Critica Sociale - anno XXVI - n. 13 - 1-15 luglio 1916
ClUrtcA sòctAtE 187 gni di essere tanto inaffiata con la rugiada fecon– dante dei portafos-li e sottoportafogli. I ·competenti grà ci hanno mostrato con esempi tratti dalla esperienza che questi mastodontici Mini– steri Nazionali cre·ati per cementare la concordia. sono meno adatti a 'mantenerla nell'azione. Ed al– lora che succede? Il Gabinetto silenziosamenLe si scinde in due gra'di, uno in alto, breve, informato, illuminato che agisce; l'altro in basso, più Largo, ma estraneo agli affari, decorativo, che parla. Os– sia nello interno stesso del Ministero, che si re·puta assorbire opportunamente tutta la sovranità parla– mentare, si vanno delineando dm~ spe,cie di sovra– nità: una reale, el[ettiva, l'altra fittizia, simbolica. La sovranità .effettiva, monopolio dei pochi mi– nistri che più avvicinano la Corona, tende ad es– rese assorbita da questa come un termine subordi– nato, con risultato certissimo di indisputato· incre– mento del potere regio. La qual riflessione ne su– scita un'altra. Era veramente l'occasione più pro– pizia, il Ministero Nazionale al repabblicanismo uf– ficiale per entrare nei consigli .... della Corona? N<onsarà tanto facilmente dimenticato· che quest'oc– casione fu caratterizzata dal veto fra~pcisto dall'ono– revole Sonnino alle Commissioni d1 Controllo che nella intenzione dei pr;.oponenti .avrebhero dovuto temperare in pro dell'autorità del Parlamento la me– dioevale rigidità del privilegio ,consacrato .all'art. 5 dello Statuto! · Ci diranp.o, che questi sono affari che non ci ri– guardano. Ma non è giusto. Il socialismo in quanto difende gelosamente le prerogative parlamentari e annota ,criticamente i colpi che tutti i partiti •dell,1 guerra un dietro l'altro e _tutti insieme gli inferi– scono, difende una causa universale. Ben possiamo noi av,ere il pvesentimento che il regime parlamen– ta11e dovrà cedere ad altre forme rapj:,resentative, più decentrate e più democratiche, più agili a in– carnare nella società socialisti,ca la complessa ammi– nistrazione della produzione e della distribuzione della ricchezza, secondo la giustizia pia del lavoro e del bisogno; ma per intanto la via più larga, age– vole ,e pacifica delLa lotta della ,classe proletarja è quella del Parlamento e del suffragio universale. Chi vi attenta, o per temeraria violenza di. processi reazionari o per subdola- blandizia di concordie abdi– catrici, d,egeneratrici dell'Istituto, non può che avere il socialismo contro di sè. Noi diciamo: - nulla è meno nazimiale di un Mi– nistero .... Nazionale ~ p-o ichè la «Nazione» è e si ritrova in quegli Istituti i qua.li garanti-scono l'e– spre ssion e leale, radicale d el con trasto tra i par– .liti •e.le classi che La Nazione compongono. In tanto è sufficientemente •chiaro ,che, a meno di– riconoscere che il proletariato non fa parte della . Nazione (si incoraggeranno i nostri avversari fino a cotesta proposizione· che esclude dalla Nazione la classe ,che la Nazione mantiene col suo lavoro?) il l )resente ,cosidetto Ministero Nazionale cui ha dato e sue fatiche e il suo nome !'on. Boselli, non può da noi essere considerato che come il Ministero della Nazione .... bo,r~hese, rappresentante un com– promesso tra partiti mterventisti e partiti neutralisti borghesi - nei quali .la classe lavomtrice non si . riconosce. No, davvero! Onde il mandato che essa . dà .al Gruppo socialista non può essere che questo : dissipare l'equivoco e ,continuare