Critica Sociale - Anno XXI - n. 11 - 1 giugno 1911

CRITICA SOCIALE 163 grande circoscrizione (purché, si intende, con un sistema proporzionale cli volo), credo che, se vi è caso nel quale la circoscrizione rislreLla uninomi– nale possa dare frutti utili, è proprio all'atto delle prime applic::tzioni di una così ampia estensione del suffragio. Infaui, la circoscrizione ristretta, con scrutinio uninominale, consente e consig:lia una propaganda mollo più intensa e cli.rella nel corpo clcltoralc; i candidnli hanno al tempo stesso un interesse più immccliaLo e più urgente ed una pos– sibilità assai maggiore di giungere nll'elettore, appassionarlo alla lolla, condurlo alle urne. Senza dire che, nella lolla per la conquista cli un solo posto, la gara è meglio circoscriUa, è più sugge– stiva, e dà all'elctlor-c, non ancora abitualo alla competizione politica, un eccitamento più vivo a parteciparvi. 'futte queste considerazioni avrebbero un valol'e assai relativo, se il suffragio qunsi universale fosse accordato in seguito a generali insistenti richieste; ma, purtroppo, bisogna riconoscere che non è così e che, specialmente nelle regioni, nelle quali gli effetti del nuovo regime saranno più sensibili, per– mane ancora una profonda indifferenza nlla con– quista di questo fonclamcnlale diritto ciel cillaclino. Ecco perchè non possiamo non tener conto elci vantaggi 1 che la circoscrizione ristretta presenta, per il dissodamento e la cultura intensiva cli questi latifondi morali, che mezzo secolo di vita unitaria ha lasciati politicamente incolti. E sarebbe questa una delle ragioni, per le quali, se ora ci fosse offerta immediatamente l'adozione di un sistema cli rappresentanza proporzionale (che pure noi avremmo veduta volentieri introdotta nella nostra legislazione, primn di procedere ad una così v;-ista estensione del suffragio), rimarremmo per– plessi, e fìnirernmo forse per allontanare, con un sospiro, il calice contenente la bevanda, della quale pure mostravamo, qualche mese f::t, così gran de– siderio. Ma non vi sarà pericolo che in questa do– lorosa perplessità abbiamo eia trovarci, perchè non sarà certo il Ministero nel quale si trovano l'ono– revole Giolitti, che non crediamo abbia mai avuto simpatin per la rnppresentnnza proporzionale, e l'on. NitLi, che anche recentemente la poneva tra le novità bizzarre della moda, quasi alla stregua della jupe-culolte, non sarò certo, dico, il presente fi.linistcro, che ci porrà in imbarazzo, col proporre la proporzionalità della rappresenlan,.a conlernpo– rancamcnle all'allargamento ciel suffragio. Noi quindi non ci troveremo dinanzi se non il desiderio •·- che è forse nell'animo cli non pochi dei nostri legislatori - dello scrulinio cli lista map;giorilario. In lai caso, non mi pare che si debb,, stare nep– pure un momento in forse nel respingerlo per so– stenere il mantenimento del Collegio uninominale. Noi abbiamo la presunzione cli credere cli aver già dimostrato (e, ad ogni modo, nttencliamo ancora la confutnzionc) che lo scrutinio di lista maggiorita– rio, assai più del Collegio uninominale, opprime le minoranze; sostituisce l'nlca alla giustizia nei rcsullati elellornli; è fomite di clisorgani7.znzione di partiti là dove c.ssi esistono, cli alleanze ibride .e spesso ripugnanti e di sospetti e cli discordie fra le parli affini che hanno stretto patto cli alleanza. Per quanto poi riguarda gli interessi elci partiti democratici, lo scrulinio cli lista signinchcrebbe sornmer~cre quei Col!egi 1 nei quali la propaganda o particolari ragioni cli ambiente hanno fatto loro conquistare la rnaggiornnza, nella massa grigia cli una intero. provincia, con evidente interesse dei partiti conservatori; peggio ancora, signifìchcrcbbe neutralizzare le