Critica Sociale - anno XXX - n. 19 - 1-15 ottobre 1920

304 CRITICA SOCIALE ghesia consel'l'atrioe, si preparasse ,a nuove IJaLlaglie del p-ensiero e dell'azione. 1:'oco so delle all1·e pa,1-U~ell.a penisola: m.a quooli cr-ebbcro nell 'ultiwo trentenni-o del secolo decimonono nell 'ltalia sctLcutrion.aJ,e, nella valle del Po, in cui la tr.adizione del pensiero filosufico si riannodav.a al ge– nio v-a,.,;to ed equilibrato del Romagno,si e ai limpidi, ponderali e wo,gnanimi insegnamenti di Carlo C.at – wneo, ed i11 cui, pei.:..11diffondersi della grande in– ùu.:tria e dell.a cultura delle vaste oomp,a.gne, si coru– ballel'ano le prime .ardenti battaglie p·roletarie, nei . c.anli del C.Urducci, che, p1-esto venuto dalla natìa To– scan.a, era il Maestro del! 'Ateueo Bolognese e il poeta d'ltalia; cer,C(u·ono un lièvito <li memorie che ìosse nnehe un frèruito di speranze ; cercarono nella musa garibaldina di lui qua.si ! 'auspicio di quella, che pur egli va-ticinò, « giustizi.a pia del lavoro». E nelle pa– ginD ardue dell'Ardigò trgv.av.aM - coone scrisse, ap– punto, il Ca:rducci - una « filosofia positiva, non volgarnien,te e comodamente sceLtic.a ». E quelli, che fo1·s.e vi avevano cercato un.a dottrina piana e sem– plicisl.ioo, o dovevano, ·scor.aggiuti, abbandonarne Ju non faèile leLlurn, oppure si sentivano condotti passo ,pas,so, come in un'ascensione alpina, v,erso più im– p•ervie .:iltezze, dove, ma non senza essersi guada– gnali tali compensi con la propria fatica, si respira un 'ari.a più fine e· donde si scoprono più larghi oriz– zonli. V il·ik lilosofia, da cui è bandito il ,s.oprann.a– l!male ; italica filosofia, che si difT.erenzi,a nettamente d.al positivismo degli ,a.Itri p.aesi, e rimette in ouore quello psicologia che Comt,e aveva a ~orto bandiLa dalla ,;ua ck1s,~ificazione delle scienze, e combatte. l'a– gno.slicisn10 dello .Spencer e n-0n costringe la vairiel.à dell'es1,eri~'11za nell.:i lirannìu di un,a_forrnol.a, e non pr~tende spiegare con qualche parola magica gli enim– mi dell'universo; Jilosofia positiva e non - come disse un,a v,olta nei suoi ,più tardt anni lo s,lesso Mae– s·tro - fìloso,fia <( va,ga.boncl.a »: fìlosofì.a positiva -0he, più che un sistema ben tornito, fornisce a chi •{;ene nutra, un aspro m.a f.ortifioante metodo <l'indagine; lìlosofia ·positiva., la quale non -0Tfreai discepoli mi– steriose spiegazioni, che s,embrano profond·e e non son che verbali, ma costringe chi ne comprenda .a pieno J 'inoognmµeuto a dure e sempTe nuove fatiche di meditazione e di lavo.ro, a venir bene in chiaro col proprio pensiero; filosofia positiva, che è, nella sua più pura roratleristioa cui il Maestro _'diede il su.ggello del suo esempio semisecolare, una scuola di probità intellettu.a.le e di sincerità morale. E, non forse senza qualche inéonseguenza razionale, che il nostro edellismo oonlimentale colmava, nel ,carduccia– no Canio dell'omore e nelLa serena e serenatrice teo– ria ardightana delle i<lealità ,s-0ci1ali, alcuni <li noi tro– varono conforto e sprone .a entrare nellp milizia so– cialista. M.a i du,e vocchi, l'uno scomparso tredici anni or sono, !'