Critica Sociale - anno XXVI - n.10 - 16-31 maggio 1916

154 · CRITICA SOClALt · bra, la diversa posizione spirituale del Mazzini e del Marx. Scriveva il Vailali d1e « la distinzione tra causa ed -effetto - e questo è vel'o anco1,a più per le scienze sociali e storiche che non per Le scienze fisi– che - è una distinzione essenzialmente d'indole pra- 1 ica., e che si r.apporla, jn un grado più o meno di– retto, .alla rappresentazione che noi ci facciamo ciel modo e clell'orcline in ,cui dovr.emmo, o vorremmo, pt'oced,ere per modificare l'andamento dei fatti di cui si tr~atta, e adattarli ai nostri fini e .ai nostri ~le– f-iderl » (1). La realtà sociale è complessa. Si pensi alla di– versa mentalità, con cui il Mazzini ed il Marx le si posero di fronte; si pensi al « modo » ed ali'« or– dine», in cui l'uno e l'altro volevano .agire per mo– di.fìcare quella realtà e adattarla _ciascu[!o ai pro- prii « fini » ed ai proprii « desiderii ». , \ li Mazzini, essenzialmente moralista e paLriota, considerava .come fattori; non soltanto importanti, ma de·cisivi nella storia, i valori morali. Ogni rivo– luzione ,er.a per lui, come sappi.amo, un problema d'educazione sostituito all'antico. Edu,çatore, egli ravvisqv.a precisamente nell',educazione la cau~Q. del progresso; mirante, come a fine pre-cipuo, all'unità repubbli·cana della sua patri.a, egli rifuggiva, natu– ralmente e volentieri, dai mezzi cli .azione, che meno gli, sembravano conformi a quello sco_po; riformatore etico-religioso, da una riforma delle basi di credenza, dalla instaurazione della fede nel dogma del pro– gresso di tutti per opera .clitutti e cl.alla pratica de.1- 1'.associaz.ione solid.aristi-ca di tutti, che è, a suo av– viso, il metodo del progr,esso, sperava, sincera_: mente, la salute della soci.età, non. iscorgendo inle- 1·essi cosi diverg,enti fra classe e classe, che non po- , tessern essere composti nell'armonia della educa– zione , della nuova fede morale, da diffondersi in lui.ti gli strati della società. . Il M.arx, economista, .cerca, e crede di trovare. nelle intime latebre del mondo ec onomic 9; il se– gr,elo di tutta la storia, la molla di lui.le l,e rivolu– zioni. Cuo-re senza par.agone meno s ensibile del Maz- . zini, cervello incomparabilmente più vasto, non può sentire, nel suo scetticismo, .alcuna vocazione per il pedagogisr:no .eli-co, ,con cui J',eclucaLore italiano tenta di risolvere I.a questione so-ci.aie. Quanto .al modo, in cui convenisse agire per -oll,en·ere un risultalo pratico, il Marx, spirito· positivo, diffida della pro– paganda morale e religiosa, diffida dell'ottimismo solidaristico, diffida cl-elleutopie che fior.iscono nelle menti feconde {lei sognatori, diffida allresì della im– potente rivolta individuale, e non ha fiducia se non' nella organizzazione e nell'azione delle masse. Quanto al fine, ,egli, .cosmopolita, supera, con un su– perbo volo che valica non sollanlo i confini dello spazio ma anche quelli del, tempo, le questioni na– zionali, e,· ,consacr.aLe tutte le sue energie e• l.e sue speranze alla redenzione dei _lavoralòri, lancia il f.~– moso appello: « proletari cli lutto il mondo, uni- , tevj! ». La· s,empli,cizz,a.zione storie.a ,e prati,ca d~ quello stesso soc;ialismo, -che, in ,antitesi con le .altre scuole ed in par.ti.colare con le vecchie concezioni utopisti– che, s1 .intitolò scientifico, può essere stata troppo ardila e non scevra di errori. Ma si ricordi ancor.a l'osservazione del Vailali, e si -consideri ,che il Marx e l'Engels intesero - come, d'altro canto, il Maz– zini - meglio che a ragg.iungei·e fi,ni teoretici, a svolg,ere un'opera politi-ca. Non è possibile istituire un confronto etico fra m.azzinianismo e marxismi;:,, che soiio entità sotto tale aspetto incomparabili, per– chè dottrine radicalmente diverse di indirizzo e cli intento. (1) G. 