Critica Sociale - anno XXX - n. 19 - 1-15 ottobre 1920

CRITICASOCIALt ,. segretario di StaLo r.avpresenLa il Governo e più par– Licol.arm,entc il mantovano Ministro Bo.nomi; il Mi– nistro della Pubblica Istruzione, che pur si era '3!ma– bilmente intere&sato alle condizioni <lei vegliardo nei suoi uHimi giorni, or.a non h.a ma,nd.ato che un ge– lido teleg-riamma ?I Ret~ore de,IJ'Unive-rsità di P.ad<wà, come se quel glorioso Studio .avesse -perduto un in– segnante qualunque. Con op,porlun-o pensiero, gli '3!mi,cihanno insistito perchè neppur -si m.a,nda,sse - e non c'è - il picchett,o, .a,rmato, di p•ramm.alica a,! fune1,ale del senatoi·e, così tardiv.amenle chi.amalo nella Camera vitalizia che neppt,re gli riuscì di pre– starvi il giurament,o di l'ito. Non mu:;iche; non cor– <loni pensili d.a,I c.arro ; ~ppena qualche corona e, da,lla pietà degli intimi, oosparso di fiori rossi il ca– dav.ere del Maestro che, guardane/o -il rosso di una r~sa, aveva, sentilo compiersi in sè uno d ei P :iù au– s-Leri drammi del pensiero filosofico. NQ! J.di, sco,rsi: chi, se egli anche n.on li avesse vietali, avrebbe. osato racchiudere nei I}OCh i minut i di un elogio .funebre la rievoca.zione di una ca.sì nobiJ.e, vita, di una così elevata doLtrina? Sono queste, che Mantova tributa a.l suo ciH,adil)O onorario ed onorando, vere onoranze popolari. Tutta la città eroica e gentile, che ha ,sollecitato il deco-ro di ospitare il vegli,aa,do nei suoi anni estremi e ne ha vigilato gli ultimi giorni con una tenerezza, che non saprei se chiamare materna o filiale, ora porge il supremo saluto alla bara, che noi, discepo.Ji ed amici fedeli, .abbiamo discesa d.a!J,a, stanza di morte ,e che or.a è seguita da r.apprese.ntanz,e e bandiere di ogni sodalizio e (eccettu.ato il clerica.Je) di ogni par- · tito, dal liberale al soci,àlis•t.a. Non è, davvero, &olo il desid.eriò di ,russistere- .a,d un gronde corteo," che spinge tutto il p,o:polo di Manto-va sul cors,o magni– fico ; e non è p,er La vanità di « farsi vedere », che qui sono accQrsi, d.a ogni parte d'Italia, ,ammiiratori, amici, scolairi vecchi e gh>v.a-ni,primo fra tu-I-~ quel– l'indl!striale ,m41aruese,fine poeta e generoso fiLantTo– p,o, che, con'gentilezza ecce,z,ionale di cuore, fu ,J,argo di soceorsi alle angustie della Larda vecchiez7,a del filosofo e volle per lungo tempo che egli ne ignorasse la fonte; ed il predi1etto discepolo, che nell'Univer– sità ,di P.adov,a,continua l'a,Ito magistero dell'Ardigò; e tanti e tanti altri, ch>e neppu.; dicono ·i\ loro nome, e sono venuti ruiche- di lontano, memori dell'insegna– mento che l'Ardigò aveva imp-a1-tHo,alle loro remote giovinezze, deU'esempio e del conforto che d.a quell.a esistenzà nobilissima esst avevano tra,ttro p,er I.a loro ,ila. E non per sem p,lice c ~rio-sità, giovani e vecchi, signori e popolani si er.ai'lo rewti a visitare la salma del filosofo, nellia stanza modesta,, lasciate. la.I quale era il giorno de!La fine, sen:ia ceri, senza drappi fu– nebri. L~o veduta io queUa vecchietta più che ottan– tenne,. O.\OJJ•it.(tta, nel Ricovel'o, che r.ammenta,va l'Ardigò canonico del Duomo, mezzo secolo fa, ,e voleva, <lopo tanti anni, rivedere il vegliarao, ,di cui tutta Mian– tova, senza distinzione di p.a,rte, vantav,a la vita. esem– plare ; e -la g'iocvinetta, alla quale lo scarno vevchio, che riposava ne1Labara -:- e pareva dormis&e s.e11eno, la scnltorj.a fronte marootissiro,a, Je occhiaie infos- . sate, la lunga candida, barba fluente sul petto - sug- -geriva l 'imr.lJgine de!La t!'adizione: « le sembrava un santo "· I.o era: dicono quelli che gli furono devoti, ad esempio, il giovane artista Veneziani, che lo as– sislè con abnegazione nelLa slTazie.nte loLta