Critica Sociale - Anno XXII - n. 14 - 16 luglio 1912

216 Clllt1CA SOClALE Però, dal punto di vista economico, bisogna conve– nire che, sin qui, un vero e grande risultato no'n si è raggiunto. Salvo in alcuni casi, le abitazioni costruite dai Comuni, dagli Enti, dalle Cooperative non hanno potuto servire da calmiere, sia per la loro insufficenza numerica, sia per l'alto prezzo degli affitti, non infe– riore a quello dell!l case private, costruite nel mede– simo periodo di tempo. Valgano alcuni esempi: alloggl dl 1 ambiente 2 11mbienti 3 ,, 1 alloggi dl ambiente 2 ambienti 3 " alloggi dl 2 ambienti 3 " 4 ,, Affitti di Case popolari. MILANO (Ente autonomo). aflltto per ambiente L. 149 minimo L. 190 massimo " 128 ,, ,, 150 ,, ,, ·102 ,, ,, 136 " TORINO (Ente autonomo). amtto per alloggio L. 108' minimo L. 144 massimo ,, 204 " ,, 264 " ,, 318 ,, ,, 384 " GENOVA (Ente autonomo). affitto per alloggio L. 132 minimo L. 168 massimo ,, 180 " " " 276 ,, " BOLOGNA (Ente autonomo). 252 " 336 ,, per un ambiente L; 68,67 per due ambienti per trQ ambienti L. 137,34 L. 206,11 ,, 72,83 ,, 147,16 ,, 220,84· " 72,63 ,, 73,58. (I prezzi variano secondo gli anni in cui fu fatta la costruzione). MONZA. (Società cooperati va). l\lloggl di totale 1 ambiente L. 70-75 + per spese L. 1 mensili L. 82-87 2 ambienti ,, 140-150 ,, 1,50 " ,, 158-168 3 ,, ,, 210-225 ,, ,, 2,- " " 234-249 COMO (Società cooperativa). alloggl di media minima mecÌla massimfl' '\ 1 ambiente L. 73 L. 80 2 ambienti ,, 146 " 160 3 " " 219 "240 Solo in alcune città, a Bologna ed a Modena, per esempio, i prezzi di affitto furono contenuti in confini modesti, ma ciò avvenne per le combinate e intrec– ciantisi liberalità del Comune e delle Casse di risparmio. Il fatto è certamente degno di alta segnalazione e di encomio, ma non si può dire probativo, pèrchè più i risultati sono dovuti ad elementi artificiali, più l'esten– sione dell'esperimento deve rimanere modesta. I Co– muni e le _Casse di risparmio possono, quantlo siano animati da una larga visione dei problemi sociali, im– primere il Ruggello della loro provvidenza ad alcune imprese, ma non potrebbero allargare il campo delle liberalità oltre un certo segno. Si può dire, anche in questo caso, che più si gua– dagna in perfezione, più ~i perde in intensità. Dove si è lasciato libero giuoco alle forze naturali e non sono ·intervenuti elementi turbatori, sia pure con lodevole intendimento, i risultati sono stati eccellenti, perchè furono creati tipi perfetti di abitazione popo– lare, ma la finalità economica non fu raggiunta. La ragione è chiara. Lo sviluppo del movimento delle abitazioni popolari ha coinciso, in Italia, coll'alto costo di costruzione, anzi, col progressivo aumento del costo di costruzione. Ond'è che la nostra attenzione deve essere attratta, in particolar mÒdo, da tutti i fattori che hanno in– fluenza sovra questo fÒndamenta1e problema. a) L'area edilizia. Il primo punto che si presenta alla nostra attenzione è quello dell'area edilizia. Ad esso, alla sua influenza fu data un'importanza grandissima che, a ragion ve– duta, mi è parsa e mi pare esagerata. Salvo per alcune città, che· si trovano in posture particolarmente critiche, quali Venezia, Napoli, Genova e poche altre, il pro– blema dell'area non mi pare abbia av.uto ed abbia una influenza decisiva sull'insuccesso economico del nostro movimento. Due fatti concorrono a diminuirne l'importanza: un fatto demografico, un fatto tecnico. Il primo consiste nella tendenza, oramai generale per le città maggiori, alla cosfituzione di nuclei cittadini centrali, destinati agli affari, e di amplissime zone periferiche, destinate all'abitazione. Il secondo è offerto dal moltiplicarsi e dall'intensificarsi dei mezzi di trasportò. Per il giuoco combinato dei due elementi, si può affermare che, oramai, le aree agricole, largamente di– sponibili attorno ai centri urbani, possono esercitare una temibile concorrenza contro le aree accaparrate dalla speculazione. Se ciò non bastasse, non è da scordare che i Comuni hanno il modo di rafforzare questa situazione spontanea di cose con adatti provvedimenti di politica fondiaria, ad esempio, con compera di aree vastissime a buon mercato. E oramai i maggiori Comuni italiani si sono posti su questa via e poss-eggono un dema_nio ragguar• devo le di aree ediHzie. Basti ricordare: Milano, Torino, Roma, Venezia, per non ·citare che i maggiori. L'azione dei Comuni può, in qualche mode, essere aiutata da due leggi particolari: quella sulle aree fab, bricabili e quella sulle case popolari, per quanto am– bedue - per que'sto rispetto - insufficenti. Per valutare l'importanza del prezzo dell'area sul nostro movimento, a'bbiamo due mezzi: l'uno indiretto, l'altro diretto. · Ricorriamo ad un calcolo semplice e poniamoci nella . situazione tipica prevista dalla legge belga, cioè, di una piccola casa del valore di 5000 o 6000 lire, data in ammortamento semplice, e supponiamo due ·casi : terreno a 10 lire il metro quadrato e terreno a 20 lire : 100 metri quad·rati, costo L. 1000,costruzione L. 4000, quota annua L. 300; 100 metri quadrati, costo L. 2000, costruzione L. 4000, quota annua.L. 360. E questo è il caso più sfavorevole, perchè faumento del costo del terreno cade per intero sopra un alloggio solo. Facciamo il caso di una Cooperativa per impiegati, quella di Torino, che costruisce ·un fabbricato per af– fitto: ter:eno 5000 metri quadrati, a L. 10, L. 50.000; costruzioni, L. 900.000;

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