Critica Sociale - Anno XXI - n. 4 - 16 febbraio 1911

50 CRITICA SOCIALE La Camera ebbe l'aria di voler quasi far credere - e ridevano anche i calamai - che i provvedi– menti eran presi di sua iniziativa. La Camera è su– periore a tutte le minaccie. Essa nè si lascia inti– midire, uè fa rappresaglie. Essa è la grnn madre amorosa, che provvede a tutti i suoi figli, per pnro spirito di equità, nell'interesse dello Stato. E fu, anzi, una bella gara fra Governo e deputati, fra ministri di ieri e d'oggi e di domani, fra Sacchi e Bertolini, fra forcaioli ed estremi, a voler parere più larghi, più equanimi, piì1... superiori. I ferrovieri ci guadagneranno alcuni altri milioni - e questo è giusto ed è bene. Ma, nei corridoi, ad uno ad uno, sottovoce, i de– putati si domandano: fino a quando durerà questa toppa? a quando nuove pretese e nuove concessioni necessarie? e in quale misura? E, per darsi un contegno, Ministri e deputati auto– revoli tuonano dai loro banchi: che, dopo questo nuovo sacrificio doveroso dell'Erario, bisogna .. « rin– forzare la disciplina! " Tutte ciarle, anche queste! La cosidetta disc[plina non si rinforza coi pistolotti. E, d'al troude, se la minaccia fu efficace a ottenere un po' di giustizia, come mai può sperarsi che gli interessati rinuncino a servirsene per l'avvenire? Ma: après nous le déluge ! Questa è la saggezza suprema. Il Governo ben avrebbe potuto, ben potrebbe il Parlamento, risalire alle radici del permanente con– fiitto. Constatare che la giustizia delle paghe e delle carriere non si assecura con provvedimenti saltual'J, suggeriti dalla paura, risultanti dall'urto di opposte minaccie, di violenze antagoniste in agguato: lo scio– pero da un lato, le destituzioni e le degradazioni dall'altro. E venire alla sola profilassi possibile: la conciliazione affidata ad organismi elettivi, compe– tenti, tecnici; e, in difetto di successo, la soluzione arbitrale. E vi sarà - mentre queste righe si disporranno nel compositoio - chi rammenterà al Governo e al Parlamento questa necessità razionale e questo dovere. Ma non speratene nulla! Su questo terreno, dal primo progetto 'l'edesco all'attuale, s'è fatto il cam– mino dei gamberi. Un embrione di arbitrato, profi– latosi qualche anno fa, distrutto dal sabotage legi– slativo sotto l'impressione dello sciopero, non trovò più forza di rispuntare. La rappresentanza delle ca– tegorie del personale, che dovrà periodicamente con– ferire col Direttore generale, non ne è più che la parodia. E già il Governo ha opposto ai nostri suggeri– menti i soliti luoghi comuni: la sovranità del Par– lamento; il pericolo di affidare ad estranei la fortuna e la misura dei bilanci dello Stato. 'l'utt'al più, si potrà "studiare,, l'argomento per un lontano avve– nire e limitatamente alla applicazione clelle norme stabilite, dei diritti derivanti dalle leggi e dai rego• lamenti. Quanto dire, alle sole materie, che sono già di competenza dei giudici: o dei tribunali ordinarì o del Consiglio di Stato; e che non sono mai quelle, che possono sul serio creare conflitti, scioperi, agi· tazioni, violenze ('). Eppure, la proposta da noi formulata - che in calce riproduciamo - e che, per analogia di ragione, intenderebbe provvedere anche ai casi dei fetTovieri cli aziende private, risponde praticamente, a quelle trite obiezioni. (I) In verità, questo stesso difetto cl sembra scemi valore anche alle proposte fatte dal collega on. Pantano, sotto rornu~di numerosi arttcoll aggiuntivi - ohe d'altron<lo nessuna assemblea potrebbe discutere e adottare por Incidente, come omendamontl a una legge. BibliotecaGino Bianco Non importa. " Il compianto on·. Gianturco disse già alla Camera... 11 • E' così comodo rifugiarsi nel– l'ipse discit ! E converrà che altre esperienze dolorose - altri enormi sperperi di forza, e Ja continua e crescente esasperazione dei lavorntori, nella quale, ben più che negli schemi dell'ordinamento, è il segreto di tutti i guai - insegnino alle " classi dirigenti ,, ad essere, anche nel loro proprio interesse, meno stolte e meno sventate. Oggi la lotta è fra due sindacalismi. Il Parlamento è il Sindacato borghese. E il Governo è il suo Co– mitato! LA CRJ'l'ICA SOCIALE. Ecco l'ordine del giorno cla noi proposto in questa discussione : La Camera invita il Governo a studiare e presen– tare entro l'anno un disegno di legge, che instauri e disciplini l'istituto della conciliazione e della soluzione arbitrale temporanea delle controversie e dei conflitti di carattere collettivo fra il personale e le amministra– zioni delle grandi industrie dei trasporti, siano esse di Stato o assunte da imprese private; soluzione la quale, in quanto sancisse pattuizioni o disposizioni nuove, ec– cedenti la interpretazione e applicazione delle leggi, dei regolamenti e dei patti in vigore, e importasse mag– giori aggravi ai bilanci, in caso di protesta cli una delle parti, non sarà esecutiva, rispetto alle imprese private e al loro personale, se non quando adottata all'unani– mità, giusta i criterì del disegno di legge Cocco Ortu– Giolitti, n. 83; e, rispetto alle imprese e al personale di Stato, se non dopo la ratifica, espressa o presunta dei due rami del Parlamento. TURATI. INTEMA DIRIFORMA ELETTOR V. .Altri possibili allargamenti. Dalle osservazioni, che precedono, sulle riforme concrete finora proposte, risulta evidente che la for• mula "allargamento del suffragio,, è assolutamente vuota di senso. Il suffragio si può allargare molto e poco, bene e male. Dare il voto alle sole donne che vivono di rendita, sarebbe un " allargamento ni che tutti i partiti democratici dovrebbero combat– tere. Viceversa il suffragio universale maschile e femminile sarebbe anch'esso un... "'allargamento n fino ai limiti estremi di allargabilità. Anche ammesso, dunque, che sia pratico ed efficace sostituire, nella propaganda e nell'agitazione, alla formula integrale del suffragio universale una formula cli contenuto più limitato, bisognerebbe intenderci bene su quale progetto concreto di estensione del voto si vuole impegnare la campagna. Indipendentemente, poi, dalla necessità tattica di rivolgersi al paese con idee ben precise e non a base di formule elastiche ed equivoche; anche am– messo, come noi crediamo, che la formula da lanciare nel paese debba essere quella clel suffragio univer– da:e, e non altra; - sarebbe sempre necessario de– finire, pei- il caso che non si 1·iuscisse a smuovere tutte le foi·ze necessarie aà ima vittoria completa e ci si dovessecontentare ài una transazione, fino a qual punto sarebbe il caso di restringere le nostre esi– genze: cioè quali requisiti dovrebbe avere un " allar· gamento ,,, affinchè rappresentasse quel minimum, al

RkJQdWJsaXNoZXIy