'VAILATI, S1tl!'appUcab,Utà det,co11cett1 d-1 Causa e di Effetto t1el!e Sclerize Sto,·lche; negli SCrlttl, Flrenze-Lelpzlg, 1911, pp. 46S-4U. Biblioteca·Gino Bianco Ma nessuno, che in buona fede esamini la storia dell'ultimo mezzo secolo, può disconoscere che il so– lidarismo mazziniano si è spezzato, com'era inelut– tabile, cozzando con la realtà, ·mentre quel poco di bene ,che il proletariato ha ottenuto fu dovuto, per · la mass-ima parte, all.a lattica della lotta di classi, insegnatagli dal genio del Marx. « L'asso-ciazioni– smo mazziniano - dice, con precisione, il· Salvè– mini (1) - si manifestò esse11e solo ·una generosa utopia: il mazzini.anismo indie.ava agli operai la mèta,. ma interdiceva la via che sola si .offrisse a raggiungerla ». . Poteva il Mazzini col suo perfetto candore di apo– stolo, la cui vita era esempio splendido, ed unico, di disinteresse, predicar-e a lutt.e le classi soci.ali l'austera religione del dovere, e in nome del dovere invocare quel1e riforme, che avrebbero portato al– l'instaurazione di un Governo veramente rappresen– tativo dell'inter.a nazione e alla graduale trasforma– zione della soci,elà capitalistica i11 una, società cosif– fatta, che non avrebbe dovuto conoscere « distin– zione fi.wrchè di produttori e consumatori », o me– glio in cui « ogni uomo sarà produttore e consuma– tore»; poteva egli, col suo ròsecì ottimismo, dire agli operai : « ordinatevi• tr.a voi in una ,vasta uni– v,ersale Le~a di Popolo, tanto che la vostra vo-0e si,a voce di milioni e non cli pochi individui. Avete il Vero e I.a Giustizia per voi; la Nazione v'ascol– terà » (2). Ma se il Mazzini, spirito eminentemente religioso, poteva sperare ,che la fede del -dovere affratellasse tutte le classi in una grande opera di solidari,elà so– ciale - e pur egli stesso aveva detto, lo abbiamo veduto, fin dal 1839, che la cl.asse, che ha il timone d,ello Stato, tende naturalmente a conservarsi esclu– sivamente potente-; e pur egli, che era riusèito ad in– fiammar-e tante anime ed a spingere tanti cuori ge– nerosi .a versar.e il sangue per I.a patria in momenti eccezionali, « soleva 'dire che [?iliitaliani offrono più · voLentieri il sangue che non 11 denaro » (3) - ve– nuta rneno·, ,con la morte del Maestro, la credenza, che la sua- .anirp.a e-ccezion.ale irradiava in-torrio a sè, quale forza ùmana .avr-ebbe potuto tradurre in realtà iI giandioso sogno solidaristico del Mazzini? 1 'Aveva ragione il suo grande discepolo Agostino Bertanil mente di s,ci,enziato e cuore di apostolo, di considerare mela,nconicarnente l'.a,vvenire, la sera stessa delle esequie del sublime educatore! Forse, 'fin cl.a·queil..a memorabile ,o-ra - ,osserva l'Abba (4) - gli balenava l'idea di quella inchiesta ag-raria, che il generoso medico doveva poi promuo vere e da cui ta,nt,e miserie sarebbero state rivela.te. Ma, se l'edùcazione, anche i spirata a i grandi prin– -cipii etico-neligiosi insegnati dal Mazzini, .poteva aver pr-esa su le coscienze individuali, non er.a uto– pistièo il pensar.e che _ju quella dovesse trovarsi la molla per un.a così radi,cale trasformazione dell;a soci.età; per lo spodestamento d,ell..aclasse cap1tali– stic.a, come auspi-0ava il Mazzini? Per il solo impulso dei f.atto-ri morali, per la sol.a persuasione cl.ella giu– stizi.a delle aspirazioni delle classi 1avor.atrici, le classi detentrici del potere si ·sarebbero convinte a spogliarsi di quei vantagg.i, che l'ordinamento giu– ridico e politi·co, così come era -costituito, loro assi– curava? La notte del 4 agosto 1789 è rimasta unica .nell.a slor:ia; e non si deve dimenti,care che, se. pure disinteressati spiriti umanitari entusiasmavano allora ak_uni dei deputati dell'Assemblea nazionale, nqn tutti i diritti feudali erano in quell.a stori,ca notte (1) SALVÉ!dINI, op. cli., p. 1'80.' (2) Dovert dell'uomo; S. E, I., XVIII, pp. 123, 134-195. (3) Luz10, 0tuse:PJ)e Mazzl11t; Milano, Treves, 1905, p. 21. (4) G. c. AB!IA, i fune1"C1U di Giuseppe Mazztt1i, nella BWtsta d'Itaua, giugno !906, p. 1098,

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