Critica Sociale - Anno XXI - n. 14 - 16 luglio 1911

222 CRITICA SOCIALE a quello della Russia, meta di quello del Belgio e della Francia. E non si sono citati i casi di vera- mente alto consumo, come sarebbero quelli della Germania, della Svizzera, dell'Inghilterra. CONCLUSIONE. L'on. Ferraris, nella sua Relazione al progetto di Modificazione alla imposta sulla fabbricazione dello zucchero indigeno, fee,, a nome della Commissione, questa dichiarazione « Siccome si è costretti a conservare gravezze fiscali per i consumi anche più necessari e generali (basti ricordare il dazio doganale sul grano e il dazio consumo sulla carne e sul vino), così parve giusto non volgerci per ora ad uno sgravio sullo zucchero, con sicuro danno della pubblica finanza ». Più tardi, alla Camera, di fronte al mio ordine del giorno, rincarav;a: la dose esclamando: « Io mi permetto di dissentire radicalmente da lei; finchè avremo quella bruttura del nostro sistema tributario, che è il dazio consumo, io non voterò mai uno sgravio sullo zucchero n. Il mio egregio contraddittore cadeva, con queste parole, in un doppio equivoco: egli •mostrava di credere che il vino, ad esempio, avesse maggiore importanza dello zucchero, e che lo zucchero debba ritenersi come uri alimento di lusso. Non è esatta ne l'una, ne l'altra cosa. Ma, all'infuori di ciò, io penso che non si possa respingere una riforma, sol perchè non se ne possa fare una migliore e più grande. Nel nostro caso, ci troviamo in una situazione particolarmente favorevole. La riforma si può at- tuare lasciando immutate la situazione del Bilancio e la politica doganale accettata dalla maggioranza dei nostri reggitori. E la riforma non sarebbe di lieve importanza. Con essa migliorerebbe certamente l'alimentazione del popolo italiano; alcuni prodotti secondari agri- coli potrebbero venir utilizzati, mentre ora sono lasciati in completo abbandono; industrie, che, in altri paesi. hanno preso importanza grandissima (eioccolid lo. gelatine di frutta, sciroppi, candi- ti, iti r.). inin tarderebbero a sorgere e a sviluppar- si anela: da imi; la stessa industria dello zucchero troverebbe un mercato interno così vasto, da render possibile il passaggio dal regime attuale i quello delertninato dalla Convenzione di Bruxelles. Il progetto. :The ho abbozzalo, non 0 certo pmel- tu. Esso può' vmdr ritoccato e miglioralo: ina forse ha un merito: quello di dimoslra re che i, possibile. colla riforma degli vueclieri, raggiungere Ire scopi in una sola volta : giovare :ti consumatori; non turbare gli interessi costituiti della indu- stria e dell'Erario: rendere più intensa l'attività agricola e indu- striale del paese. Attuando l'invocala riforma, il Parlamento ita- lauto riuscivi', in materia fiscale, forse per la prima aitila, a dare un po' di dolcezza al molto amareg- giato contribuente e tionsumatore GruLIO CASALINI. Per gli studiosi, che possono avervi maggiore interesse, abbiamo raccolti in opuscolo questi ar- ticoli del nostro GrItLIO CASALINI: UNA RIFORMA MATURA Lo zucchero a buon mercato. (Presso la Critica Sociale: Cent. 201. CRONACA SOCIALE Il movimento sindacale internazionale nel 1909. Carlo Legien, segretario internazionale della Re- sistenza, pubblica il «7. Rapporto internazionale sul movimento sindacale per il 1909 » (1). Il volume con- tiene Relazioni di tutte le 20 Confederazioni del la- voro, aderenti al Segretariato internazionale; nia i dati statistici, osserva il Relatore, sono ben lontani dall'essere completi, sia .perchè alcuni paesi non ne hanno forniti, sia perchè le stesse Confederazioni mancano spesso