Critica Sociale - Anno XXV - n. 8 - 16-30 aprile 1915

CRITICA SOCIA.LE 115 posto della necessaria solidarietà umana, così ben si intende che quei farneticamenti sono prettamente utopistici nella loro finalità, ma intanto n,ei loro tentativi di realizzazione si presta-no· - secondo pra– tiche conosciute- - ai più raffiooti imbrogli per il maggior arricchimento dei ceti imprenditori e per il più crudele immiserimento della gr.and'e maggio– ranza dei lavoratori. Contro tal pericolo, che mi– naccia particolarmente le economie nazionali deboli, come la nostra, fin d'ora l'Italia deve armarsi e cautelarsi. E un pegno d'onore particolare dovrebbe essere per i rivoluzionari interventisti cotesta tesi della porta aperta in tutte Le colonie e della indi– pendenza doganale di ciascun Stato e del f.avoreg– g,iamento del libero scambio mediante intese inter– nazionali. Ma è assai da dubitare che i rivoluzio– nari, avendo stretto società coi nazionalisti - che sono pressoché tutti dei protezionisti integral,i - possano .assumere e fare onore all'impegno; al mo-d-o stesso che essendo uniti ·coi -conservatori per l'in– tervento, hanno lasciato cadere ogni invito, ogni provocazione a porre come dove11osa premessa al- 1' «intervento» dell'Italia in guerra, il prestito for– zato e la garanzia, si.a pure relativa, che le spese della guerra non sa-ranno caricate - come è avve– nuto per quelle della guerra libica, malgrado t.ante promesse in contrario - sulle cl.assi proletarie. Ahimè! Fata trahunt .... e le responsabilità pure. Quei rivoluzionari, magari sindacal,isti, i quali già si lasciarono adescare .all'imperialismo tripolino trova– rono mai più in sè il coraggio di protestare contro il regio decreto del novembre scorso, che ab-o-liv.a in Libia il regime turco della porta aperta e vi in– Lroduoeva la più scandalosa tabella di dazi prefe– renziali, per cacciare i prodotti e i manufatti dii tutto ,il mondo al fine di favorire esclusivameillte quelli metropolitani, per la più grande disper.a.zion,e degli indigeni, costituiti taillables et corvéables à merci dei conqui6tatori? Preparare il trionfo di questi principii nelle ne– goziazioni della pace futura (porta aperta alle co– lon,ie, .!,ibero scambio internazionale, .autonomia del– le nazionalità e loro cooperazione, limitazione degli armamenti ed arbitrati, ecc., ecc.) ci sembra assai più c ongruo a.Jl .a sicurezza futura dell'Italia, si.a che -ent.ri in gue ·r.ra si.a che mantenga fino alla fine l.a sua n eutralità , che pitoccare or.a assurde protezioni per le cdnseguenq,e del suo intervento, chiedendo l'innaturale, l'impossibile: la conservazione per pro– prio uso e consumo di un sistema di alleanze che è fallito interamein,te, al suo scop,o - dici.amo noi - o che con la guerr.a il suo scopo ha raggiunto pie– namente - come pensano gli altri - ma che certo in ogni caso si è svotato del suo contenuto, ed è stato arso dalle fiamme della conflagrazione! È stra– no come cote6ti italiarussimi nazi:onalisti non vo– gliano arrendersi ad una v-erità cosi altera ed ele– mentare come questa, che l'Italia è l.a sola autrn·ce del proprio destino, che l'Italia in sè sola- deve tro– vare le forze per bastare all'avvenire che essa· si vuol dare. La lib,eJ1tà è a questo prezzò - duro, forse, ma nobile. Perciò l.a scelta delta vi.a è diifficiJ.e. Perciò il consiglio che le dà il socia1ismo ci pare il più savio. Ma stolto, stolto fino alla incoerenza ci sembra patteggi.are umilmente il baratto dii un giogo con un altro .... Vero è che i negoziatori di neutra:– lità e di intervento che ce lo propong-ono, assicu– ra.no -che si tratta di •un giogo leggerissimo, con finim enti d'oro, che ci starà sul colLo, come dipinto.:. . CLAUDIO TREVES. Al prosst,mo numero, pe1· difetto di spazio, la continuazione dello studio su La politica dei la– vori pubblici. 