Critica Sociale - anno XXX - n. 19 - 1-15 ottobre 1920

Mò èRi'i'lCA SOOìALt russo chiese che teorizzasse le sue specifiche neces– sità di politica contingente, e le desse come I'espres– sione stessa del s·oc1alismo considerato sub specie aeternitatis; chiese che i suoi modi legittimi e sacro– santi di difesa, determinati da una ineluttabile neces– sità storica nella guerra senza quartiere cui è obbli– gato contro tutti gli imperialismi che vogliono oppri– merlo, assurgessero ad una regola universale per il socialismo, senza indugiarsi a considerare se tale re– gola non venisse a contrastare con l'altra, della in– transigenza di classe, che pur deve conservarsi ovun– que lo si possa fare con vantaggio della più rapida conquista ctel potere pubblico da· parte del proleta– riato. Certo, tra le due regole in conflitto si forma, per i partiti aderenti 'alla Terza Internazionale e devoti fino al bigottismo ai suoi deliberati, una libertà di scelta, a cui essi rinunzierebbero fofse v-0lentieri come al: cuni dei delegati italiani rinunziarono tanto' volentieri a se stessi prima che ... a noi. Ma nessuno può imma– ginare che, per ossequio alla alleanza coi naziona– listi del Sultano, noi ci mettiamo con D'Annunzio, mentre nessun ·vero socialista di Inghilterra probabil– mente nega di essere in fondo del cuor suo coi na– zionalisti irlandesi, egiziani, indiani, ecc. L'uniformi– smo bellicoso insurrezionalista, che è nei sogni di Mosca. subisce di necessità adattamenti e transazioni, nel pensiero e nell'azione, nei 21 punti e nella loro applicazione, così difficile da applicarsi pure ai loro autori! L.'individualità storica di ciascun proletariato e di ciascun partito non è sopprimibile; minacciata 1 anche delle forch~ essa ritorna eludendo i sogni del– l'accentramento imperialistico-rivoluzionario come le umili dedizioni ed abdicazioni dei neo-conformisti. Il socialismo non si bandisce contro la libertà, o - se questa parola è già proibita - contro il principio di v~riazione. Gli oli'vi coprono le pendici della terra li– gure e le renne popolano i deserti gelati; l'unità della vita universale è mantenuta da _questa varietà dei par~ ticolari, che rendono possibile lo scambio e l'aiuto reciproco tra gli uomini. La politica della Terza lnter– n,azionale è contro la dèmocrazia borghese, che non è democrazia; contro il patifismo borghese, che na– sconde ipocritamente l'imperialismo; contro la li– bertà borghese, che è plutocrazia applicata alla com– pera e corruzione di ogni cosa, del lavoro• e delle anime; nulla di più giµsto, niente di più sòcialista. Ma la politica lfella Terza Internazionale non può es– sere contro la democrazia in sè, contro la pace in sè, contro ·1a libe_rtàin sè, e porre l'uniformità, l'accentra– merito, la coercizione bellica collettiva· e la coerci– zione personale come i fondamenti della sua opera, ai quali debbasi metodicamente ricorrere· anche là do– ve risultati ingenti e fecondi siano già raggiunti e siano raggiungibili senza ricorso a cotesti ---aspettidi violenza! Cip non sarà mai praticato, se ·anche sia uf– ficialmente accolto, perchè contrasta _a)la legge basi– lare· del minimo sforzo. E' folle, dice l'Ariosto, voler avere per guerra ciò che si può avere con pace. Il proprie di questa follia si definisce feticismo, esalta– zione del tnezzo al disopra del fine°; è ii simboto– strumento, i! quale froda la passione,che dovrebbe an– dare alla mèta, all'opera. La guerra ha dato libero corso a cotale follia - la guerra che il Nietzche diceva non si giustifica per la causa, sibbene ogni causa giustifica la guerra - ma il proletariato internazionale, nemico della guerra, si