di notizie precise sul numero degli operai organizzabili, sulle organizzazioni avversarie e sulle stesse organizzazioni confederale. Oltre a ciò, il valore dei vari Rapporti, varia, a seconda che si tratti di paesi nei quali è più o meno applicata la forma dell'organizzazione accentrata (Germania, Austria, Svizzera, Paesi scandinavi e, in parte, gli Stati Uniti) e dai quali è stato possibile ottenere dati più completi d'insieme, o di paesi a forme di organizzazione meno serrate (Belgio, Fran- cia, Italia, Spagna, ecc.) che poterono fornire sol- tanto dati incompleti. Una prova dell'influenza crescente delle organiz- zazioni sindacali nei vari paesi è data, secondo il Rapporto, da un fatto, che risalta più particolarmente in tutte le Relazioni (ad eccezione della Francia): che il proletariato, cioè, nel ,1909, registrò successi notevoli nel campo della politica sociale, sulla quale le organizzazioni sindacali dei vari paesi, d'accordo coi rappresentanti politici del proletariato, esercitano una influenza sempre crescente. Così pure risulta dalle Relazioni che il periodo di depressione economica ha servito a fortificare internamente ed esteriormente le organizzazioni sin- dacali; mentre, per ciò che riguarda il Belgio, l'In- ghilterra, l'Italia e qualche altro paese, è manifesta la tendenza a concentrare maggiormente le forze delle piccole organizzazioni e ad accentrare le or- ganizzazioni, per fortificare il movimento operaio. La Romania ha mandato per la prima volta un Rapporto. Invece la Russia, ove impera ancora lo stesso Governo reazionario e violento, che impedi- sce qualsiasi unione regolare tra i Sindacati isolati e anche tra i cosidetti Sindacati legali, non ha po- tuto mandare Relazione di sorta. Colle organizza- zioni sindacali della Turchia fu scambiata la prima corrispondenza; ma sul movimento operaio turco c'è poco da riferire. Le relazioni coll'Argentina furono mantenute mediante corrispondenze occasionali, in- terrotte disgraziatamente dalle agitazioni interne e dal furore del Governo contro le organizzazioni. Le organizzazioni dell'Australia danno conto di enormi progressi; ma finora non è stato possibile riunirle in una Confederazione generale, e sono ancora fuori del Segretariato internazionale. Nei 20 paesi aderenti al Segretariato, gli organiz- zati, alla fine del 1909, erano 9.573.493, contro 9.096.025 nel 1908, anno in cui mancavano i dati per la Rumania. Coi 239.293 organizzati dell'Australia (1908) e coi 22.457 dell'Argentina, gli organizzati nel mondo sono oltre 9,84 milioni, Mentre erano 9,31 milioni nel 1908, escluse Romania e Argentina. Se- condo il Rapporto, gli organizzati si distribuiséorto nel seguente modo: Germania 2,45 milioni; Inghil- terra 2,41 milioni (1908): Stati Uniti 1,71 milioni; Francia 977.310; Italia 783.538: Austria 455.401: Sue- zia 148.649: Paesi Bassi 145.000: Belgio 138.928: Da- nimarca 121.295; Svizzera 112.613: Ungheria 85.266; Norvegia 44.223; Spagna 40.984; Finlandia 24.928 Bul- garia 18.753; Romania 8.515; Bosnia-Frzegovina. 4470; Serbia 4462: Croazia 4361. Però, come si è già detto, questi dati non sono tutti omogenei; tra gli organizzati. della Germania entrano, oltre i quasi 2 milioni di soci delle organiz- zazioni «libere » socialiste, i soci delle organizzazioni liberali e cristiane; i dati della Francia n dell'Italia sommi quelli forniti dalle statistiche ufficiali e non è (1) Sepllènée lilapport International si, le moneement syndteal, 1909. — Berle, 19U. Edition de a CommIssion «Sei-mie des Syndleats de PAIlemagne.

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