Critica Sociale - anno XXVI - n. 13 - 1-15 luglio 1916
. 188 CRlTlCA SOClALE della « lnlernationqle » stesse solamente nella insuf– fkienza ,personale, che questo vuol riscontrare in quello, se il malcontento degli estremi provenisse sol– tanto daHa debolezza e dalla azi-one incerta del nuov-0 Gruppo p.arlamentare, il caso non sarebbe molto grave. Ma il dissidio è più profondo; e non è sol– tanto di tattica, -bensì anche e precipuamente di principii. Già da alcuni mesi il Gruppo, « Sparta,co » av,ea pubblkato akune « Te-si ii, che fur,ono p-0i pres,en– ,tate - m.a non accolte - anche a Zimmerwald, e in– torno a cui si ,a,ggrupparono poi quelli de!La « Jnter– nationale » e dei « Lichtstrahlen ». Quanto vi è detto intorri.o all'imperialismo può in massima esse-re sot– toscritto da ogni s.ocialista. Alcune di tali tesi pe-rò sono fondate sul principio di quella che poi, in altre « Lettere di Sparta-co », venne chiamata la « aggro– vigliante frase della dif.esa della patria »., E qui co– m.in- eia il dissidio fra i due Gruppi dell'Opposizione: dissidio, che po-i imp:onterà di sè allri capisaldi tanto delLa te-o-ria quanto della tattica. « La maggior par.te dei ·compagni d-e)la minoranza - s,criveva, qualche tempo f.a, la « Chemnitzer Volks– slimme », che è l'o-rgano più diffus,o e più autor,ev,ole del,J'ala destra - ri-conosce- -i dov,eri gella difesa de!La patria tanto s,chi-ettamente quanto i compagni della maggio1.1anza. II1 tutto, il Gruppo, parlamentare s·o-cia- . • lista d,i 110 deputati, si trovarono, alla prima vota– zione sui crediti di guerra, s-0ltanto 4, i quali non , pensassero che ogni s-0,cialista deve fare tutto il p-os– sibil-e per la dif.esa della patria. Furon-o Liebknecht, Ruhle, Henke e Herzfeld, ~ quali chiamarono « frase .aggr,ovigliante » il precetto della difesa della patria,. Tutti gli altri compagni, compresi, naturalmente, an" che Haase, Led-e-bour, Bernstein, .non vo.Uero men-0- mamente intaccar-e il prirncipio del d-ov,ere d,ella . di– fesa deHa patl'ia. Anzi, essi come noi considerano do-· ver,e della democrazia il difendere, al caso anche e-on J,e armi, l'in<lipend,enza della propria nazi-on~». E i,a. <e Bremer Biirgerzeitung », che è appunto r-e– datta dal deputato· Henk,e e -che, insieme col « Volks– freund » di Braunschweig, è -organo dell'Opposizione -estrema, commentava quella distinzione con le pa– role: « La Chemn'ilzer Volksstimme ha ·ragione: essa ha tirato giustam~-nte e nettamente la linea diviso-ria fra lor-o e noi neJ.la lotta per l'avv,enire del Partito». :È insomma l.a tendenza, a cui Karl Rad-ek diede per p•iatLaform.ail moltò « Sì, noi siamo senza patria», e la cui b.andi,e-raviene sv,entolata al sole dalla Luxem– burg, da Liebknecht, e anche da Lenin, da Panneko-ek, d.a Axelrod, i quali ultimi, -s,o-cialisti non tede-s-chi, spiegano tuttavia un.a grande attività ed esercita.no una grande .influenz~ nella· Socia1democrazia ge·rmanica. Lo stess-o Axelrod, che è, tra c.ostoro·, il più mode– r,ato, vede la causa dello• sfaceJ.o dell'Internaziona.Je pr-ecisamente nell'atta-ccamento primitivo alle divi– sioni nazionali. Perciò egli chi,ede una propaganda r-ivoluzionaria per l'abolizione delle patrie, che sono oramai un concetto antiquato, e la preparazione e il lav-o•rio per uno Stato mondial-e. Pxogramma code– sto, a cui noi pure sottoscriviamo, ,quando aboiire J.e patrie significhi sopprimere ·le frontiere politiche ed economi-che, conservando puro il fattore estetico- e culturale, che non è per nulla -ostaco-lo all'internazio– nalismo, sociale. Una taJ.e abolizione delle- patrie sarà, del ·resto, cosa intimamente colLegata con l'avvento del sooia.Jismo; l'una cosa porterà l'altrà'; qu'.esta noii: BibliotecaGino