con la morte durata più di mezzo mese, e ip,rima e dopo ne 81b~1oteca Gino Bianco riLrasse m.agisLralrnente le pla:stiche ,sembianz,e ; lo era, ripetono commos.si il vecchio Bat-tista Magri ,e !a buon.a Til<le, che da anni e<l anni convivevano col filosofo, il qu.a,le, fe~missimo, sempr-e, nelle proprie convinzioni, era p·ro.fondmnente ri,spettoso delle cr_e– denze religiose ,di quelle ,anime dev,ole. Non .aveva egli scritto a Monsignor Martini - l'uomo, « a.I qu.ale invano (egli diceva) oer,co .al mo11do persona che so– migli, p,er la grandez7,a e J,a sublimità dell'anil.l'.)o, neanco di lontano » - sign-ifi-canclog 1 1i Ja, sua, dolo– rosa ma doverosa ris-oluzione di abbandonare il sa– c:erùozio, che aveva dovuto -decidere « di svestire l'a– bito, non di mutare la vita e i costumi»'? Tollerante, mit,e,- profondamente umano qual'era staLo da &acer– dote, tal-e rimase p,e·r tutta kt ,su,a lunga esistenza,., Vero discepolo, p.er !,a purezza d-ell '.animo, prim.a, e dopo di essere uscito di Chiesa, di quel Monsignor l\forlini, il cui n_omeci sale .sponbaneamente .alle J.ab- ' bra nel passa>re, avviati ,;i,! ,cimiterd, quasi davanti all'ara di Belfior,e; cli quel'Monsignor M.art.ini, la cui veroniente crist.iana figura, osteggiala da Roma pa– pale, si raccomanda alla memoria dei posteri pe1· il pietoso conforto che egli diede -ai martiri <lei Risor– gimento, per il virile raccontQ ,che scrisse del-I.alo~o fine, p,er i legami di paterno affetto che lo avvinsero a Roberto Ardigò; un '.amicizi,a,soavissimia, che onorò il maestro e !',alunno, e sopravvisse -alla.tragedia spi– rituale, che allontanò ,p,er s-empre il filosofo dalla Chiesa e dalla fede. La b.aro che racchiude l:a sialma del vecchio p 0 ensa– tore è .appena depos-t,a nel lòculo assegnato d,a,JCo– mune ; gl"i operai stanno murando la lastra su· cui è scritta la sempH-cissima epigrafe, che .egli stesso si' è prep:a-rat.a (qu{.giace Roberto Arcligò - n. il 28 gen– naio 1828 ~ m. il 15 settembre 1920 - dopo una v,ta interamente c/edicala - alla scienza - aliµ scuola) quando si odono du·e formid.abili colpi: lo scop,pio della polveriera di Tonfiolo, Chissà quanto si sarebbe ialmana,oc,atoin .altri t.empi I Il giornn:le .clericale m:an– tevano registm la coincidenza, ma. con sobrie' p:arol,e ... * Che cosa hanno a,p-preso gli uomini -della mia e della precedente g,ener,azj-on,e da Roberto ,Ardigò ? Quali le ragioni della cordiale venerazione dei discepoli?~ E come si sp,ieg.a l'intùito popolare, che trasse -La,nta onda ,di gente, e piegò tante bandiere - anche s,car– J.atte - d.av, a,ntialle bare del Carducci ,e dell'Ardigò, che, per fermo, non furono socialisti, e mo,rirono se• natori del regno ? · · Nena :poesia del Carducci, che fu la esaltatrioo delle nostr,e giovinezze, non sedotte poi dalle preziosità del D'Annunzio, come più tardi - qu,el,li di noi che ,com– pirono qu:alcl].e s•tudiQ cli fìJ.osofia - nelle pagine ,s,e– ver,e -dell'Ardigò, noi, generazioni cresciute dopo la ))resa di Roma sullo scorcio del secolo scorso, cer• cammo - oh, non già, come -no-v-ellaronoavversa11i 'del filosofo, -se non del.,poe-1,a,un volgare anticlerica• lismo, l'es·pressione più o meno massonica di un po– vero sedicell'te libero pensiero,. che acqui\)tas·se i 11<)· stri dubbi e .fip,pa.gass,o le nostre giovanili impazienze - m:a anzi un maschio .accento di iLaJioa en,rgia·, ,che ci incuorasse a 11esistere al-l'accidia dell'a mbiente in cui si viv,ev.a,che ci aiutasse .a vivere, a pen.sà· re, a l.avorare perchè questa, terza Italia, ,che sembrava im– mèmore dell,a mazziniana e ga-ribal-din•apoesia del Ri– sorgimento e appariva schiava di una paurosa bor• ,

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