Critica Sociale - Anno XXII - n. 23 - 1 dicembre 1912

CRITICA ·sOGIAtE' RACCOGLIENDO LE ·INTERRUZIONI ( Intermezzo contro la morale; prosequendo ~,ella· repli-ca·~ Rod(!lfo ,M_ondolfo) Diamo atto, _onestamente, a Rodolfo Mondolfo di quanto ci si:,rive in una amiche-vole sua ca~tolina • noi !,o' avremmo alquanto tr.avisato. Veduto-si n-ell; nostra replica,· sbircjatosi nel .suo speoohi-o da toi– lette, conoluse che «-sono due persone affatto diver– se». Terminata che· sia la «filippica», ci risponderà per -le r~me -:--aifohe per rim'.ettere a posto i propri connotati. E noi oe ne dichiariamo sin d'ora- felicis– simi - per rtoi... e per lui. Ora, se volessii;no -chiudere alla svelta, dovremmo «non •riaocogli-ere le interruzioni »• - · come· strilla l'on. Marcoi::,aalla ragazzagli a irrequieta di· Monteci– torio. Ma vi è' due inte rru.zi·oni - fra, le molte perve– nuteci - ·che ci hanno pizzicata la pelle. · Un ti,.Je-(4:irà, oertò, una · tale) d ha f~tto dolce 'J-i'&p'rovero;JT{>ercìi.~;l· ijel!a ' iost~!à rhor'ali r~t sente 1 H m~schio ». Lusi,:nga,tlssimiÌ Se si« senti:se » la· fein- . mina, &arem-i;no~tati ·insinced. La schiettezia, in te– ma ·sessuale,· è. cosi fuori .cors.o,.che la, prima morale di quesfa morale dovrebb'essere- - ci sembra - che ciascuno patii chiaro e forte, dica· tutto ciò che ha nel gozzo; c'on la propria . vo.ce. · Pal'lino, col loro- ac– cento, anche le •compagne. La parola ·androgina na- , soerà ·come resultante. Dalle reticenze nulla sa na– scere. Abbas-so il falsetto! La servitù femminile e - ben· più grave - l'acquiescenià femminile ali; ser– vitù, si devono a ciò essenzialmente: c,he la donna, in tutte le maggiori espressioni della: vita intellettiva e sociale, f-u ed è interp·retata dall\wmo. Comunque, bando agli equivoci! Non fu no-stro·pro- · posito, davvei-o, propugnare una morale -per ciascun sesso; propugnare, cosi, due (o tre? ...) m-o·ralidiverse. P,erciò •sorridemmo - travi.sando·lo? - delle due «verginità» deil'a11;1ico_Mondo_lfo: « fisiolo,gica » al femmini.Je, e soltanto .«ps-icologi,ca» (che è alquanto meno contr_ollabile) al mascolino. Qualche differenza vi può essere, non creala_ da noi ... "Ma qui zncedimus per igfies, e una digl'es-sione non potrebbe ess-er b!'e– ve. 1-n massima, chi vuol ess~e prudente, farà !;>e-ne, per ora, a ingegnarsi di nascere maschio. A -sooiali- -smo instaurai-o... ne riparleremo. · U~ altro amico lettore _ci ha scritto p-er dichiararci che l'articolo di Ille Ego lo ha assai divertil◊, ma che abbia1;Ilo il mar,çjo torlo ,di_vqler « teorrizzarç. ra'p- ' paralo genitale, che è la cos-a più vari-0, é. capriÒciOSfl. del mondo». - Ci sar,emmo «travisati» da noi si.essi? E dovremmo conlro-11eplicare?· Pe11chè, se un intento ci prop-onemmo (ci par-e-vadi av.erlo strodelto), fu di insorge-re· contro ogni pl'e- • surizioiie leorizzalrioe. La morale de,lla nost-ra mo- · raie sessuale è «contro» questa morale. 1° •p•el'Chè 'è falsai, e 2° perchè ·s-imillanta, ma. non si applica. Non si ,applica perehè è falsa, oppure viceversa,? Le due cose faQ!nOcircoio vizioso. _:_ Ciò è ~ero sopratutto di «questa» morale; ma un po' anche lo è di tutte _quante le morali ... Qui vediamo proprio -più lettori - e-lettrici - inar– care le ciglia. Qualcuno (se non qualcuna, che sa– rebbe inestetico) fa- le boccacce. - Intendiamoci: non siamo dei cani. Vi è, lo -concediamo, il galantuomo, e vi è la canaglia. Sebbene non sia facile sempre di,scernerli, perchè la perfetta canaglia, se vuol im– pro~Ha.:re~ deve ·.assumere ·l'aspetto ed il: gergo del galanlomonei e quest'ultimo, per distinguersi, spesso è tentato di atteggiarsi· un -po' a sbarazzino. · Vi