Critica Sociale - anno XXXI - n. 5 - 1-15 marzo 1921

• 80 CRITICA SOCIALE sanguinaria crudeltà della parte opposta, come- la Co- .muue parigina (1). . Per .questo, la seconda Comune ebbe una fine tanto .di,vc,rsa da quella della prima, che aveva fatto un così lar,go uso di mezzi terroristici; per questo essa si seolpì così durevolmente nel cuore di quanti aspirano all'eman– cipazione dell'11manità. Negli ultimi cinquant'anni le classi lavoratrici Ili ,presentano una progressiva ,mnanizza,zione dei loro co– stnmi: l,i -stessa rivoluzioiw. francese del 1789 pareva aver eliminate le cause che le avevamo dato il carattere di crndeltà e di· violenza,, praparate piu rniti foi-me di rivoluzione futura. li socialismo eessò, per il proletariato !\tntn::testrato da Marx, d'essere quakhe cosa che si rea– liz7AJ. re.pentinamente' e in ogni circostanza. Non p!ù effetto di un ·colpo di mano, bensì i:isultato d'un lungo processo storico. Eliminata la :guerra civil.i e le avventu1·e in~ur– reziouali eome mt-zzo di lotta di classe, Marx esprimeva la speranza che in paesi avanzati la ri,voluzione 1iroletaria po– hesse,assumere forme pacifiche, e l'En,gel-s eredeV11.ad una progressiva elimina,zione della violenza e della brutaliti,,, .Ma quando si scat,mò Laguerra·enrqpea, vrecipitando nella barbarie la -sociebà e dergradando il proletariato, ~ sopraggiunsero le rivoluzioni di Russi!\ e di Germania, nuovamenue pt'endeva il sopravvento ,lo spirito di vio– lenza, che fo, pensare alle stragi riroluzionarie del XVIlI secolo. Concezioni pi-e-marxiste, che promettevano al prolebariato salti e 1·edenzioni, si ridestarono, ma con esse anche 're brutali. -crnente forme,delle lotte·politiche ed economiche, ohe si e-radevano stiperate dall'ascensione intallettnale e ,mo1,ale del ,proletwriato. Per comprendere questo nuovo aspetto della rivoluzione - il bolscevi– -smo - -è Aeeassario tener conto delle condizioni (ormai lll.Dte ,a tnUi} in cui si eompì la rivoluzione in Russia. E' be111e soggiungere che. tnHi i critici socialisti del bolscevisl!no no11 fanno un .proeesso ad ogni ,sproposito ocoa8~onale, ma censuuano q&egli enori ~he nascono da una concezione falsa-e ohe non si ·possono perbant'o evi– tare, ,se ,non -·estir-pando ·questa concezione. L'errore es– senzi,a,te -de,i èolscevic:hi è cpiello cli,ave-r seisso in rlne mo– men ti sel!)_a1·ati l' espr,·op1·iazione la rifwganizzazione, cha debbono inveoo proeea•ere in strettissimo rappo1·to, pe1·non .ar11esba11e la produzione e non gettai,e la-s,,cietà,nel ca:os. .Man?ava all,e masse russe l'a,lta mo11alibà, Cl,mgiunta ad una pari istrnzione, che è condizione preliminarn del socialismo, ,gracehè 11',educazione delle masse e dei loro O"-J>L per mez110della democrazia è il ,pi•eambolo del so– cialismo: ·non <Sipassa di colpo dall'assoluti-smo a-Ila so– ciebà soci.aHsta. Colla ,1iersecuzione poi degli intellettuali i bolsc(W'Ì'<lhi si.alienarono quesbo fattorn ùelk1..produz,·one, l,a ·cu~·collaborazione è ind isprmsabile per la rnalizzazione del sociahsmo: nè bastarono le offerte di altissimi sti– pendi, q u1mdo i boh,cev,ich i si accorsero del loro errore ad irn.g,r&Z>iar-seli. ' iEà ·il K., affondando il ,bis•turì della critica marxista nell'o~ganismo b0lscevieo,•nesviscera l'essemm, mostran– do quanto es~o sia al,ieno dal socialismo. Il bolscevismo h1t fin qui trio,nfat0 in qua,nt,o si è ,andato man ma,no allontan.a.ndo dal prog~amma eol quale conqnistò il potere. Da veri politici t•ealisti i bolscevichi hanno molto svi– luppr.to il'.arbe di .adattarsi aHe circest!tn11e, di piegarsi nlla realtà delle cose. , La dittatura bo\seevica poggi .a su un esercito tenuto as~rne da u-ua disciplina rigi.da, assoluta: 1101leoampa– g11re •con lo spezzebtamento del latifondo ha sviluppllto ~rn'eoonomia .pretbamente picc olo-·borghese, e nelle città indusb1,iali ha c1•eato un ti.po nuovo' di capitalismo sta– tale. Uaxbitr.io dei consigli operai e l'imposizione dal– l'alto <iei dirLgent,i riduoe,, anche per gli operai, .a le-ttera morta 1'a democrazia e li fa cadere in una nu.ova schia– vitù economion. Anzi eh" abolire le classi come aveva -p1,e.teso, il •regime bolscevico V•!\ avviandosi ~duna nuova società ùi elassi: l'inferiore che compr-enll'e q,welli ch',erano ·pnm_~ bo!·g~esi e gli ,intellettuali, (j]Uellamedia-degli o– perai s:i,lnnat1, e quella superiore della nuov.a bur0crazia. ,E_11terrm·e, che pmtrop,J1)o tanta parte ,ha nella ri– v,o~uz,o?e. russ~, ,b~nchè .ali!>no e ripugnante agli .animi d~L ?apt, è la rnev1tab1.\e conseguenza .dei met0di comu– mst1c1 e rappresenta il disperato tentativo di .anestarne (1) 0:li unioi e~b:1o~i terr?t'istioi. obe ta.nto indignano gli storici borghesi - la fucda.z1one d1 qualch e generale e degli os~aao-i - no~ si poesonç> in realt.