Critica Sociale - Anno XXI - n. 4 - 16 febbraio 1911

54 CRITICA SOCIALE dei nostri Collegi, e ce ne infischiamo dei cafoni meridionali "' trovano più abile dire: " Vogliamo il suffragio universale anche noi. ... fra cinquant'anni; ma per ora ci contentiamo dell'allargamento del voto, come avviamento al suffragio universale .... fra. cin– quant'anni ,,. E, con questo genere di restrizioni miste mentali,votano oggi rin ordine del giorno per il suffragio universale in compagnia di quei deputati, che vogliono il suffragio universale .... sul serio; e si riservano domani, dinanzi al progetto Luzzatti, di contentarsi_ di quei soli emendamenti, che saranno utili nelle loro regioni, lasciando alla porta i min– chioni degli a\tri paesi a chiedere il suffragio. uni– versale. Ora, fino a quando resti in piedi questo equivoco, nè gli avversarì deJla nostra agitazione ci prende– ranno sul serio ( 1 ), ben sapendo che al momento opportuno il Gruppo parlamentare si troverà para– lizzato dalla inerzia di chi trova buono il progetto Luzzatti, salvo qualche piccola secondaria operazione_ ortopedica, e quindi inutile ogni sforzo ulteriore per più larghe conquiste. E a noi mancherà lo slancio nella battaglia; perchè non si può pretendere che ci si metta con fervore al lavoro, finchè c_orriamo pericolo di essere .... lu'zzattati. Il problema è grave sopratutto per noi socialis\i pugliesi, che ci troviamo in questo momento alla avanguardia dei socialisti meridionali. La Puglia è la sola regione italiana, in cui l'organizzazione eco– nomica sia oggi in progresso, mentre regredisce nel resto d'Italia; e nello stesso tempo è una delle più analfabete. La Puglia è nel Mezzogiorno oggi la regione di cui si possa sperare il più utile sforzo nell'agitazione per la riforma elettorale. Ma noi, so– cialisti pugliesi, non possiamo in coscienza dare, senza esclusione di mezzi, l'aire all'agitazione, se prima non abbiamo la sicurezza assoluta di non do– verci un bel giorno trovare con un mucchio di mo– sche in-mano. Noi non possiamo correre il pericolo di essere complici di un tradimento a danno dei nostri lavoratori; i quali dovrebbero spingersi in– nanzi nella conquista della riforma elettorale, per vedere un hel giorno i socialisti settentrionali e i loro deputati accontentarsi di una riformetta a scar– tamento ridotto, che favorisse- i soli lavoratori della famosa valle da Torino al Rubicone, e lasciasse tur– lupinati i lavoratori analfabeti meridionali. La Direzione del Partito, dunque, e il Gruppo parlamentare hanno il sacrosanto dovere di uscire dalla unanimità e di parlar chiaro una volta per sempre. Vogliono sul serio il suffragio universale? Quando non ci sia possibilità di vittoria completa, di quale allargamento parziale sono disposti a contentarsi? Accetterebbero l'allargamento dell'on. Luzzatti, cor– retto ad uso e consumo di pochi Collegi elettorali ; oppure respingerebbero energicamente ogni allarga– mento, che non tenesse il debito conto delle condi– zioni e dei bisogni del proletariato intero? Idee poche, ma chiare: ecco quel ci è necessario. G. SALVf)l\UNL (I) Ecco un caso tipico. 