Critica Sociale - XXVIII - n. 21 - 1-15 novembre 1918

242 CRITICA SOCIALE assuuto, che è il buono, come lo .dimostra la-stessa violenta contrarietà dei nostri avversari. Non sono infatti i socialisti, i quali hanno intrav– visto qualch~ cosa di più. profondo. degli ?Itri nelle oriaini .della guerra monchale, quelli che s1 debbano stupire del pr~~·ondo i_mbarazz~ ~ della _sorda_irrit?– zione in cm _l 1mprev1sto prec1p1tare rivoluz10nar10 degli eventi caccia parecchi fautori della _guerra. Ouanti tra costoro non hanno nella guerra visto che l'urto di due politiche imperiali, di_cui una, la pro– pria, essi gratificavano {li tutti gli attributi del di– rit.to divino, per la sola opportunità di portarla a ,,.i ncere l'altra, a sostituire l'altra, che essi insegui– vano .pi invidia piuttosto che di odio ? Quanti di costoro non veggono ·nella vittoria che il mezzo di imporre la dominazione del .proprio Stato, ~i allar– gare matcrialmeHle il teàitorio nazionale, di costi– Ìuire vantagg;iosi monopoli <li materi.e prime e di mercnti per l'espansione della industria nazionale? Non vengono essi dalle vanterie- del « sacro egoi– smo » ? Non si sono nutriti dei _trattati segreti, com– plottanti le sp·arlizioni criminose deHe terre e dei popoli? Non hanno professato come «giustizia» l' «equilibrio» delle sopraffazi·oni? Non si sono>pro-' sternali all'Impero degli Czar e non gli'hanno offerto tutla la Polonia, Costantinopoli, gli Stretti,' l'Ar– menia? Nòn hanno tenuto per domma la conserva– zione del trono degli Absburgo, sa]_vo a mutilarlo dello stretto necessario per il compimelilto di un ,disegno nazionalistico-territoriale? Non hanno con:– sidernto come semplici spedi.enti per creare imba– n12zi al nemico le sollevazioni· dei popoli oppressi, rifiutandosi sempre di impegnarsi a limitarne le sédi ? Per quattro anni non hanno continuamente giuocato coi fini, con le formule, con gli ideali della guerra? Soltanto alla fine, quando, avendo tratto gli Stati e i popoli alla ultima distretta, videro levarsi, sopra la rissa immane e. l'inutile strage, un Arbitro ed '"i.m commilitone potente,_ un outsider che si insi- , nuava, rompendo i precostituiti schemi de]]a guerra e proponendo formole e principi, i quali, per rispon– dere a.clinteressi politici affatto nuovi e di.versi, ma– turati tra l'Atl-antico e il Pacifico, sciolti da desi·deri annessionisti e da bisogni protezionisti, valevano pra– ticamente in Europa_ come ideali substanzialmente. democratici e libertari, si decidevano a stringer~i a]]' Arbitro ed osannarlo dittatore e salvatore uni– ,ìerso - ma con la tacita intesa di assumerne i .prin– cipi solo per queHo che la necessità imponeva,- e per il resto confidando. ·di tirarli alla fh.sione nei• vecchi crogiuoli della politica tradizionale. Qual me– ravigli a allora che, mossisi quei candidi guastafeste socialisti a pigliare sul serio ed a r·afforzare con la - cosciente azione delle masse .la politica dei 14 punti e dei 4 aggiunti, venissero aGcolti a quel modo che 1 si è detto ? fl contrasto· non è mai stato più forte e certo lo era meno quando le due fazionit sugJi_ippo'" _grifi delle rispettive ideologie, cavalcavano in sfere celesti differenti senza· accennare a scontrarsi mai, reciprocamente accusandosi di essere fuQr:i della vi– ta, <li non avere il senso d'ella realtà storiéa, ecc. Ora l'urto è poderoso sopra tutta la fronte della imminente_ storia: l principi di Wilson sono •essi principi di applicazione universale, sono imperativi · categorici della nuova età, oppure sono semplice– mente le condizioni che si dettano. ad· un vinto, che obbligano il vinto soltanto e non il vincitore ? ·Mo~ti di cotesti « \'l 1 ilsoniani » prof essano- con veemenza la seconda opinione, e violentemente proibiscono ai– nemici di appellarsi a quei principi per la propria salvezza o. per mitigare la, propria ·condanna., Il principio dell'autodecisione, vituperato· nella folle intransigéi:iza dell'individualismo etnico di Trotzki .e. Lenin che moltiplicava gli statere1li impotenti, per– chè cascassero sotto lo scarpone tedesco, si esalta BibliotecaGino··Bianco-. invece senza alcun Ìimite se deve segnare il disfa– cimento dell'Austria-Ungheria, ma non sepza che tosto -riprenda il freno moderatore dell'egoismo po– litico, quando quel crollo sembra, agli occhi dei· na– zionalisti fr_ancesi, portare al1!