à addabita.re a.IJa. Comune, ,archè, q;:ndo ees1 a.aoacldero, la Comune ·non eter a ancora ooebituitn. od1ei:a. già stata tra.volt& nel sang1>e dalle truppe di Tbieu. Bibliote'ca· Gino Bianco gli effetti, simile in oiò a tntti i metodi reazionari cli.e vogliono eliminare i prodotti sociali, senza avere la ca– pacità di mutare il terreno, don<le essi 'l'engono faori . Qnesta critica della rivoluzione russa da parte del K., mi sembra troppo as-solnta. Se, come :aw,rxisti,, noi non possiamo attribuirle un contanuto socialista che le mancà., essa ha però portato 150 milioni di uomini alla vita, ha creato, come scrisse l'on. Treves, una classe dové non c'erano che degli schiacciati. E se anche questa re– denzione è avvenuta con la instatlrazione della piccola proprietà, noi non possiamo negare il valore che essn -ha come conquista morale e come fa~e di sviluppo economico. Questo ci pare che il Kaut8ky non abbi!\ messo ab– bastanza in rilievo. Ad ogni modo, se la .Russia è tornata, per la agricol– tnra, alla piccola proprietà e per l'industria al lavoro coat– tivo, rimane assodato ché le fasi storiche non si saltano. Se il comunismo, inteso cqme mezzo d'emancipazione immediata del prolebariato è fallito e lo prova una frasfl di Radek che reputa necessario per la trasformazione e– conomica almeno nna generazione, i bolseevichi, se vo– gliono evitare u.n [) termidoro, dovranno ritornaro scien– temente sul terreno de!l'evolnzionismo marxista. Senza la demorrazia la causa del}a Russi!\ è perduta. ·Ma con la democrazia è per.iuta queua·ael bolscevismo. I bolscevichi ripongono le loro ultime spei;anze nella rivoluzione mondiale. Che aosa è questa rivoluzione mondiale? - si do– manda il Kautsky. L"' si può concepire come un tale sviluppo dell'idea socialist,i nel mondo (accompagnato da. nn simnltaneo 1,aff0rzamento nel proletariato -e un cre– scente sviluppo della lotta di classe) da trnsfor,nare il ~oe,ialismo n~lla. forza motrice destinata a determinare semwe più la vita di tutti gli Stati. Ma la rivoluzione proletari&. pnò esserti anche intesa come un totale scon– volgimento del mondo i1el senso bolscevico, la conqnista violenta del potere politico pe,· opera del prolota1'iato in tutti i grandi St!\ti, l'in.troduzioue del· sistema sovietti– stll, integrale. la dittatura clel par~ito comnoista, lo sca– tenamento tlella guerra civile per la d11rat!\ di una ge– nerazione. Il Kautsky non Cl'ede alla possibilità. di 11rnl tale rivoluzione nell' Europii. occidentalt•. Il s0cialismo non potrà conquistarsi il potere in questi paesi sa non qna11do sarà Rbbastanza forte per gnrantirsi, entro i quadri aeUa democt·!\zia, ìl soprnvvento sopra gli altri partiti. Non è vero che i-1 parlam entarismo· e la demo– ·crazi!\ per la loro sbessa essen.za siano istituzioni bor– ghesi; esse sono forme che poss?no avere di verso con– tenuto, secondo l'indole e la stratificazione del popolo. La demoerazi.a, col suo suffragio universa\e ed 11guale 1 è , il mezr.110 che trasforma la lotta di classe da una rissa a corpo a corpo in una nobile g:am d'idee. in -cui una classe non può essere vittoriosn ove non abbia mol'almente ed intellettualmente superato quella avversaria. Il proleta– riato del mondo è i n moto, e la sna pressione interna– zionale è dootinii.ta a <liV;enbai:abbastanza forte, perchè a'o1•a in poi og;.ni progresso ecGnomico si 1·e.a.fizzinella direttiva, non più, capitalistioo. ma socialistica. La guerr, mondiale hii. inaugnrato quest'epoca nuova. Riccardo Juc-ker. ======== On. Nrno MAzzo:sr: ll p1·oblema deJla ter1·a e il socialismo. - Milano, presso la Frazic,ne d~ c@ncentrazione Socialista (Via S. Giovanni in Conca, 4) - Pagg. 54; prezzo cent. 75. È questo l'opuscolo in cui il Comitato di cbncentra– zione socialista aveva raccolto, alla vi,gilia del Congresso cli T~ivorno, l'importii.nte discorso detto al Parlamento • dall'on. Nino Mazzoni nella séduta del 9 dieembre 1920. Il discorso detto col vigore polemico che tutti rico– nosconomel nostro Mi.zzoni, crontiene un acuto· esame della si tua7,i,,ne -a.graria del nostro paese, prospetta e cri– tica con forti argomenti la soluzione proposta dal Par– tito' popolarn, espone da ultimo la soluzione socialista, dimostn-andone la -superiorit.à, in relazionii sia alle ten• denze dell'evoluzione, economica, sia alla tutela dei di– ritti dei contadini, sia alle esigenze .d-ella ,produ~ione L'opuscolo, interessantissimo· per il problema che tratta e per il modo in cui lo tr&ttll, non dovrebbe man– care nella biblioteca di nessuno dei nostri lettori. ~-====~==-=====-------""'M""u!"'g~·== . RrGAMoNTI GIUSEPPE, gennte responsabile. 'Trev:iglio 1921 - TIPOGRAFIA SOCIA'L.E \

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