di- BibliotecaGino Bianco fende dai suoi contraccolpi psicologici. Nessuno nega la funzione della forza, in via normale, e, in via ecce– zionale, persino della violenza, nella lotta delle classi. Ma non si prescrive l'unico atto di violenza, che do- .._ vrebbe simultaneamente portare tutti i proletari_ati in tutti i Paesi, quali si siano le rispettive circostanze economiche, politiche, sociali, quale si sia il loro grado di civiltà. e il modo dei rapporti tra le o!'assi, alla identica presa del potere per l'effettuazione del comunismo assoluto. La Russia, che ha preceduto, e parla altera al· mondo delle borghesie e dei profeta– riati, in virtù di tale precedenza, tollera pure il com– mercio di speculazione e la costituzione di una bor– ghesia rurale che va appropriandosi il suolo comune, e deve riconoscere· che forme cooperative socialiste si sono formate in Occidente, che sopravvanzano il re– gime capitalistico e borghese tra ~cui sono 1 nate e si sono sviluppate, delle quali il comunismo russo assai si sarebbe giovato e tuttora assai si gioyerebbe, o.ve le avesse possedute. · Ora, tutti gli istituti che esistono e che giovano o nòcciono al proletariato influenzano il proletariato stesso, che da essi piglia il proprio umore o carattere rivoluzionario. Dove nulla è, dove il suolo è ra~o. ivi facile è costruire; ma dove una civiltà -esiste e, esi– stendo; dà luogo alla rivoluzione di scernere tra le cose da mantenere e le cose da de11Jolire, e dove quelle demolitè fanno impaccio, come le -rovine del terremoto, alla pronta ricostruzione, ivi fatti di colla– porazione sono assolutamente inevitabili. Mosca' è ob– bligata ad accettare i Parlamenti, i Comuni, le Coo– perative e quant'altro, pur mentre a,fferma che « l'In– ternazionale è il Partito 'dell'insurrezione del pròle– tariato rivoluzionario mondiale » 1 e pur mentre di– chiara éhe « non può più tollerare nelle sue file le organizzazioni che persistono a fare una politica che si ostina a trova're una soluzione pacifica alla crisi storica », c9me se Cooperativf!, Comuni e Patlamen-– ti potessero, di loro natura e per quello che è il loro , àmbito, cercare altre soluzioni· ohe non siano paci-. fiche ! E come se, infine, quella che per Mosca è la « soluzione », cioè la presa del poter~, non potesse in sè essere pacifica, come fu in Ungheria, e come potrebbe essere altrove, e sèmipaci,fìca, come fu nella Russia stessa, salvo il contraccolpo della violenza nelle soluzioni parti.e.alari disputate alla controrivolu– zione ! Dove si v.edé che il domma pregiudiziale del– la violènza' è affatto arbitrario, se si consideri leal– mente la multiformità della praxis e non si ponga - va ripetuto - la violenza come .fine a se stessa, se non si domandi nietzchianamente la guerra per ,la guerra. come fanno i bruti della estetica omicidiaria e futurista. ~ La conelusione pertanto non può essere che una. La rivoluzione, che non è il cozzo o non è soltanto il cozzo, implica la cooperazionè di tutto il proletariato, l'unità di tutto il ·partito socialista internazionale. La divisione l'indebolisce, rende più difficile e lontana la mèta•. L'enimma ,di Mosca è questo : che, mentre: in astratto accoglie la molteplicità dell'azione socia• lis~, @ per sè, nella pratica, accetta tutti i tempera– mentL e tutti gli adattamenti che necessità l'azione del Governo comunista, assegna all'Internazionale una rigidità di formule e esige una divisione nelle s~e file, cui repugnano' la natura, ed, i fini del socialismo, e che, ogni altra volta che fu affaçciata, venne giudi- cata sedizione e tradimento. èLAUDIO TREVES.

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