1bliptecaGino Bianco INTORNO ALLA VITTORIA D MONTECCHIO La loita nostra e la lotta degli avversari. lmitomo a.I-la viit!JOT,ia- socia!ÌJSl!Ja di M·o,ntoochio pa– recchi1e oose forono scr~tte su giJo~nali-borghesi e su gior.ooLi iinroeirve,ntiJsh, nemici ir.o,si d~1 nostro Partito in nome del1,a rivo.luzi.one gwell'TafondaÌla..Pa.reochi,e oose, fUll'ono·scritte - speci,a,Jmente su questi ultimi - ·oonbro di me, che, di· queg1i aitbaochi mi onoro come d,i um diip,Lomadi ciivioo e sooi,aJl.isbi,oa beneme,renza, pensando d.i, chi mi vengono. Mai n,o,n è <l.i questi oagruroli ·)atran-Li.i1nvia,n,o., eh 'io v,oglio oocwparmi; b,emsì d.ei oor21tteri è de,! Sli,g.nii·fioato dli qu,eista. l ,oil.ta, ,e del oome fu oondo,tta, n-e,l nos•tro oamp,o e .nel caimp,o avve,rsa,r'.io. NeL CoiJ.1 ,eg.io di M,onte-ochio, raip-piresienitaito fino a.I 1909 diail,oompagn,o avv. Al)J,erto Boll'ci,a,ni,fu pol.'baio 'Ìlrl q·weWa,runo iii col.Illp,agnoMassimo Sa1D110ggia,:g;ro– nomo, e, già di,reittore della Oaittedra .Amb111loo.1te e.Li Heggio; noto e, oo-ro, pea- tale· sua quaili-tà, ainohe ai oeti, a,gri,co.Jiche sono al di fu,or.i deLl,ano,stra influeinw. di Pa,r.tito e, di clia ,s.se. Se,, nel 1909, a,viendo egli di f:rorute l'avvocato ole– .riioa!Je,Cap,r,etti d'ÌI B1olog.rua:, quiella sua cand,i<laitua-a potè e5,51e,r ,e aff.oroo.ta d,a simpiabe extra-politi.ohe, nel 1913, do,p.o una, schieU,a opera sOIOi,aLista. iin PaJI"la-· mento e, nel CoHegiio, e pe,r veini-rgli co111tra.p,p,o&to un oom,didiato laca·Le :p.iù « vkimo » e pliù beinemer.i-to ai ceti a,griool-i, !,a e1eizione di Samoggi,a fu spogliia,ta d',ogmi co,effioi-entenon -pol,iiti,co,e di,ede .indubbia mi– &uTa delle rea ,l.ii f,orre no•s,Lre nel Collle,gio d·i Mo,n– teochio. TaJ,e, mi-sura fu s,p-1-endidamente con-fermata niel'la elezJÌo,ne,attwaJe, dove, nè le dimi-ss•ioni del:l'orn. Sa– maggi•a, ,a,m,a,ti,s,simo d.al nostro coirp·o e'letto,.r,ale, bein– chè g,iwnge.sisieroiJmp,rQIVvise aILa miassa; nè l,a oandi– diaillu.na d i un uomo, c;oµi,eme, p,eir qu:JJlità e per uffici ass,a.i, d-ÌJVJeÌ-so; nè wna ,nwova oondid'a.t-uoo aivveirs,a,rÌla, che -si presentò ba.le d,a cOJI1Jvertilre a sè gl'i ag-riiooLtoiri che p-I'Ìma foss,ero stati bellleVoJ:i. a.Ll'agronomo SJ8JIIllO,g– gilaJ -più ohe ai! socialista S,amoggii-a,ml•se,ro, a, di,s,o•rie,n– tare o d-i'V'iJd.,e:re, L sohi,ere f.edelii a1Jt1.a, nostra b~,d,i,e,ra. D,a,ciò può dunque dech.1.r,si,a lode e ad. o,n,oiredel compagno S.amog,g;iai e d,e.lColl,egfo·da lui per 6 .a.inni rap,p,resentJaito, .ohe, dove s-iiano diritta co-sC!i,einz,a ed op,ere soCJitaibi•ste n,e,lli\e,le·tto e neigili eJ.ettOll'i,l,a oaindi– daitura tecnica può utiilme.nte aiggiungersÌI a,J,J;a oanidi– dia,bulra politica, ma non I.a sniaitl.ll.M, non J,a sos_bituiisce, n•on 1a ·soipprime. E pu'ò d:edurS!Ì,an,ohe che vi son dtJJe marii,eire d-i eisi&ere agrari. Vi- è J',ag.nari'::r dei, p·oV1eri-, e vi è l'aig:t'aJ rii.aide4 rioohi. I,! ca•ndi,d,aitoattoole (un l,i,gùrè-sigihklr Pa.rodli), sii p-resenta<Vasop-r.a,ttulbtooome ap,olirti,c:6' e 1/eonico iagimnomo, e chiooeva p,e,r sè i vo,tti di, II1101!,ti che -p:er l'aidd.ietro .Liavevan dati· all'agronomo Sia.mog– giia. M,aiviJcever,s,aegl-i d,imentioava ohe tutti gl'i ~nbi– soc,i,a,li-s,bi d el Co'l:Le,gio,neUe dUJe p11eoedenti elezio111.i, aivevano, v-oitaitocontro a Samo·g,gÌJa, nonostante la swa comp,etenza •lec.nfoa -a,g,ra,rì,a,a.ffeirIIlland10- si· i-n.ve, oesul nomè o d:i uru avvooo,to o d'i um,.notaio. Gli è clle Ma,s,siun:oSaimog,g.i,a, eir.a un ag,r01nom,o so– cialista, con.tra l'agraria borghese; e i,J dott. P.air-0'<l.i -eoo .UJn agioorio bo.rg ,hese, tra.v,esLito dia·a,grooomo d,e– moCJroti-co0001aie. · Il nostro, corpo el,etto1~a.l·e, comprese La disfa12ion 1e,

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