} Germania il com– penso delle popolazioni tedesche scioltesi dall' Au– stria ; proprio _come se, ne~ 4 punti aggiunti, Wilson non avesse ma~ proposto « che tutte le aspirazioni nazionali ben definite siano soddisfatte nel modo più assoluto in cui possono esserlo, senza introdurre nuovi o -perpetuare vecchl elementi di discordia· e di antagonismo che siano. suscettibili di provocare . eventualmente- la fine della pace dell'Eur.opa e per conseguenza de{ mondo » ! _ Se i deputati socialisti, con la loro Mozione par– lamentare, mirano a dare' applicàzione al 5° punto di Wilson - libera ~istèmazione, con spirito "largo e assolutamente imparziale, di tutte le rivendicazioni coloniali, basandosi sul principio che. gli interessi dell-e popolazioni interes·sate dovranno avere un peso eguale a quello delle domande eque del GoverT)o,- il cui titolo dovrà essere riconosciuto - in mod.o da -fare delle terre .nuove una specie di $0.rbatoio uni– versale per i ·bisogni di ìtutti i popoli- ~ivilj, cqmbi-· nato eon la più vasta libertà e fraternità dei· cambi e con la piena tutela della vita e dello sviluppo degli indigeni,'. i (< wil~oniani » ufficiali, _che minacciano una notte <li S. Bartolomeo ai « '"'ilsoniani-» socia– listi, continuano, con'le nel secolo- p:i'ssato, nel se– colo dell'imperialismo teutonico, a non vedere nelle colonie che gli obbietti di una. gara tra le Potenze; la vincitrice Inghilterra_ ne spoglia la vinta Germania, e le ·allea,te e le neutrali da ciò trf;lggono la ragione· delle rivendicazioni propri,e: titolo di compenso, ti– tolo <li equilibrio .. Ogni imminente disegno per as- . sestare le cose nel vicino Oriente e in Asia Minore non ha altra norma, ufficiale od ufficiosa ; ed essa · è poi sempre la stessa· che servì a << risolv•ere » le l?Uccessiv'e gare di· do.minio nel Mediterraneo nelle crisi di Algesiras e di Agadir, per l'Egitto, per il Maroèco e per la Libia. Il novus ordo è l'antico, è I'u1lico che essi sentano ed in cui si esaltino. L~ap– pendice ~oloniale-è il mezzo perchè ogni Stato..(<basti / a se stesso» economicamente e politicamen_te, e possa .levarè ,barriere alte, inaccessibili, contr·o la. pace 1 la fratellanza e· l'ordine .... nella Società delle' Nazioni r l)n <~ wilsoniano ». nazionalista interpreta per conto · suo la lettera e lo spirito ,del 5° punto.a questo modo·: « La capitale necessità storica italiàna in questa· guer– ra ed· in questa pace è triplice: integrazione delta · unità naziò-nale ; acquisto,, ad Oriente, deHa-. asso- · luta sicurezza strategica .. .-. (contrn çhi ?.-.:); espan– sione coloniale -proporzionata a quella dei suoi al– leati ed al bisogno imperioso della sua. esistenza. Ma queste tre necessità non hamm in_r,ealtà lo ste.sso~ · valor-e·, nè sono sullo stesso piano:· le prime due · non sono· che le premes-se · indispensabil'i aella ter- za(!!)». Non è ,questo lo-spirito del « ·prussianismo » · che rnu9re, vinto, in Germapia e rinasce, vittorioso,, . tra .le genti e le fazioni della. Intesa ? Oh ! CO~ · si intende che esso arda tutto di furore contro il · Socialismo, il quale, ostinatamente cacciato e per,:_ · cosso, ostinatamente risorge col).tro .9gni imperiali- . smo, e l'.jnsegue e ·10 séopre sotto ogni camuffamento· · ·e gli-strappa la ~àschera vyilsoniana ~dal vo!to e gli . . gnda « che non si può far 1!1,ercatodei-popoli e .delle - prov_incie p'er farle, passare da una sovranità all'.al- . tra, come sé f assero delle semplici cos·e, o pè-zzi d;;. un giuoco, fosse f!..Ure. il gran. giuo~o, ora scréditato ; per scempr_e,dell'equilibrio delle forze » (punto· 2° ag- . giuqto). - . · - Se noi m~ttiamo alquanta innòc~nte malizìa a con– . trapporre_le parole e i fatti dei.. nostri avvér~a•~t, in · fond0, però; tutto ciò è assai 'naturale e per- nulla– affatto nuovo: Naturam-expellas furca .... · .Essi r'este-

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