Critica Sociale - XXIV - n. 21 - 1-15 novembre 1914

334 CRITICA SOCIALE dominio della necessità materiale. Rappresentanti di un partito, il vortice della necessità ci ingoia senz'altro. Rimanendo indipendenti - e, nella sostanza, più rivo– luzionari degli altri - si può, per qualche tempo, re– sistere al vortice .... " Questo possiamo e dobbiamo proporci nei prossimi avvenimenti: nessuna posizione ufficiale, nonchè nello Stato, ma neanche, fin che sia possibile, nel Partito, nei Comitati, ecc.; nessuna responsabilità per conto dei somari; critica spietata per tutti, e, insieme, qnella serenità che tutte le cospirazioni dei bÙoni a nulla non riesciranno a turbare. Nel fondo, saremo sempre più rivoluzionari dei frasaiuoli, perchè noi qualche cosa imparammo, essi nulla; noi sappiamo· quel che vogliamo, ed essi nol sanno; perchè, con l'esperienza degli ul– timi tre anni, prenderemo le cose molto più fredda– mente di chi ha un interesse nel business,,. Come, nei primi loro anni di Londra, questo loro modo di giudicare li poneva in urto coi socialisti del– l'epoc9, così ora li porrà in antagonismo, spesso non meno aspro, prima con Lassalle, poi con Liebknecht, nel giudicare sia la condotta del Partito e il movimento Rtrettamente politico ed economico del proletariato, sia i grandi avvenimenti storici che si maturarono dal '59 in poi. Rinviando ad altro articolo quanto riflette il Partito, indugiamoci ora, poichè è della più grande attualità, su quella parte del carteggio che considera, col rea– lismo, che gli è caratteristico, i grandi avvenimenti del '59, del '66 e del '70. (Il s~gullo Cli prossimo Nwne,·o). f. p. Illavoro industriale el d [enerazione della r zza Nessuno di noi vorrebbe, per sistema, essere così passatista da rinnegare le conquiste della civiltà, cia– scuno di noi si sente troppo figlio del suo tempo per irritarsi allorquando sente ripetere che la vita procede meglio che nel passato. La civiltà - ben inteso - è quello che è: una serie di grandi conquiste tecniche e di mediocri progressi _morali; ma anche ridotta a questa meschina cosa la civiltà merita però di essere conside– rata senza le irritazioni del malcontento. Il che dice come non debba essere lecito, senza buone documentazioni, accusare la razza di degenerar fisica– mente: anzi, per gli spregiudicati e per coloro che so– gliono assumere come norma della pr.opria argomenta– zione non i fatti di impressione semplicista ma i feno– meni documentati, pare che la· razza debba andare migliorando. E le cifre di Livi e di Gino De Rossi, ad esempio, confermano sulla base dei dati numerici della visita. militare che l'Italia di oggi è alquanio miglio– rata in confronto a quella di trenta anni sono (aumento lieve della statura media - cir~a 1 cm. - e aumento lieve del perimetro toracico). Però senza essere di quei pessimisti per sistema che si dilettano a gettare gli allarmi in mezzo alle folle, è lecito rilevare che sul progresso somatico della razza si possono sollevare dei dubbi. I dubbi si radicano in un'inchiesta molto accurata che un clinico non sospetto di rivoluzionarismo - il prof. Vicarelli che dirige la clinica ostetrica di Torino - è andato compiendo sulla maternità nei suoi rapporti coll'industria: inchiesta accorta e paziente in cui l'autore si è studiato non BibliotecaGino Bianco soltanto di stabilire quali lesioni- e' quali generiche conseguenze sul fenomeno della maternità induca il lavoro industriale, ma in cui ha voluto ,penetrare più addentro e più sinteticamente il quesito, verificando quali sono le conseguenze sociali ultime nei rapporti colla continuazione della specie che viene creando l'in– dustria moderm~. Non è qui la sede opportuna per :Soffermarci sulla influenza che taiune lavorazioni e certi ordini di sta– bilimenti industriali esercitano circa le fonzion-i della maternità, se bene l'argomento non abbia un puro e semplice valore me<iico, ma presenti facili addentellati sociali. Se, ad esempio, si vedessero nella loro manife. stazione reale, anche come espressione numerica, i dan• neggiamenti determinati nelle madri e nei feti dalla lavorazione del piombo, si capirebbe· la necessità di legiferare in materia e di impedire che vadano perdute timte vite. Ma, pur troppo, qnando si fa parola di malattie pro– fessionali, ci si trova dinanzi alla facile persua~ione che i fenomeni tratti in campo rappresentino fatti di eccezione che non possono avere alcuna importanza sociale, e si finisce spesso col persuadersi che questi casi sono l'oggetto sacro che i medici del lavoro. tirano in campo per giustificare un poco la specialità. Ma quanto Vicarelli ha in questi giorni pubblicato, ha una importanza veramente sociale, sia perchè con– trasta con altri fatti rilevati, e di recente, sia perchè le conclusioni della sua inchiesta sono molto gravi nei rapporti della influenza della graude industria su tutta la razza. Herbert Spencer aveva affermato che la. civilt.à avrebbe finito per divorare i suoi figli, e chi legge il lavoro di Vicarelli finisce col temere che lo strumento ili questa rovina sarà appunto la grande industria che agisce diminuendo le caratteristic.he somatiche della razza. Forse tutti i dati non sono senza obbiezioni: in mezzo alla grande deficienza di cifre e di- misurazioni si è spesso obbligati ad accogliere come esponente di uu fatto pochi dati che potrebbero benissimo non rappre– sentare una media neppnre lontanameute accoglibile; ma anche mettendo innanzi tntte queste riserve di pru– denza, anche attribuendo alle cifre la significazione di indici molto relativi e punto assoluti, esse non cessano di essere imponenti. . La constatazione che Vicarelli mette in rilievo e sulla , quale è bene Ì-icl)iamare a grande voce la, attenzi,one è questa: quasi tutti i lavoi·i industriali vanno dimi– nuendo la bontà dti frutti male1·ni e le nuove vite, da quando la gi·ande industria e andata sviluppandosi, sonn andate depe1·endo in ·confl'Onto det passato. La constatazione è grave e deve servire di risposta ammonitrice rt coloro ·che, ad esempio, non si sono pe– ritati di affermare che le Casse di maternità ed in ge– nere i tentativi di modesta legislazione in difesa della madre costituiscono nuovi inutili impacci della lt-gge contro la libertà della industda. Se le constatazioni di Vicarelli rispondon davvero ad un fatto generale bisogna arrivare alla conclusione che · nell'avvenire ciò che somaticamente si è guadagnato con sforzi grandi in un lungo periodo di tempo andrà perduto di fronte alla degenerazione della razza cagio– nata dal lavoro. L'accusa è cosi grave e la portata sociale •di essa così alta che davvero si deve essere prndenti nello ac– cogliere le cifre di Vicarelli come ge11erali, ma esse

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