Critica Sociale - XXIII - n. 14 - 16-31 luglio 1913

CRltlCA SOCIALE cipa:ione ·al polel'e_e ~Ol)S~nso consapevol~. - Il socialismo estende 1 prmc1p1 dell:1 democrazia dal!a sfera politica al_la sfera ecpnom1ca, ed . è ~orse,.m questa loro applicazione a tutte I~ operapom dell ~n– dusLria capitalista che esso e_se~c1ta .oggi la m!lgg10r forza dissolvente. La proprietà privata degh stru– menLi necessari alla produzione è, infatti, in con– fliLLocol diritto alla vita. Ciò eh~ stupisce _il l_iberale vo!gare è ~he il so– cialista non cerca la libertà nell abrogaz10ne della lego·e. All'opposto dell'anarchico, egli pensa che. la effettiva libertà - nella soci~tà quale la c~noscia– mo - è incompatibile ~on la !1cenza. data a ciascuno di obbedire ai propri 1mpuls1. Ogm tappa ne:! pro– oTesso economico·, ogni agevolaz.10ne allo svilupp.o 0clell'indrividuo oo·ni incremento, msomma, della c1- ' o . b viltà, sembra involvere una sempre più. vasta _su or- dinazione dell'.iinpulso fugace al proposito deliberato e della decisione individuale alla volontà_ gene_rate. Lo, sviluppo, anzi, de-Ile~cienze e delle arti specializ– zate impone una subordmaz10ne ~guql~ent~ sempre più specializzata. di_c~i non ~a a c~1 sa, <:li chi non_può a chi può .. I soc1~h~Llnon rmunc1.ano a1 vantaggi del moderno mdustnalismo, della scienza moderna, d~.J sempre crescente differen~iar~i delle facoltà e atti– vità umane. Ma la subordmaz10ne che ne consegue, e che essi ammettono, non è al capriccio irresponsa– bile di alcuni, è bensì .alla volontà generale della co– munità, che ogni membro di ques~ d~e concor– rere a formulare. Solo questa partec1paz10ne gene– rale al potere, questo « çi·ov~rno ~ons~n.sua!e », può o-arantire - al di fuon d1 ogrn pr1V1leg10 - la ~assima libertà personale,. il più ~lto. ~vilurpo del carattere e cli tutte le capacità, così md1v1duah, come nazionali o collettive. Ad esercitare un efficace e perfetto controllo de– mocratico, converranno piuttosto orgànismi di ca– rattere o-enericarnente locale (geografico), oppure as– sociazio0ni professionali? e queste dovranno ess~re locali o. centrali, accentrate o federate? o i:ion fa!:IO– verà meglio qualche _accordo tr~ s_oc1_età_ d1 consu– matori e di produttori? Le associaz10m eh consuma– tori saranno obbligatorie, come lo è il Comune e lo Stato, oppure, e fino a qual pt!nto, facoltative, come avviene nei clubs e nel movimento coopera– tivo? L'apparte_nere· a,lla associa~ione professionale sarà obbligator10 com era nelle Gilde, o potrà essere opzionale come nelle Leghe moderne? Ma questi problemi pratici, che i We.bb s_iprop<?n– o-ono di trattare, comunque vengano r~solti, non. m– l::lccano le condizioni essenziali della libertà, e cioè, che i mezzi di sussistenza dipendano dalla comunità, in qualunque forma, non clall'arbi_tr!o di un privato; e che il cittadino non solo partec1p1 nella pw larga misura possibile all'esercizio di ogni fo1;ma. di po– tere sociale ma rechi in cotesta partec1paz1one la più intera ~onsapevolezza delle sue responsabilità e de' suoi diritti. Con questo 4° articolo .si chiude l'esa~e dell~ con– dizioni morali e psicologiche che de~ermmano 11mo– vimento socialista, che vuol essere mteso non come un riadattamento esteriore di cose o diverso aggrup– pamento di. persone,. m!l come esl?r.essione altresì cli un rinnovamento mtrmseco e spmtuale. La gra– duale ricostituzione della società ·sulla base del pub– blico servizio, anzichè su quella del desiderio di ricchezza, presuppone u~a n1;1ova _val1;1tazionedell_e cose, un animo nuovo,; esige I apphcaz10n~ della mi– glior scienza politica che sia d~to