Critica Sociale - Anno XXIV - n. 5 - 1-15 marzo 1914
68 CRITICASOCIALE )ora il Go,verno pensasse alla guerra libica, e volesse assicurarsi i fondi necessari all'infuori del Parla– mento. Nella prima ipotesi è stato il Governo clÌe ha falsato lo spirito e la lettera di una legge che non contemplava nè un complesso tanto colossale di spese, nè il caso gravissimo di una guerra. Nella seconda ipotesi sarebbe stato il Governo quello che. avrebbe ingannato il paese! * ** Ma esamm1amo il significato generale del conto che il Governo ha present_ato e gli elementi coi quali deve essere completato. Il Governo afferma .di avere speso un miliardo e 150 milioni fino al 31 dicembre 1913. Lo ammetto, non avendo altri dati contrari. Ma osservo che a que– sti milioni bisogna aggiungere i 107 nuovi· contem– plati dalla legge attuale. Facendo la somma, si arriva così .ad una spesa di un miliardo e 257 milioni fino alla metà dell'anno corrente. Vi è. P:9i da risolvere il problema delll}. :1;i_c.9sHtu-; zione dei magazzini militari. E vogliamo fare i conti di quello che è la reale si– tuazione de.\ Tesoro al 31 dicembre 1913? Noi dobbiamo aggiungere a tutte· 1e spese della guerra - per ragioni tecniche che non esporrò, ma ohe sono ·pronto a sostenere, se è necessario - al– meno altri 100 e più milioni. Ne consegue che al 31 dicembre 1913 il Governo ha avuto un peggiora-· mento nella propria situazione finanzia!ia, in con– fronto a quella degli ultimi di agosto del 1911, di un miliardo e 360 milioni circa, dei quali un miliardo e 149 milioni sono quelli della guerra, e i rimanenti sono ·quelli costituiti dalle altre anticipazioni di Te- · soro, che, con pessimo sistema, si vanno facendo da alcuni anni. Basteranno le nuove somme che si chiedono? Io credo che non basteranno. Il sistema del Governo per fronteggiare le spese della guerr'a è un sistema straordinario. Invero il ra– gionamento che il Governo fa nella sua relazione al progetto di cui si discute è il seguente: 0 I 250 milioni di .buoni del Te.soro non,.Ji conto perchè sono debiti quinquennali e ne parleremo quando sàremo verso la fine del· quinquenni-o. Tutto· il resto della spesa come la colloco? Intanto - dice sempre il Governo - pago 199 mi– lioni cogli· avanzi degli esercizi già chiusi. Si parla così di avanzi, che non ci sono. più se si ,p,a_r.,tà, e\?, Jl[~f9E},S9,e, 1 çpn,tàJ:liJh faJ1;i,9r;i,~vRJl.l1!J,ntf l-'.,i,~~- 1 Dunque in realtà non "5i è pagato niente e non s·i sono creati -che dei veri e propri disavanzi. Il Governo dice: nei bilanci 1912-15 colloco 62 mi– lioni che pago con gli avanzi già maturati, e che se– condo noi non esistono. Poi sistemo 300 milioni con stanziamenti sui bilanci del quadriennio 1915-19. In tal modo si caricano questi quattro esercizi, di cui non si sa che cosa avverrà, niente meno che di 75 mi– lioni in media all'anno. Restano scoperti altri- 389 mi– lioni. Ma l'on. Tedesco, siccome paga sempre i de– biti traendo sul, 'futuro, dice che questi li accollerà agli esercizi 1919-20-21-22-23,mediante una quota me– dia di ben 97 milioni all'anno. Non si potrebbe immaginare sistema più finanzia– riamente erroneo, più politicamente illusorio. Si in– debolisce il Tesoro facendo assegnamento su avanzi che non si sa se ci saranno- nei futuri esercizi, e che, in ogni caso, a ben altro potrebbero essere destinati. BibliotecaGino Bianco In fondo il ragionamento del Go\'erno consiste in questo. Esso s•pende oggi e dice che pagherà domani. Ma pagare sopra crediti, di cui non si è sicuri, pei , privati almeno significa fare opera sco.rrettà. · Inoltre, per quanto si possano fare più o meno ra– gionevoli previsioni e si possa tentare di approssj– marsi alle realtà. future, chi può onestamente calco– lare con sicurezza quale sarà l'at?