Critica Sociale - Anno XXV - n. 11 - 1-15 giugno 1915

fi/VIST .Il QUINDICIN.//LE DEL SOCI.RLISMO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L.' tO - Semèstre L. 5,50 DIREZIONE: Milano - Portici Gallarla, 23 - AMMINISTRAZIO~E · Via S. Damiano, 16 - Milana AnnoXXV - N. ti fl Numero separat.o <;:ent. ~o Il Milano, 1°-15 giugno 1915 SOMMARIO ,Politica ed Attualità.· n blocco del Partita (CLA.UDIOTREVEB). Gli obtdt.vt den' Italia nella futùra sistemazione eur.;,,ea (FRANCESCO CICCOTTI), n patriottico errore dtl. soo'4Hstt teducll/. (IL VICARIO)' Studi economici e socl9loglct La pottt.ca det lavori 1 pubbUct': n: I 1a6ori pubbitcÌ e .a questi.ne operaw )P., A.). Filosofia, Let,eratur_a .e Fatti sociali. .Al limitare della guerra I C0tttro • ptenò poteri per la guerrtJ; Pro• gramma d'azione· soci.a.lista a g_utrra ·.sèopptata, Dichiarazione alla Camera, 20 maggio (FILIPPO TURATI per Il Gruppo Socialista). Per l'assistenza mo,·aie at so/dati ferl/·i ed at· combattenti (~.. ). · lL. BLOCCO DfL PARTITO Leggete p'iù oltre il discorso di ·Filippo -Turati con gli accenni al programma d'azione socialista a guerra scoppiata; leggete l'articolo di Francesco Ciccotti - cui va il saluto cordiale di nuovo com– militone in questi spalti - nel quale, premesso che noi, socialisti, non ·abbiamo. motivo di trarci in c\isparte; come vinti ed espulsi dall'arena delle •discussioni per il bene_ della patria e del proleta– riato) tenta delinéarealcuni obbiettivi dell'Italia nella futùra sistemazione eµropea. Leggete, o meglio, rileg'tete il sobrio e ma'gnifico manifesto della Giun- · ta di Milano che comi'ncia: non è più l'ora dei con~ trasti e segue svolgendo i capisaldi di un'azione amministrativa durante la guerra che per essere ve– ramente socialista è altresì veramente umana ed universale. Legcrete nei pubblici fogli farmonia e l'ardimento degfi sforzi dell'altro. grande' Comune nostro, tutto nostro, Bolo~, e pòrgèiè pure l'oreC'- . chio al mònito di concordia e di cooperazione civica che viene dalla prima città italiana flagellata dalla guerra ed alteramente in piedi, Ancona, dove il nostro Alessandro Bocconi, insieme col sindaco co– stituzionale, e col prefetto, e col comandante il Corpo d'armata,· e con l'arcivescovo, èorre le vie, infondendo cuore e·valore a,i,cittadi:ni;. e. dite,.dite, lettori, se un cotal quadro di vita italiana e socia– lista, con J ·suoi: bisQgni e :le··_sl!lea ,sp.e.tt @1Z;i0ni, in un tempo ove· 1,'i·censara sui· giomal,i è necessaria e i pieni poteri al Governo sono il corollario evi– dente inesorabile della guerra invano deprecata, dite se tal quadro, per quel che ha tratto all'azione del nostr-0 Partito, è contenibile rigorosamente ne– gli ordinamenti e nelle regole tattiche prevalse ne- gli ultimi C-0ngressi. . Schiettamente, a noi non pare. Quegli o,rdinamenti e quelle regole guardavano a.Jlo svo.Jgersi normale del Partito socialista in un normale evolversi della società umana. Quando si approvavano quegli o•rcti– namenti e quelle regole La.guerra era lungi da noi, Biblioteca Gino Bianco :lungi dal rìo,stro pensiero. •I più ardenti fautori di ·quegli ordinamenti e di quelle regole, i capi di quelle maggioranze che li sancirono sono, per av– ventura, ·stati travolti dalla guerra fascinatrice ben lontano dal nostro _cai;npo, .e. molti che vi sono ri– _masti, per la più lodevole disciplina, della stret- · tezza di· quegli ordinamenti e- di. qµelle rego1e soi- • fr0n0: più di coloro i quali li ·opj:iugna,rono, restando ,negli u.Jtimi..Q.ongre,&Sl ,mù10:r:rnz:a.;.. minoranza <lisci.:. · plinatà, deY,òta al. Partito, ecc., ma minoranza!. ... Tutti. semon.o il disagi-0, l'incongruenza, l'an.a-cro-ni– ."smo dei metpdi ordinari app'licati a eventi straor– :dinarì. La società italiana si ordina per 1a guerra . ,È egli possibile che ·il proleta,riato, che subisce tutti :i contraccolpi di taJe situazione, non abbia da rea– ·gire adattando la sua org-anizzazione economica, so– ciale e politica alle contmgenze della guerra?... . È proprio· il caso di dire; proporre il problema ,è risolverlo. Una cosa principalmente abbisogna :per il" proleta,r,iato socialista :· unità di ai.ndirizzo in quel- _ l'ìndìrizzo che ip.eglio consenta in ·questo tempo al _Pa:rtito· di essere vivo tra. i .vivi, di agire vibrante .di operosità, in piena efficienza. del suo valore per ,difendere l'economia pr0letaria, la libertà proleta– ria, l'idealìtà proletaria emergente dai fini stessi. che il Partito propone alla guerra, m:ia volta che -non gli è riuscito di scongiurarla. Ora, tale unità di indirizzo non c'è; e urge formarla! Tra il tono .assunto daH' A vanti! - · come è percepito e, -confu– tato più 'oltre da Francesco Ciccotti - e gli atteg– giamenti dei Comuni socialisti _di Milano ~ di Bo– _logna·, tra quelli che vogli-0no restare in · ct1sparte, _irreconciliabili alle esigenze del tempo,- e quelli che, per conciliarvisi, vanno oltre, oltre alla collabora– .·zione per l'assistenza sociale e civile, oltre alla .stessa partecipazione volontaria alla guerra, oltre tutto, facendo, con lo zelo caratteristico dei neofiti, propria_ -p~rfino la violenta psicologia nazionalista :e. la celebrazione dei metodi onde il Govern.o ha :pr:9piziato alla guer.ra il Paiese e il Par'lamentn, evvi un enorme, uno sconfinato numero di posizioni in– dividuali e di ,gruppi, cui la Direz,ione attuale del Partito è assolutamente impotente a ridurre a disci– plìnata unità. La Direzione del Partito è, deve essere, l'infles– sibile depositaria ed amministratrice dei principii e dei metodi _fi,ssati dai Congressi. Essa non può arbitrarsi a temperarli, ad' .àdatfarii; a 'rriodi'ficarli. Sint ut sunt aut non sint. Forse (o senza forse) aveva ragione iI compagno, Menotti Serrati, corag– gioso direttore dell'Avanti! e membro della Dire– _zione del P. S., quando, al principio delle crepe che si accennavano nel Partito per la divisione degli ,animi sulla questione della guerra, chiedeva di con– ,vocare il Congresso Nazionale. Egli intuiva che si _andava verso tempi gravi, di .rinnovazione e di catastrofe, cui i precetti comuni si sarebbero male adattati o sarebbero stati troppo discussi, senza che '.coloro i quali ne avevano l'obbligo sentissero in _sè l'autorità e la· forza per imporne l'esatta osser– vanza, magari rico•rrencl'o. agli estremi del giure /

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