Critica Sociale - anno XXX - n. 6 - 16-31 marzo 1920

82 CfllT1CA SOC1ALE zione europea di tutti i fatti prelevamenti, e poi una nuova gestione collettiva, nella quale le di•stin– zioni 'cli vincitori e vinti, di belligeranti e cli neutra– li, perderà ogni ,senso. Naturalmente la Francia si leva inorridita a pro.testa-re appena si immagini che alcuno voglia aiutare i boches_ aggre~sori _con cr~– diti di denaro e di carbone e d1 maLer1e pnme, pri– ma che es-sa stessa non si sia, .rifatta sulle indenl'ità irraggiungibili. Naturalmente l'Inghilterra, mentre in partila doppia obiurga il bolscevismo e tratta con esso per le sue esportazioni e importazioni, _già di– mentica .di quello che çonfessò Lloyd George per la Mesopotamia - essere una grande conquista, ma da mandare in malora dieci lngnilterre a Lenerla - sta allun~ando le mani su Costantinopoli, con il pro- cedimento fa.tto dassico in Egitto. . Sono questi, dopo i vani riconoscimenti della ve– ,rità superiore detta dal gruppo socialista italiano in Parlamento e dal Parlamento al Governo e dal Go– verno delta alla Conferenza, che ne ha tratto il più scioc-co dei manifesti, pieno di -~onfessioni e muti!?. di positivi propositi, sono que-sti i ritorni' inesoval.ili alla propria natura, alle proprie tradizioni, alla pro– pria mente, dei Governi borghesi, radicalmente inetti alla pace ed al socialismo. anche dopo a_vere rico– nosciuto che solo il socialismo e la pace possono salvare il mondo da e ssi tratto a ll'abisso! Ma dt:tli ritòrni non servono ad atterra.re queHa verità supe– riore, oss·ervata alla luce di un bisogno che ha per interprete tutte le moltitudini, esauste e oppre8se da.J sisLema che le condanna alla ~ue,rra eterna e al– la fame cronica e crescente e che sembra 5ping'crle ineluttabilmente alla rivoluzione. In fatto la rivolu– zione in Europa non ha altro argQmento obbiettivo che l'incapacìtà ùella borghesia a ristabilire, con la pace, il funzion amento del proprio sistema ·econcmi– co e assicura.re la vita delle masse. In Tagiòne della cresciut.à vastità dei continenti controllati dagli Stati borghesi è diminuita la produzione ed è aumenl, lo il consumo,. cdl risultato evi:dentissimo di uno squi– librio, che coi metodi, con g·li istinti, con le trad·i- zioni della borghesia non si colmerà mai più ' Fu su questa affatto obbiettiva considerazioite che ci inducemmo, qui ed a.Jtrove, a dire che il do ,~re· socialista era uno: al potere! Clrè quella verità e ne– ces,silà superiore -- dai socialisti denunziata e èai più intelligenti conservatori non contradde.Ua -.- di spingere in ogni Stato, ,per spingere nella Inten1 a– zionale, la politica della pace, .della c;ooperazione·, del libero scambio, del disarmo e delle economie funzionali - sola salvezza della uma.nità ~ non poteva affidarsi, per la contraddizione che noi ,con– sente, ai Governi ,borghesi, neppure per la machia– vellica furbizie di lasciarli loro a dipanare la ma– tassa inestricabile della responsabilità della gue-rrav in guisa che neppure un filo di e,sse. ci venga a ùn– ~olare. Ci _pareva e ci pare innegabile che, essendo 11 proietanato parte integrale della umanità, e, per ~efinizic:me, la part~ p_iùsoff~rente d~i _delitti e delle mcapac1tà borghesi, il Partito Soc1a!Jsta non può stringersi, con stoica superba indifferenza, nelle bra-ccia, aspettando. che i Governi borghe-si abbiano annientato l'univers.o e la vita per balzare su quelle ma,ce·rie a rifare da capo la vita e l'universo! Ergo la conquista, poliitica del po-tere da parte del prole– tariato in tutti i paesi, con t.utti i mezzi, pacifici o violenti, ,intransigenti o collaborazionisti, in loto o in parte, rha più che sia possibile, per sostituii ;:i i modi della vita socialista ai modi della vita in C.:; vi– dualista, la. pace e la solidarietà degli inteTessi al luogo della guerra e della concorrenza. così neuli ordini interni che in quelli internazionali. In verità, non avevamo alcuna idea di dare -lo sgambetto al– l'on. Nit.ti o di aiuta,rlo nel· ,suo rimpasto, ohibò, proponendo il nostro i!1domabil'l _sillogismo: Quan- · •BibliotecaGino Bianco lo, .anzi, .fon. 