suo: nemici interni, scriveva., settima.no n.ddietro, l'Emancipazione, organo dei pa.triotiesimi repubblicani di Trieste. •Nessun-fascista onesto potrà nee-are ohe nemici d'Italia. s'an– nidano fra la classe della grassa borghesia. Nessun fascista onesto potrà nega.re ohe il banchiere o il ca.pitalist,a ohe esporta i suoi capitali per sottrarli alle tassazioni governative fa altrettanto danno - per lo meno - alla patria ohe le grosse chiacchiere di Bom– ba.coi. Nessun fasciata onesto potrà negu.re che nelle ~orse, dove si giuooa. al riafao, si fa più danno alla patria che nelle Camere del lavoro, dove si predica il comunismo. e Ebbene, statistioa alla mano. Quante sono le Borse o le Ca– mere di oommercio assalta.te da.i fascisti? Quanti sono gli stroz– :r.ini aggrediti o peroosHi? Quando il fascismo è. intervenuto con la sua irruenza tra.volgente! a correggere l'incapacità. goverua.tiva. di tutelare il consumatore italiano ,.contro la ingordigia dello etro:r.zino senza. patria? e Attendiamo che oi si r-isponda. e Perchè la nazione è l' ltH.lia. intera., ooiasuoi ;nove deoimi di proletari ed il suo decimo di borghesi. E l'interesse dei noVe de– oimi è assai più vero interesse d'Italia del decimo della borghesia. Per noi è infinitamente più Italia il popolo dei campi, delle navi e delle officine che quello dell'alta Ba.no& e dei Ministeri. Per noi è assai più Jtalia il popolo della risaia che quello della Corte. e Ebbene, abbiamo vis'to ardere le Ca.mere del lavoro, abbiam() visto assa.ltare e sputacchiare i ra.1,preaentanti delle organizzazioni operaie. Ma non ancora abbiamo vieto offender quelli che espor– ta.van gomme e sete per il nemico durante la. guerra; qu1::Ili che oggi oompra.no dollari americani o fiorini olandesi. •
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