Critica Sociale - Anno XXIV - n. 8 - 16-30 aprile 1914

120 CRitlC.ASOCIALE - DIUORR~nno DIPOUJl[A E' DI f llDiDflA Socialismo, idealismo, na3ionalismo. Nell'.ora che volge, i'n Italia ed in .Francia esiste, tra politica e filosofia, un rapporto c;uriosamente, inverso a quello che esiste• in America e sopra-' tutto in In0·hilterra. ·In America e in Inghilterra la vittoria· ~ulla reazione protezionistico -ìmpei·ia- • listi ca del 1906 · e i. grandi passi·. còmpiuti e in· corso• di_compimento nella legisl~zione_ social~ e. costituzionale per opera del partito radicale .co\n– cidono _conun risveglio di correnti filosofiche idea-, liste e con l'apparizione <li opere capitaU~come · quelle dell'Hobhouse: Development anli Purpose, Libe,.alism, The Labour Mouvement; del ·Bosan- · quet: The Philosophical Theory o( the State, 'l'l~e pl'inciple o/ individuality and value; ~el _Ro:y:oe: 'J'he World and the Individuai (tradotto .ni:1ta~iano dal Rensi) ed altre molte di minor i~·orta1;1~a: In Italia e in Francia, vicever::~a, l'affermarsi d1 correnti idealiste in filosofia coincide con l'appa-. rire del movimento nazionalista, che ad esse si ricliiama. In Italia Benedetto Croce, Bernardino Varisco e il testè defunto Iginio Petrone, furono,· specie gli ultimi due, tra - i più caldi apologeti' dell'impresa libica. Come si spiega questo fatto? Crediamo valga la pena di rendercene conto, perchè servir~ '.1- me~– terci in guardia contro il facile errore d1 1dent1- :fìcare senz'altro una data Weltanschauung con dati interessi o tendenze sociali. Le filosofie hanno indubbiamente una funzione storica, ma potreb– _bero essere qualcosa di più di ciò, che, a bella prima, appaiono e avere una funzione storica di– versa da quella, che a tutta prima si sarebbe in-· clinati ad attribuir loro. Cominciamo con l'osservare che il fenomeno è tutt'altro che nuovo nella storia.· Se guardiamo al movimento idealista postka,ntiano tedesco, tro– viamo, ad es., Fichte e Schleiermacher che credono di trovare nella loro filosofia la giustificazione del loro insorgere contro l'oppressione napoleonica, laddove Wolfango Goethe, l'uomo per eccellenza moderno, s'inchina a Napoleone. Goethe, nonchè nazionalista, non era neanche patriota .... V'è di più: quello stesso istoricismo idealista, che in Germania conducev,i Hegel quasi ad identificare il Regno _dei Cieli con la costituzione prussiana, era la fede ispii·atrice del patriottismo dei Vera, rlegli Spaventa, dei De Sanctis in Italia. Non par– liamo poi dell'idealismo religioso che, con Cristo e con Paolo, con Cromwell e Washington e Maz– zini, presiede ed ispira tante rivendicazioni eroiche 1i.'individni e di popoli e che nel medesimo tempo s'esprime nelle sentenze che erigono i loro pati– boli, i loro roghi e giustificano i martirii e le oppressioni. Lo stesso può dirsi della sorte toc– cata al positivismo. Chi non ricorda, nei giorni delle nostre ancor non lontane e nè per intero sfiorite giovinezze, le fervide controversie tra co– loro che sostenevano, da un lato, con Spencer o Ardigò o Taine alla mano, cbe la scienza era pel socialismo, e coloro che, dall'altro lato, con lo stesso Vangelo, sostenevan.o il contrario? . Il fenomeno adunq_ue non è nuovo e non do– vrebbe del tutto meravigliarci, se si pensa che · ogni ~losofia nasce, in un pensatore, dal bisogno _di_supera.re un. contrasto che pare con,traddizione, e si risolve in una sintesi di contrari, la quale, appunto per ciò, si presta a essere invocata a loro sostegno- flà:;]5arti t>ppòste,-ciascuna delle quali non vede che ciò che le fa comodo;· BibliotecaGino Bianco E' quindi assai probabile che il contrasto già avvertito, tra Francia ed Italia da un lato ed Inghilterra ed America dall'altro, si spieghi in modo an.alogo, e cioè pel .fatto che, in situazioni storiche_ diverse, dfversi sono i punti d'una stessa costruzione filosofica, su cui si concentra l'atten– zione di coloro i cui sforzi sono diretti ad alterare una data posizione d'uomini. e di cqse. E ehe cosi sia è- ovvio anche solo a· chi guardi la cosa a volo d'uccello. · ln Inghilterra ed in.