Critica Sociale - Anno XXII - n. 24 - 16 dicembre 1912

CRITICA SOCIALE 373 CLAUDIO TREVEB, cui più non opprime la direzione e la quotidiana assorbentecollaborazione all'Avanti, ri– torna nell'antica famiglia della Critiea con propositi di operosità, che, per noi e per i nostri lettori, costituiscono la migliore " Strenna natalizia ,, che potessimo de– siderare. Nel prossimo nnmero daremo di lui un forte scritto politico,. dal titolo : I modi della dittatU'l'a, LAMORALE DELLA NOSTRA "IMMORALITA" Un'altra interruzione da raccogliere. Giovanni Zibordi rileva l'allusione anonima, fatta a una sua lettera,. e tiene a sgravarsi il cuore. Caro Turati, Domando d'intervenire brevemente nell'mteressante dibattito •sessuale. E lo domando, ,anche per questo: che tu• mi hai citato, sia pure senza nominarmi, ma mi hai citato in parte soltanto e pereiò imperfetta– mente. Sono io quel des110- ille ego ... numero due .- ohe ti scrisse (oh! molto privatamente) iaocusando te e il tuo contraddittove di voler teorizzare l'intea.– rizw.hile, cioè l'apparato genitale, tanto oapriocioso _ e diverso nella viripotenza maschile e nella « sessuà– lità » o sensualità femm~nile. !Y[a non ti scrissi solo quello,; altro ti scri,ssi, che vorrei espor.re qui più per disteso, con qualche con– sider,azione ulterior-e. E dico subito che, in. massima, fra la tua giovani,1,e sp.regiudicatezza e k1 severità disciplinatrice del Mon– dolfo, io inclino verso di questa. Non ch'io _m'i scandalizzi di certa tua aria sbaraz– zina, di oerte frecciate al « seminarismo », e non oh'io no111 intenda tutto quello che v'è di •seriamente e ama– ramente morale sotto quel sorriso di app.a,rente· amo– ralità e di -allegi'o scetticismo. Tu pensi (s,e mal non ho 'letto) che la norma, in tale materia, è impossibile; ch'essa si tradurrebbe in pa,tente diseguaglianza di sesso; e che la libertà ,ancl).e... licenzios.a, è men peg– gi·ore e meno immorale della ipocrisia. Tu pensi che _l'amore è aff arè privato, ehe ognuno risolve a modo suo, come può, e che i binar!,, che ailtri vorr,ebbe se– gnargli, non solo sono costJriz,ioni innaturali e dan– nos·e e ba-lorde in sè, ma - oome tutte le costrizioni - hanno effetti coITuttori e pernicio-si per quella prima virtù dehl'animo, specialmente giovanile, che è la sin– cerità - ossia la onesta corrispondenza tra la dot– trina profossata ,e l'azione. *** A me pare - tralasciando tutto ciò che di personal- mente soggettivo, sia per tempe,ramento, sia per vi– cende di vita, cias,cuno possa porta1,e nel proprio at– teggiamento in questa materia - che tu prescinda da quella funzione, umile ma importante, de! nostro Par– tito, ch'è la didascalica o morale: difficilissima a mi– surare nella sua efficacia, ma, con tutto ciò, ·doverosa. Quel tuo 1ilberism(} sessuale, quella ·Specie d'anar– thismo individuale in fatto d'amore, che gli spiriti rattrappiti e mediocri potrebbero interpretare come ' una apologia della « vita gioiosa », e che chi ti cono– sce sa intendere come subordinata a una legge ben elevata di coscienza interiore, è ammi-ssibile per chi abbia già questa coscienza: la presuppone e la esige. Ma la medi·a, ma la maasa, ma i giovani, ma i nuovi, ma tutti ooloro che, in questa materia come in tutto i,I resto, vivono da qualche decennio o cominciano a viver,e da qualche amno nella precisa condizione di cavalli cui si sia levata improvvisamente ,e briglia e cavezza; tutti questi han bisogno ò'una norma, çi'una bussola, d'un punto a cui riferirsi, per fevmare e ri– formare la propria coscienza nuov,a. Tu sai ch'io non intendo parafrasare quegli atei bor– ghesi, che sentenziano esser neoessarià una religione cc per la oanaglia », o quei pall'es-familias miscredenti, che han ,caro la moglie e i figli vadano in chiesa. No, no. La norma, la « religio » cli cui pai,lo, ha da ser– vir.e per le masse• come per noi, per gli umili come per gli intellettuali. Io chiedo che il Socialismo, dia ,a se stesso la sua legg,e morale; io chiedo ch'esso ab– bia il ooraggio di decidersi, non tra la vecchia arcigna ipocrita repugnante disuman~ mo'roI,e dei pr,eti, e ... Lorenzo Stecchetti; ma fra Lorenzo Stecchetti, e la nostra giovine se.rena luminosa sana lieta morale umana. Tµ,. ohi ti legga senza conoscerti e intenderti, sei ancora un po' a Lorenzo Stecohetti: per lo meno quando ti oom.piaci di punture beffarde al seminari– smo di Rodolfo Mondolfo . fo chioo-0 che il Socialismo, tra le oscillazioni della astinenza mortificante dei cattolici, e gli inni alla carne che, per reazione, s.piegabile S·enon necessaria, si' disf.renarono trent'anni fa, abbia l'ardimento maturo di aff.ermarsi, con delle idee sue, senza truccarsi da libertino per paura di essere creduto un ,chierico. Al postutto, la menzogma insita nel liberismo stec– chetti.ano, che fu un po' i,l vangelo della generazione oggi giunta alla maturità, appariva nel contrasto per– sonale tra il poeta e l'uomo, tra il cantore del piacere senza freni, e il tranquil.!o marito e ottimo padre che è Olindo· Guerrini. Era l'ipocrisia dei preti, capovolta. Quanti giovani ·rimasero male, quando seppero d'esse·re stati così in– gannati! Non abbiamo no.i una parola. da dire ·in argomento, agli adoJ.escenti, ai lavoratori? E.eco qua. Io ti vooo sorridere, pe11chètu credi ch'io voglia prescrivere i « limiti d'età» per l'uso di quei tali organi, e segnare i confini dell'uso e dell'abuso, e codificar.e• il come e il quanto del « commercio car– nale », ,e stilare massime eterne •epreoetti ad uso della gio)'l'mtù. Oibò! Io mi. contento che ,noi fissiamo qual– che indirizzo generale, eh~ noi indichiamo delle linee entro cui s'inquadra la concezfone morale del Socia– lismo. E questo indirizzo e queste linee si compen– diano bene in poco: dovere, disciplina sociale, re– sponsabilità v,erso gli altri, senso di giustizia e di eguaglianza nei nostri rapporti. « Pensoso più d'altrui che di se stesso »: è un bel motto e una nobile di– visa. Può essere· la nostra, anche in questa materia dei rapporti sessuali. Quanti giovani, usciti dalle manette del prete, chie– dono a sè, a noi - oppure non chiedono niente, e tanto maggiore è il bisogno• che la trovino - una norma per la loro vita amorosa? Far loro conside– rare come sia fa.ci' lee fatale, nell'od•ierno sistema; ohe il mas,chio sfrutti in amore la donna, anche senza essere un alfonso; come l'alfonsismo maschile larvato (u,n alfonsism-0 che ricava voluttà, non danaro), sia iirequente quant<> 1a •larvata prostituzione femminile, della donna che sposa per necessità eoonomica anzi-

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