11 Lavo,·o ai Genova pubblica net numeri del 12 e 17 gennaio, senza nessuna r!Serva, due articoli dell'Anci– Iottl, asSessore comunale di Genova, contro Il suffragio universale, e per un allargamento del voto a favore di quel soli cittadini che sanno leggere e scrivere. :Ma 11 22 gennaio, l'on. Canepa, direttore del Lavoro e deputa.to di Genova, parla ln Genova a favore del suf– fragio universale per alfabeti ed analfabeti. Chi volete che a Genova abbia preso sul scrio la dimostrazione del 22 gennaio? L'Amministrazione della Critica è disposta a ricambiare con una qualsiasi successiva a,nnata, rilegata, oppure con un anno d'abbonamento, l'invio che le veniSse fatto della 1•, 2• o 3• annata (1891, 1892, 1893) di Critica Sociale in buono stato di conservazione, Biblioteca Gino Bianco UHHUOVO PRODRRMMR del Partito socialista olandese Il Partito socialista olandese dlscuterà., nel suo pros– simo Congresso, un nuovo Statuto. Come è noto, il movimento socialista olandese fu, ed è ancora in parte, ostacolato dall'anarchismo. Il primo movimento socialista, ancora forte e sano nel 1893, venne rovinato dalla propaganda, antiparlamentare prima e anarchica poi, di Domela Nieuwenhuis, il quale fece deliberare, al Congresso del 1893, l'astensione elettorale. Si costituì allora un nuovo partito, che nel 1897 con– quistò tre mandati politici; mentre il vecchio partito, si ridusse sempre più di numero e non conta ora più che qualche sparso Gruppo anarchico. Alla Conferenza del 1909 parteciparono 21 Gruppi e 17 persone! Il nuovo pa,rtito operaio socialista conta ora, invece, 210 Sezioni e 10.000 soci. Anch~ l'organizzazione operaia presenta lo stesso fe– nomeno. Gli operai, vinti dall'anarchismo, si gettarono con ardore sul movimento sindacale. Nel 1894 1 sotto la direzione del " Segreta1·iato operaio nazionale ,,, si formò un movimento operaio sindacalista-anarchico, che nel 1897 contava 15.000 soci; ma nel 1906 non erano più che 5000, indi scendevano ancora; mentre la 11 Federa– zione olandese dei Sindacati », creata nel 1907 sotto direzione socialista, contava già, nel 1907, 26.000 soci, ascesi ora a 40.000 (')- Anche nel nuovo par~ito, però, scoppiarono, dopo il 1901, conflitti di tendenza. Sulle questioni della politica agraria e della scuola si affermò una corrente di rigidi " marxisti ,,, che accusò il Gruppo parlamentare e l'or– gano del partito di non agire in conformità al u vero , 1 socialismo. Nel 1904 questi marxisti puri conquistarono una maggioranza casuale nel partito e nel 1905 domi– navano essi la situazione. ì\fa già al Congresso di Utrecht, del 1906, trascinata da Troelstra, la maggioranza si staccò dag1i intransigenti, seguendo i "revisionisti "" Succedette un anno di aspre lotte, flnchò il Congresso di 1-Iaarlen {1907) sancì la conciliazione. La revisione del programma fu affidata a una Commissione, com– posta di 3 rigidi marxisti, 2 marxisti concilianti e 8 ri– formisti. Però i tre noti marxisti \Yijnkopp, Ceton e van Ra– venstejjn non deposero le armi e pubblicarono un organo settimanale, la Tribuna, che iniziò una feroce campagna contro il partito. Quantunque, in un Convegno del di - cembre 1908, i redattori della 1'1'ibuna si fossero dichia– rati disposti a cessare i loro attacchi, e per quanto la Direzione del 'partito avesse deliberato di pubblicare un'appendice scientifica all'organo ufficiale, redatta da "marxisti,,, la gazzarra continuò. Un Congresso straor– dinario venne convocato perciò a Deventer nel febbraio di quest'anno e il Congresso deliberò l'espulsione dei tre redattori della Tribuna. Ma se, in seguito al voto, alcuni marxisti si dimisero dal partito, i più autorevoli, come Roland-Holst, \Vibant e van der Goez, non si unirono ai secessionisti. Così l'ordine è ritornato nel partito olandese (2). Intanto la Commissione per la revisione del pro– gramma continuava i suoi lavori e lo scorso novembre (1) A'.llKlsRSMlT: Gewe,·ksehaftHche,· Àlllll'Chtsmits in Jiol/.and - !n ·" Der T\.ampf,,; \ugllo, 1910. ( 2 ) YLIEGEN: Dle i1111ei·e1lICiùnp(e ili tler J1.olliindLschcn soztalde• mocratte. - Nel SozLalistlsche Monatshefte, 11 marzo, 1909.

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