.altro che oggi abbiamo ·portato al sepolcro, noi non li ubbi,a,mo soltanto ..ammira-li per l'aHezw delLa mente: nell'uno e nell',allro abbiamo runato due uomini semplici, ,che avevano corucepilo la vit.a come una cosa seri.o, come un dovere ,e non -0ome un 'av– venturo; nel poeLa·, abbiamo veduto non il prezioso ricercatore cli rime e <li morbose eleganze, bensì il yrande ar/'iere che al mestiere fece i muscoli d'acciaio; nel filosofo, 1'1,omo candidamente ·pullo, sdegnoso di compromessi ncll.a teoria e nell.a pratica, il Maestro di p•ensiero e ùi vita etica, per il qu.al, e il pensiero Biblioteca Gino Bianco ,er,a vita ,e la vita pensiero, e che, nel licenziare alle s-Lampe l'ultimo volume delle sue Opere filosofiche, poteva scrivere che riandaVta con compia.cenlAl i lun– ghissimi anni di riflessione intensa, per ogni g-iorrw e per ogni ora, che gli era costata la loro prepara– zione, e di questa compiacenza si allietava, appres– sandosi, pago e sereno, all'ullimo suo giorno. Che se cotesto ultimo ,:uo giorno, troppo lardo a venire, egli cercò poi di aliretta,rlo, ooit,e,raLamente, non voglia alcuno vedervi nè J,o sbocco fatale nè La condanna di una filosofia seni,a Dio, nia solo 1a s-Lan– chez21a insanabile di un lavoratore cui Ja morte non fu pietosa, e che, senza la gioia quotidiana del lavoro, non sapeva più sopporl,are la vita. ·. No.n è qu-esto il luogo nt; l'ora per un esame pon– deralo della filosofia di Roberto Ar<ligò. GOdilefu detto di Emanuele Kant, forse si dirà un giorno di lui che~ &e anche non lutto rimarrà quel che egli ha edifi.cato, certo ;rnlla risorgerà di ciò ,che egli ha abbattuto. Un distru·ttore, dunque? No: uia, più che il costrut– tore di un sistema, l'artefice possente e paziente <li un metodo, tutto nostro, il metodo del positivismo italiano, che è un positivismo critico, e cioè una cri– tica gnosc0logica dell'~sperienza. E forse ,col,es<toin– segnamento, che egli ci lascia, non è, per •dirl,a vi– chiunamente, 111/10 spiegalo, chè di mo.Jte altre applF cazioni e di molti altri frutti può essere fecondo. Ma, quandanco J,e sue teorie non dovessero rimaner-e se non ,come documento di un momento storico che an– ch'esse contribuirono a determinar-e, .s,a.rebbe già que– sto un insigne ricordo nella, storia del pensiero. E la - aot.trinu e la vita di Roberto Ardigò - insegnament.o viriJ.e e ricordo soave per i contemporanei -, duv~·eb– bero r,accomiandarsi alla mè.moria dei posteri come dimostraz!one rnemornnd.a di au-tonomia della legge morale, ·celebrata da.Il'esempio di questo rigido posi– tivista del pensiero, che fu un candido idealista nel- 1 'azionef ' Il p,opo.Jo,-che ha., qualche volta, l'istinto della gran- · dezm ve1-a,,ha intuite le qualità intellettuali e morali dell '11011:10, che oggi ,a,bbiaruo 0.ocompagnalo alla tom– ba. Nel seguire il f.eretro di HoberLo Ardigò, come un dì quello <li Giosuè Càrdncci, · il popolo, che pur non conosceva le .opere del primo nè i versi del se– condo, in.luiv.a che ques·li uomini avevano dedicato. la loro vita al 11 a;oJ:10,~he que,;lo lavoro non mirava .ad un guadagno ma (lra un.a dui,a m,ilizi,a in servizio cli 1111 ideale, c.h,e'qu.esl'idenle non soltanto nob ost.a– col.a\'.a la su,a ascensione ma anzi .qd essa apriva e confortava la via con l'eterno sorriso del bello, con .l'austera ricerca del vero. ALESSANDRO l.r,:vI. Ai p1·ossimi Nume1·i: La crisi della donna borghese, del prof. PJETRO CA– PAsso, deputato; La continuazione e fine deUo studio su Vino e alcoo- lismo, del dott. D. LEVI MORENOS; Il motivo sociale del movimento nazionale ebraico, . di MOSÈ BT!llLINSON i La rivoluzione e ii' pa11e da mangiare, di ANTONIO VIOLAN:TEi Il Teatro del Popolo, di ITALOToscANI; Dalle Riviste, di ANGELO TREVES. RIGillONTI GIUSli:PPB, gerente_rupon,abile. Milano 6/10 1900 - Ooop. Grafica degli Operai - Via Spartaco, 8. ..,

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