Bianco ' sarà possibiJ.e senza quella; e pel trionfo dell'una e dell'altra idea, - che sono poi due in una e una in due - -occorre cer~mente lav,orare già fin da oggi. Ora ,come ora però, non si può e non si aeve di– menticar-e che J.e masse s.ono e si sentono organica– mente, materialmente e culturalmente legate al corpo nazionale- e statale, a cui apparteng-ono. Perciò, di– fendendo al Reichstag il programma éli Erfurt oon:tro l'.a-ccusa che i socialisti sono contrari alla difesa d,ella patria, lo .s-tesso Bebel, ,che nel '70 non vo-tò i cre– diti di guerra e in seguito si pentì di non av.er ~ato addirittura voto contrario, .J.ostesso Bebel di.chi.a– rava, al 10 dicembi:e 1904: cc Chiediamo noi forse per pur-0 dive-rtimento la nazione a-rmata? No; ma no•i pensiamo che, di fronte a un pericolo esteriore, sus– si~te la ne,cessità che anche l'ultimo u-0mo valido• alle armi debba avere fa possibilità di combattere per la libertà e .J'-indipendenza della sua patria». Gli è che, anche socialisti-camente, ci,oè a dire an– che economicamente parband·o, un,'invasione nemica sarebbe realme-nte la sv-èntura 'pi'ù' tèrrib'ile, ch-elpossa' ,colpire tutto un po-po.J.o,e non soltànto le cla?si do– minanti. Questo ammette lo stesso ,Axelrod; e que– s.ta è anche !,a ragione, per cui, ,tanto p,er citare ùn esempio•, nella Rivista « Der Vorbote », che è un:o de– gli -organi deU'ala ,estrema - •anch'essa tuttavia uscita finora, in ,numero unieo - si fa di Axelrod e d'i Kautsky un fascio- so,J.o,~I quale· « nutre le masse con la spe– ranza che I.a futura Internazi-o,nale sarà sicuramente riv,oluziònaria, unicamente per difendere -0ra e ab– bellire e coprire il dominio degli eLementi contro– riv-oluzi-0nar-i dei Legien, qei D.avid, dei Vande-rvelde e degli Hyndmann ii • Lo s!iesso Karl Liebknecht, in una lette·ra d,e,l 26 set– tiembve 1914 al Rad,ek, dichiarava ·che la minoranza del Reichstag « non ha negato pe•r nulla il diritto della difesa nazioriaJ.e.». M,a ir Liebknecht nega poi che in questa lì1.1a ,imperialisti,ca vi sia ·guerra n.azi·onaJ.e. E questo è iJ. fondamen:to pri.neipaJ.e del dissidio. Se– ,condo• l'ala estr-em.a deJ.l'Opposizione, marn,ca al. Gen– tr-o la v.isi-one delle vere- fonti d-el socialpatriotismo. Kautsky e compagni vedono in esso urÌ'aberrazi-0ne tatti-e.a, l'esag,eraz,io-ne-d'una -politica della· difesa della patria; in realtà però hr difesa dall.a patri.a neJ.l'iìra dell'imperialismo_ è una po.JiUca, che deve portar-e alla negazione della lotta. di classe. Chi ammette I.a difesa d-ella patri.a e si ribella soltanto ,contro J.e sue conseguenze, si· pone nell'impossibilità· di sco-rgere le radici de.Jla politi-ca sodalpatriottica, la quale ,con– siste nell'.aspir,az/one dell'autocrazia o-per.aia a par– ,tecipare alla rapina imperia,lismca. E-eco il p,ensi-ero-del Grupp,o del-I'« lnternationale ». E ·ne.Jlo stesso intento• ·di organizza.re rina lotta effi• cace contro l'i'mperialismo, che è l'unf{'..afonte deUa conflàgrazione pr,esente e che può, essere fonte di guerre future, qu-el Gruppo• propugna un programma di immediata azi6ne locale c.ontro la guerra che in• furi-à ·ora, e una nuova org,anizzazi-0ne internazionale per dirigere la lotta adesso e nell'avvenire. La prima parte de], pr-0grainma, riguarda l'azione nel Parlamento e fuori di esso. F,ormare, già ora, immediatamente, o-rganizzazi,oni più o men.o secrete, ,che diffondano• neUe masse il pensiero della. lotta ri– v,oluzionaria, che organizzino scioperi e dim-0strazi:oni e riv-oluz~oni del1a fame, per iscalzare le radki ana camariUa 9i guerra: e-cco quanto si pr,opugna in un fogli,o volante, distribuito tra le miasse. E agitazione
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