· America il· naturalismo posìtivistico era stata la filosofia naturale· del pe– riodo dell'espansione e dell'accumulazione libera della ricchezza nel regime del laissez-(aire -com• merciale al suo inizio, quand'esso era in -reazione contro i privilegi dell'aristocrazia fon.diaria, contro le antich1:i corporazioni chinse, contro il monopolio spirituale della Chiesa Ang1icana. Tutto ciò pareva contro le leggi della natura, contro l'edonismo naturale degli individui ·e delle nazioni, che pa– revano essere solo somme d'individui._ Ma, a poco a poco; le cose mutarono;:., a ravviv.àre l'aristo– crazia, sorgeva la plutocrazia ,finanziaria, sorge– vano nuovi monopoli, .e la giustific.azjone era lì pronta, nella teoria della sopravvivenza del ~iù forte, della società come superorganismo bioto– gico, delle razze superi'ori e dellè inferiori, con– traddistinte dai · caratteri cranici, da:lla statura, dal colore degli occhi e dei ·capelli : di qui il nuovo culto delle aristocrazie; di qui opere, del resto non senza molto valore e molta pr_ofon– dità, come quella del Lecky: Demoèracy and Li– bel'ty, come quelle del celebre giurista Summer Maine: Popula1· Government, come quelle del Mallock: l'rog1•ess and Aristocracy, ed .altre an– cora, che sono terribili doccia fredde per chi le legga per la prima volta: Occorre poi anche pensare che esse apparivano in un periodo, tra il 1880 e il 1900, nel quale la democrazia, moderna cominciav,a a .rivelare non solo il lato bello, per cui i nostri .padri la desi– derarono e l'esaltarono, ma anche l'altrcr delle sue deficienee; sicchè costoro credevano, col mostrare che essa non appagava le speranze suscitate, di documentarne il fallimento, laddove era facile confutarli col dimostrare ·che, con tutti i suoi difetti, il regime rappresentativo e di discussione è· pur sempre meno difettoso e· più facilin:ente emendabile ed auto-emendabile degli àltri, che lo precedettero. L'imperialismo non fu che l'applicazione, in po– litica estera, ,di. questi concetti naturalistici, che parevano giustificare lo statu quo in politica in– terna. Ohe meraviglia pertanto, 'se la reazibne contro lo statu quo medesimo si organizzò sotto gli auspici della rÌJJ.ascenza.. ideaffstica? L'ideali– smo, con l'affermare che la natura esiste solo per e neUo spirito ed è come la veste e l'espres– sione che questo s'intesse e sempre si rinnova, e con l'affermare che lo spirito d'ognuno di noi è una scintilla della ragione universale cho tutto eleva verso di sè, veniva a dichiarare· transitorie e rimovibili le differenze di razza e di classe; veniva a dichiarare che la società non è una somma d'individui giustapposti gli uni agli altri, ma un organismo spirituale in isviluppo storico, al quale ogni individuo, per quanto umile, è es– senziale e la cui perfezione richiede che. tutta la scienza politica abbia per fine supremo di porre ciascun uomo in condizioni obbiettive tali da con– sentirgli di essere tutto ciò che ·un uomo può e deve per essere nobilmente e pienamente uomo. Laddove la concezione naturalistica e scienti– fica della vita arguiva dallo statu quo alla sua intrinseca giustizia e perfezione, la cencezione

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