è pure - concediamo ànche que;to - urià moralè vissuta, senti fa, praticata (i:wn . ci stampi~~ «•predicata»,. per carità, che è es-altamente l'opposto!), delle razze, dei tempi,. delle civiltà, delle diverse eoo– nomie; e - in ogni tempo e -civiltà - delle· -classi dei ooti, delle professioni ... Vi è, cioè, un certo modo di vivere, più consono ai tempi, alla razza, aUa civiltà, a,J gruppo, -e·via v'ia. Cotesto è un « fatto-» di ,storia naturale, che, ,come tutti i « f,atti », impone rispetto -anche al _più indurito fra gli s'cettièi, e· che pòtremo ·&pi,egare, analizzaTe, giudiéare magari, da tutti i punti di vista_- etnico, storico, economico, sociolo– gico, ecc. - fatta eccezione soltanto del punto di vi,sta morale; il quale (è assiomatico), dovendo venire spiegato, non può spiegare se -stesso. . Di qui l'inconsiste;nz.a d-eHa p11eoetti-sticà morale, che tende ,a trasformare cotesto « fatto·» - -contin– -~énte, mutal:>ile,.fl,uid? - in un. imperativo i:,ategorièo ·(>1°archeti-p'oid-eàle,· avuJl;:ci'dalle con\iizion'i che'' ·1b hanno _gen~ralo e che IÒ··giustifioono, soprà.;vfvenle in qualche modo- a se stesso, -cristallizzalo,. perenne. Ta-1e qua-le ,come J.e religioni, con. le quali ·ogni mo– rale aslTatta ha as-sai più parentela che n on presu• ma il -sedicente, e se"credente; « libe.ro pensiero». Tende anche, fissando dei canoni di condotta .univér– -sale, proc,lamando la reg.ola per tutti, e per tutti• i ca-si, a- creare delle m~die nel- campo m·oraie, ·secondo quel delizi-oso metodo statistico, pel · quale un milìo– na-rio, più uno straccione con due palanche in ta– sca, fanno, assieme, due comodi reddiluarii, con un mezzo mi-lioncino più un soldo ciascuno ... :[\'.la,in fondo (lo notiamo pel lettore che lia mo– strato ·quakhe velleità di scandolezzar-si), questo no– stro scietticismo amorale, salva la brutalità della for– ma, è nel sentimento - se anche non lo si confessa per << ri:spelto umano» - ed _è nell'intuito dei più. Come spiegare altrimenti che, fra tante varietà di ' gente insopportabile,· J,a più indig,esla è di coloro,'. i quali, farciti, imbottiti, di precetti morali, •li sciori– Il:ano ad ogni incontro, .-sentenziando, scattedrandor sdotlol'l(lndo sulle azioni del prossimo (le p:rop·rie,.. S-000 sempTe casi rise-rvati), e applicando alle stesse un certo misurino_ morale che hanno -nelle tasche del gilè? Mentalità anguste, spiriti pedantes-chi, oa– ralteri -aridi - questa è l'impressione comune se 'non· anche, ·spesso 'spesso, famosi gesuiti, cui 'la rtio'ral-e pròfes,sala serve èl.a 1 alibi. ' . . · · · . "-Vero.che_ v( sono. règole universa,mente accetl.àte. Il decalogo. Il Coclioe penale. · · VeTo. Pur troppo. E sovente .(presd-ndi-amo, .qui, da-Ilo.spi;rito di e.lasse, che. ne fa degli strumenti di dominazione) sono forse · un male ·n-ecess-ari-o,.ossia un << mal-e minore». Non vi è fatto dell'uomo,. -per quainlo ·reputato il più condann-abile, - neanche quel– lo contro cui fu scritto i•I « non ·ucciderai! »; che in guerra, per es., si capovolge di sbalzo - il quale non possa assumere, nelle varie con_tingenze,_·i più diversi valori moTali. Ma distinguere è diffiéilè; ruba assai tempo; la vita è breve. Perciò, qu-ando ùn',azione, nella grande pluralità dei casi, è decisamèntè nociva,– può giovar~ che venga ritenuta a priori riprovevole sempre, malvagia -per definizione, e la si eviti auto– -mali•camente·,per u~a ripugnanza riflessa, irragione– vole, per un fatto d'imitazione, divenuto istintivo. li giudice, _cuiopprimono lainli •processi da -spicciare, ha una s-crilta dietro la ·schiena, che lo avvertè, quaij-

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