'Nitti ha fatto nei Consigli di Europa sotto .I.a pressione parlamentare italiana per ispira– re qualcosa del nuovo corso che l'Intesa mostra cli non sapere, anche volendolo, attuare, rende fo1 se ·meno urgént,e per noì che per altri partiti social;Et.i di balzare alla somma del potere,· potendoci fino ad un ce,rto punto ac•contentare dei risultati del po– tere di pre-ssione, che già e-sercitiamo in grazia del nume,ro e delle rappresentanze ... Ma il sillcgi– smo resta invitto, 1 e non si sctwLc affatto per la cun– siderazione di prudenza alquanto casalinga che t;inti amièi ci hanno obbiettata, cioè che il potere è gra– vido di responsabilità, che le plebi non si terrebbero paghe degli acconti che J.e conti·ngenze permetle.-<·b– bero di realizzare sul sociaJismo, che i pionieri sa– rebbero stroncati, e.cc. , eoc., ecc. A tutte queste t['(,p– po -savie ragioni - s e noi vediamo esatto - si ri– batLe con una sola: nece-ssità non ha precett.o; il do– vere non è la propria comodità .... Gli indugi deI!a Intransigenza dottrinale e iii ag– mqlistica, innocente o machiavellica, hanno J'arùt di raccomandarsi ali-a segreta speranza che !.a borghe– sia internazionale non sia poi poi così « incap.i~e » alla r~costruzi,one auspicata, come il socialismo ri– voluzionario va proclamando. Ma allora bisosna mettersi tutti ,a negare la crisi di reg(me, che ab– biamo tutti -- e non noi soli -- proclamata. Il che non si può fare il gio.rno che il Matin rivela C<Jme è bastato un colpo di te-le.fono tra Parigi e Londra, perchè il manifesto degli Alleati che doveva bandire .Ja nuova politica concordata ·sulle indicazioni dei Keynes e degli Hoower si mutasse radicalmente nel– le conclusioni per quel che ·concerne le relazi.oni dell'Euro pa c on la Russia _t:}. con la Germania, e un'altra voi.la si decidesse la conquista milita.re, di Costantinopoli e dell'Asia Minore .... tra Lloyd Geor– ge e V.enizelos, proprio il domani della pubblica– zione della lnch1i•est.ade-Ila Intesa sulle atrocità elJ.e– ni-che a Smirne 1 ,che poco hanno da invidiare a•He uJ.time dei Musulmani in Armenia. Ora, ogni giorno che passa, ,co,testa politica peggi.o-ra le g,enerali. con– diziorni della vi•ta, lasciando all'erede presuntivo', il ,sociali•smo, una più deso.Ja.ta successione; ogni. gior– no si distruggono maggiormente le condizioni di for– mazione de-!'socialismo, come por.lato di un.'.opera ,savia e metodi-ca di ricostruzione, non restando che l,e èondizioni · di formazione del· socia•lismo· .altri- . menti che come il risultato - dice Otto Bauer - di una ,spa, 1 entosa tempesta., che tutto distrugge ed an– nienta per potere sulle macerie del vecchio mondo ri•edifi.care il nuovo. A questo rigua,:do, l'inazione, l'incoerenza, la stol– te'zza e la, malvagità dei Govem.i nei 18 mes~ dGpo l'armistizio uon lasciano nessuna illusione possibi .. l·e. Il manifesto· degli Alleaiti è lì che parla. Essi assai predicano, ma in fatto non sanno 'affrontare l'unica politica .. che, a loro stesso• giudizio nei wo– menti di lucido intervallo, sarebbe necessaria I er la salvezza del mondo e per la salvaP'tia•rdia dei di– ritti deU'avveiùr,e. Ecco quindi che non c'è altra, giustificazione da dare della te.s.inostra: i lavpratori al potere! Se fosse -che non si possa, vorrebbe dire che il Calvario del prole,tari'ato nÒn è finito, che non la fulgida Rivoluzione ma un'oscura Req.zione è in agguato. Il potere che non cada nelle classi lavora– triici, cadrà in quelle plutocratiche nazionaliste e mi– litari. La Germania rivedrà la ristorazione degli HohenzoUern, come l'Ungheria, in attesa degli Ab– sburgo, spasima sotto il tallone dell'ammi•raglio Hor– ty. Oh! foli-ci coloro che hanno tuttavia facoltà di illudersi che tanto peggio sia tanto meglio! che credono la storia si svolga come una film romanti– ca, in cui il trionfo dell'Eroe balza dall'imo della ·su.a disfatta! Qostor o ben possono re~tare fìdenti ed 'impassibili a tut.te le evoluzioni dei· Governi ... Ma

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