-me'rito del gettito delle entrate in esercizi futuri che vanno fino a do-, dici o quattordici anni, oltre quello di cui parliamo? Come si fa ad essere certi di quello che potrà risul– tare lo sviluppo delle spes~ pubbliche, cui potreb– bero contribuire eventualmente anché gravi disgra– zie pubbliche? E chi può conteggiare sul ·serio quale sarà il margine fra l'aumento delle entrate e l'aumento delle spese e dire che su questo .margine si paghe– ranno 75 o 95 milioni all'anno? Le spese presenti vanno ·pagate con mezzi presenti o quasi; non con mezzi che procrastinano le ·difficoltà ed ingannano il paese sulla necessità di provvedere subito. Questi sono i princi)?ii eiementari della scien·za fi- , 1....,.~,fì''' •1~a· "1'1' •)~ /,,,, ~ .... r) l\~•lNI \~ ,.., (1..,,Jflu,):I ,,.i.-. .. !JJJ.t nanziaria e e a onesta pouuca: cose senza senso nell''ora eh~ volge. . . . . , ANTONIO GRAZIADEÌ. , A un prossimo numero:: I danni delle assfÒuraziohi socia:li ?, di f. p. Spese militari e imposta progressiva, di STrcus. • Il programma minimo dell'azione antituberco- lare, del prof. E. BERTAREL'LI. RIFORME SULLACARTA (A proposito del nuovo Codice di ,procPdurapenale) Del nuovo Codice di procedura pena-le la Critica Sociale si è già occupata in un lungo e perspicuo articolo di Adolfo Zerboglio. Ma la messe è ben lungi dall'essere raccolta intera. G. E. Modigliani ammonticchia bravamente i suoi covoni con l' ar– ticolo che qui pubblichiamo, il quale potrebbe an– che .essere intitolato: Polvere negli occhi, od an• che: Poveri i. ... poveri per la cui difesa si com– muove il legislatore borghese! Ecco il patrocinio nell'istruttoria a che cosa si riduce per· essi! ... Ecco, cioè, com.e " democrat_icamente ,, si accresce la distanza tria la difesà del ricco e la difesa (),el povero, mentre si afferma di voler agguerrire la lib,ertà individuale per tutti!... E non diciarno n:uJZrl df . q,uan'do 11of la 'l'ortà 111maleè trri un ·"Picco"'ecf un po·vert''<iirettamentfl'' 0 '"" 1 ···'f.···-=- Anche Agostino Berenini, il màestro insigne di diritto penale, ci ha promesso di recare ai nostri lettori i suoi lumi per dilucidare i progressi " sociali ,, del Codice dì P'>"Ocedura nuovo. Non dica nessun impaziente che noi insistiamo troppo su di un argomento. In ve1·ità 'se la .... critica · sociale ·non si esercità sulià 1·egolamen,tazione del ,. grande duello giudiziario che. è tra t'individuo e la Stato, tra l'universalità povera· e lo Stato strumento delle catégorie ricche, non sapremmd davvero dove si potrebbe più utilmente esercitare. Eppoi, è la stagione; anzi è l'ora! Udite coteste diatribe sul giudice unico ?, Ùdite il rumore detta r•i1?O.tta dai r~gn~ qi Tèmi ? E' il cralt della giu– ~tizia .... ~a _giustiziare! Anche lo sciopero .... come i tramvieri ! Dove andiamo? Il secolo si scioglie in faville. Il sir1;dacalismo 'più forsennato non aveva anc01·a pensato allo sciopero, dietro del quale maturano e scadono termini fatali, si per-
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