tendenze avanzale delle città, con Biblioteca Gino Bianco le resistenze conservatrici delle masse, numerica– menle prevalenti, delle campagne limitrofe. E qucst'ultirno pericolo, che sarebbe stato grave con lo scrutinio di lista maggioritario a suffragio ristretto, diviene gravissiir10 col suffragio allargalo. Spieghiamoci con un esempio pratico: primn, se H.omn, col suo mezzo milione di abitanti, avesse formato una circoscrizione unica con i rimanenti 800.000 abitanti ciel Lazio, avrebbe ancora avuto la speranza cli prevalere, perché la percentuale de– gli alfabeti e degli elettori era mollo maggiore nella cillù che non nella campagna; adesso, invece, anche questo vanlaggio sparirebbe, pcrchè In per– centuale degli elettori dipenderà unicamente dal coefficiente numerico e non da quello di cultura. Perciò, nell'interesse della democrazia, ccl anche in quello obiettivo della composizione clcll.'Asscm– blea Nnzionule, conviene impedire che Ja volontù ed il pensiero elci grandi centri, nei quali pulsa intenso il battilo della vita politica, si:uw sover– chiali dalle campagne; conviene che possono, que– ste come ·quelli,. aver modo cli avere, senza adulte– razioni artificiali, la propria rappresentanza. Anzi, questo desiderio, di accordare così alle popoLuronr c1ttaclrne come a quelle rurali un'equa d1str 1bu11one dc1 mandati legislativi, ci richinma ad un'altra osservazione. E noto come, dopo il censimento del 1901, non si sia falla la revisione delle circoscrizioni elettorali, che, pure, è tassati– vamente imposta dalla legge, e come questa omis– sione abbia cagionate cd ncccntuate sperequazioni assolutamente inique, che avemmo già occasione cli rilevare in una nostra Relazione al Congresso lìaclicale ciel 1909, mostrando che cli esse soffri– vano specialmente le cittò. Ora, le elezioni gene– rali con le nuove liste non potranno essere folte, se non quando siano conosciuti i rcsullati del cen– simento, che sarà compiuto il 10 di giugno cli quest'anno. i\ifo la legg-e stabilisce che la revisione n.vvenga nella prim_a sessio,~e succ~ssi~,a. a quell~ cluranle la quale siano stati pubbl1cal1 1 rcsullalt dc"! censimento: senza una disposizione speciale, tale revisione sarebbe perciò differita alla prossima legislatura: orbene, adesso, che il nuovo regime clettornlc, che sta per essere adottalo, moclincherò tanto sensibilmente le posizioni presenti, non è tol– lerabile che debbano rimanere ancora pcr una le– gislatura disparità assolutnmenle stridenti; adesso, che in tulle le regioni il rapporto fra clcllori cd nbilanti diverrà pressochè uniforme, non sorebbc tollerabile che - ragguagliando all'jngrosso il nuovo corpo clel.lorale nl 22 "/" della popolazione totale - si avessero Collegi (come quelli cli Bricn– za e Vigono) con meno di 8500 elettori e Collegi (come qnelli di Milano V e cli Homa Il) con oltre 3:i.000 elettori! E, adducendo questi cscmpì, ho già anche dello pcl' quale allra fondnmentale ragione cli giustizia si debbano porre le circoscrizioni elcttornli in rap– porto con le effettive condizioni dcmogrnlì.che, ri– sultanti dall'ultimo censimento: dato il notissimo fenomeno dell'urbanesimo, tutte le citt:\ si lrovnno ad n.verc una rappresentanza inferiore a quclln, alla quale, per la loro popolazione, avrebbero di– ritto. Ora, i partiti democratici non debbono cli– rnenticare che, nelle grandi ciltò, essi hanno con– quistnlo r;-igguardevoli posizioni, e che, nelle _gran– di cilUt, essi possono legittimamente sperare cli avvanlngginrsi in modo sensibile dell'nllargamento clol suffragio; e debbono perciò esigere che, prima clcllc prossime elezioni gcnernli, sia compiuto que– st'atto cli giustizia, che darà ai maggiori centri ur-

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