la lotta per la sin– èerità e la salvezza delle guarentigie parlamentari. CLAUDIO TREVES. Al prossimo Numero: Circum-Europa contro Mittel-Europa (A propo– sito. della Conferenza di Parigi), del Dott. ALES– SANDRO ScHIAV'J. Biblioteca Gino Bian~o lA[Rm DEllA ~O[IAlDEMO[ftAllA TEDEUA III. Dissidii vecchi e nuovi. Le correnti rivoluzionarie. Ancor.a più vas-boe più profondo è po,i·rabisso, che si apre fr.a tutti costoro e l'Opp,osizi,onedell'Estrema Sinistra. È essa comp-osta, come-vedemmo nella prima parte di quest-o .articol-o, d.al Grup,po_Liebknecht, d.a q1,1ellidel1a « lnternationale » fondata d.a M~ring, da.JlaZ.etkin e dalla Lux;emburg, e dai « Socialisti In– ternazi,onali » capitanati da. Borchardt e da Radek: quelli cioè, che anche a Zimmerwald rappresentano la minoranza, I.a oosidetta Sinistra. E c-ostoro f.anno tenace opposizione al Gentro come alla Destra, alla Unione S,òcialista' d•el Lav,o,ro-c·omeaH'anti-co Gruppo P;arlamentare Socialis-ta. Perchè combattano la maggioranza, non 0,000,rre spi•egare a lungo. « Questa maggioranza del Gruppo e questa maggioranza della Direzione sono oggigiorno semplici strumenti degli imperi.al- ist( borghesi, non sono più che un,a succursal e degli H eydebr.andt e com– pagni. Come questi guerrafondai e· i I-oro Gò,verni voglion-0, con bo stato d'assedio, ehiuderei la bocca per fare su!J.enostre schi,ene i lo•ro ,aff.aricapitaHstici, cosi gli S.che•idemann; Heine, D.avid e compagni vo– gliono sfruttare i loro ,mandati, e le !,oro cariche per istrozzar,e entr-0 il Partito ogni elemento ricakitr.ante, ogni •Opposiz,ione ». QuesLe parole si J,egg.ononeH'ul– tima man-itestazione- d,ell'Opp·o-sizione s,tr,ema, i,! proc -ci.ama « Gli ammaestramenti ,del 24 marzo D, con cui venne salutata I.a scissura del Gruppo parlamentare. E costoro vogliono com.battere la maggioranza in modo cosi ·reciso•, che inv,itano le organizzazi,on'i a non pagm.rpiù oontributi alla Dir-ezione Scheidemann– Ebert. ' Ma, come s·e•la prènd.ono con .Ja maggio,ranza, così i,nveisc,ononon meno viol,entemente contr.o il Gruppo dissidente dei 18 - anzi ora si deve già dire dei 19 - e pr.è-cisamen·te,.se la prendono oontr-o il loro mar– xismo, che Là Luxem:burg già definiva « un guazza– buglio teor,etico •Oscillantefra opportunismo e intran– sig,enza », come pure contro la loro tattica troppo snervata, di cui i « Lichtstrahlen », serv,endosi di una · e•spressio-ne · di Engels, s,criv,ev.anoche rappr-es-erita , « !'immondizie della confusione». Per Liebknecht e la Luxemburg, per Mehring e Borcharqt, l'opposizi-one del grupp·o Haase-Ledebour è troppo \~sci~, troppo perico,lante. Il voto de,! 21 di– ,cembre oontre-i crediti di guerra non fu che un bel gesto. Chè se, al 24 marzo, H~se e compagni si stac– car.ono addirittura dal Gruppo ufficiale, tutto ciò non basta ancora a quelli d.ella « Internationale », i quali diffidano di simili posapiano, di simili opportunisti: e c'è anche chi scrive di simili ipo,criti. « In 24 ore non è possibi,le che pazienti agnelli diventino leoni. De– putati che, per due anni, non seppero tir.are una pre– cisa linea di distinzione fra sè e la ,tra<litrioe maggio– ranza del Gruppo, non d.iventano-lottatori rivoluzio– nari per il -solo fatto che da quel.Ja maggi-oranzà si ·sono staccati ». , Anche queste parole si legg•ono nel manifesto « Gli ammaestramenti del 24 marzo». Ma -I.asciamole ram,– p.o,gne.Se U dissidio fra il Gruppo Haase e il Gruppo
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