ragg1~ngere, e - per sfuggire a nu~ve !orme ~h oppr_e~s10ne--:---la partecipazione di tutti gh ad~lt1 a tutti 1 poten so– ciali e un vero consenso umversale. Ciò è contro - si ripete - la natura umana. Certo, è contro la presente natura umana della mag- gioranza. Per ques.to. , il movimento ~ocialista è vivo e vitale. In prossimi numeri rias~umeremo gli altri arti– coli più importanti della serie. f. p. COOPERAZIONE E SOCJALISMO L'esperimento di Reggio Emilia Un amico che conosce "vita e miracoli,, - "morte,, no finora, e speriamo neanche in avvenire - di quel m~vimeuto cooperativo, innestato sul tronco rubesto tlel socialismo reggiano, del quale si è testè _tanto di: spntato - e si ~ispu~a a~cora. - .c?n v1Cenda d1 osanna e di crucifige m g1ornah am1c1 ed avversari, ci manda la seguente noterella, altro ·contributo docu– meutale alla uostra sempre aperta polemica su "Coo– perazione e Socialism.o,,: La Cooperazione regg ~a.na, _di cui tante volte 1~ stampa si occupò corr .~i ele ~ h ~ode_o con aceto cli accuse del pari eccess1v1 ed mgrnstl, fa ancora ge– mere i torchi. Essa attraversa una crisi che non somiglia a quelle, periodicamente diffuse dai giornali · avver: sari in questi ui.tin~i anni: è realm_ente gravat!l ~~ difficoltà e deve tirare m barca 1 suoi remi. E crollato 'in parte il coronamento dell'edificio, per– chè troppo freitolosament~ c~strutto, troppo pesante in confronto delle costruz1om sottoposte, troppo ra– pidamente ampliato prima che il _cem~n~o potesse asciugare e' far presa. È .crollato (p~ec1s_iamobene cos'è questo cornicione) 11 Consor~io d~ co_nsumo delle Cooperative. Cadendo, non ha scl11acc1ato le Società : ma le ha lesionate. . . È caduto, perchè_ aveva assun.to. tropp~ funz~on~, alcune aleatorie; perchè,. scars1ss n~o d1 c_ap1w~1, ·aveva immobilizzato fortI somme· m acqmst1, m vista di progetti teoricamente geniali, praticamente precoci; perchè, sopra~tutlo, avea ca]co_lato e la– vorato troppo sul credito, s_ulle c:1mb1ah; onde. fu ferito, come da -un colpo d1 grazia, dal repe_n~mo ritirarsi del denaro, succeduto alla guerra L1b1ca. Anche vi concorse la •Scarsezza d'uomini capaci di collaborare con i duci, capaci di seguirli e di consigliarli, di vedere la verità ne__ i dettagli e di · dirla intera a chi, stando al ponte d1 comando, non può veder tutto, e ha bisogno di· 1uogotenènti_ che non lo ingannino mai, per errore o per malizia. Forse questo ~~gli uomini (che _nesst!no dei. vari o·iornali toccò) è il punto debole m cm la azienda ~ooperativa si mostra inferiore all'azienda privata. Dicono gli individualisti ~he pr_imo. :pregi? clell'.i~– clustria privata è quello d1 sc~ghers1 1 suoi l!Om!n!, provarli, adoperarli, sfruttarli nelle loro. a~t1tudm1; pagandoli quel che valgono, e buttandoli via come limoni spremuti o senza sugo, se o quando non rispondono a_lbis<?gno: co!l o~iettività fredda,. cr~– dele, senza simpatie, o p.nt1-patie,o· sent11nentahsm1, o ragion politica, o amicizia. . . .. . Sarà: benchè si vedano anche aziende cap1tahsll– che, .rètte da calllarille famigliari, politiche_, o ami– chevoli, che si dividono... dividendi e st1pe~di e propine, allegramente. Vero è che quelle aziende son quelle, talora, che vanno male. Ma perchè nes- suno ne parla? . Ad ogni modo, la crisi c'è: crisi, nientemeno, del– la Cooperazione Integrale, dicono quelli che prima, quando le cose andavano bene, negavano• la Coo– perazione integrale vi fosse; crisi del Socialismo, addirittura, dicono· i necrofori periodici del nostro ideale; crisi di un metodo (il riformista?) dicono i meno malevoli.

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