Critica Sociale - Anno XXI - n. 4 - 16 febbraio 1911

CRITICA SOCIALE 63 fa dai partiti socialisti degil altri paesi, suole porre nelle elezioni solo un numero limitato di candidature ufficiali; il che se può armare la suscettibilità di qualche candi– dato.... alla candidatura, ha prestato il fianco alla cri– tica che con tale tattica si tenda a favorire un maggior numero di posizioni liberali. Veramente, data la com– plessità della procedura elettorale inglese (tra l'altro, le candidature costano assai in Inghilterra, essendo colà a carico dei candidati o dei loro partiti tutte le spese che altrove sono sostenute dallo Stato) non mancano buone ragioni a f&.vore di quella misura. Ma il malcontento esiste nondimeno; e un numero crescente di compagni è preoccupato della situazione di dipendenza in cui il Partito del lavoro si è messo in vari Collegi rispetto ai liberali; e dei riflessi che ciò può avere su tutta l'azione generale del Partito in Parlamento. ~;uttavia gli elementi più radicali del trade-unionismo inglese non disperano di procurarsi al più presto una rivincita. Un nuovo Congresso del partito politico avrà luogo in aprile, e per quello affilano le armi. L' lndependent Labour Party non rappresenta che la tendenza media della or– ganizzazione trade-unionista, alla cui sinistra ijj è for– mata una frazione abbastanza rilevante di tali elementi, la quale, nei corso degli ultimi anni, si è venuta rapi– damente svolgendo, e che nel Congresso dello scorso anno ottenne già qualche vittoria. Che avverrà al Con– gresso prossimo? Secondo ogni probabilità saranno in esso riagitate le medesime questioni che assorbirono l'attenzione del Congresso di Leicester, e principalmente quella della revisione degli statuti della organizzazione in obbedienza al giudicato di Osborne. E poichè è pre– sumibile ,che il Keir Hardie seguirà lo stesso atteggia– mento di Estrema ch'egli tenne nel Congresso ora chiuso, non è arrischiato il prevedere che il Centro e la Si– nistra, uniti questa volta, abbiano a raccogliere una grande maggioranza sulla Destra, e ad avere la dire– zione dell'organizzazione socialista. Si prevede pure che, in seguito a ciò, numerose Sezioni e numerosi militanti, che ora si sono tratti in disparte, disapprovando l'azione troppo moderata del partito, ritorneranno nelle file, quando si possano persuadere che la battaglia sarà per ricominciare sul serio . .E forse, chi sa, sarà anche dato alla Internazionale di salutare la conciliazione tra l'ln• dependent Labour Party e il suo antico antagonista il Social-Democratic Party, che rappresenta il più genuino Partito socialista, di tradizione e di spiriti rigorosamente marxisti. Il fatto avrebbe una importanza senzn prece– denti. Vi sono, insomma, in Inghilterra, centomila so– cialisti almeno, sparpagliati in diverse organizzazioni. Il giorno, in cui essi trovassero la loro unità, l'unità dell'azione, e disponessero degli strumenti indispensabili della propaganda (un quotidiano, tra l'altro, che - strano a constatarsi - loro è mancato fino ad ora, ma che, a giudicare da intendimenti e da programmi recenti, parrebbe dover costituire l'avvenimento di un domani non remoto), è da ritenere che essi conquisterebbero per tal modo la forza politica capace di trascinare con sè la grande massa del trade-unionismo, la quale in realtà non è stata mai condotta a una vera e propria azione politica, programmatica e permanente. Il Iato debole del Labottr Party starebbe precisamente in questo: che esso non ha fatto che incorporare nominalmente quella massa, riscuoterne automaticamente i contributi, senza conquistare " la sua anima ". Donde il paradosso evi– dente dei soli quattrocentomila voti che il Partito rac– coglie alle elezioni generali, in confronto del numero Biblioteca Gino Bianco quadruplo (un milione e mezzo) di inscritti nelle orga– nizzazioni. Ad ogni modo, la fiducia, di cui ,tianzi discorrevo, appare legittimata dalla conslderaziorn~, che giammai come ora le circostanze furono più favorevoli alla con– quista socialista delle masse, anche delle masse ingle~i: le quali sono agitate da un movimento profondo e pos– sono dalla energia e dalla tenacia socialista essere strap– pate alla vecchia ro1ttine e portate alla testa dell'In– ternazionale. L'ORGANIZZAZIONE. Uno villorio si9nificolivo e il controllo obbliiotorio. Le circostanze, le quali hanno accompagnato la vit– toria che ha coronato gli sforzi di una delle pÌll forti organizzazioni inglesi, meritano una bre've illustrazione, per alcuni aspetti che esse hanno offerto. La storia di questo sciopero, che è viceversa un vero e proprio lock– out padronale, è istruttiva. Nel settembre scorso, i pa– droni dei potenti calltieri inglesi di costruzioni navali licenziarono dai loro stabilimenti quarantamila operai, col pretesto che 400 di essi non avessero ottemperato a certi articoli del contratto collettivo, concluso preceden– temente fra i rappresentanti del Sindacato e l'Unione padronale. li'in dal principio, la stampa di ogni colore presuns·e che gli operai avessero torto. E perfino i di– rigenti della organizzazione operaia conclusero allo stesso modo, e chiesero ai proprietari quali fossero le loro condizioni per la ripresa deJ lavoro, promettendo di accoglierle. Senoucbè gli operai risolsero, per referend·u1n, di rifiutare ai loro rappresentanti un mandato qualunque per tra~tare coi padroni. In ottobre, seconda Conferenza: i rappresentanti dei Sindacati consigliano ancora agli operai di accettare le condizioni dei padroni. Una delle quali stabiliva, nientemeno, che "l'operaio, il quale ri– fiutasse di obbedire al suo rappresentante, contrattual• mente impegnato coll'industriale, sarebbe privato del lavoro per una durata di sei o di dodici mesi ""E altra negativa operaia. Il Segretario generale dell'Unione in– vitò poscia di nuòvo gli operai a cedere. Ma gli operai negarono ancora recisamente ogni consenso di trattare coi padroni. Dinanzi a tanta e così risoluta resistenza, entra in campo il Ministero del lavoro, che si sente in obbligo di intervenire per facilitare una soluzione. Il risultato? Che gli operai ottengono la revisione del contratto di lavoro, la reintegrazione dei licenziati e migliori condi– zioni di lavoro: e trionfano cosi a un tempo dei padroni e dei propr.ì rappresentanti sindacali. La stessa stampa capitalista, dal Daily News al 'l'imes, è costretta a regi– strare la disfatta capitalistica. Quest'ultimo scrive che " la resistenza degli operai è giustificata dal successo ·delle loro rivendicazioni ,,. Notevole è pure, in questo episodio suggestivo della lotta di cla9se, l'uso che i soci di questa Unione hanno fatto del referendum. 'rre volte di seguiio, essi hanno respinto i consigli dei loro dele– gati, e sfidato i capitalisti che si erano piegati all'acco– glimento delle clausole restrittive della libertà operaia. L'episodio vittorioso degli Operai dei cantieri navali inglesi pone in discussione i pericoli del contratto col– lettivo obbligatorio, e contemporaneamente corrobora le speranze dei so~ialisti per un più fervido e profondo risveglio sindacale e politico del proletariato inglese, rivelando di un tratto energie di resistenza ferma e se– cura che parevano insospettabili. Quanto a quel primo punto, il ragionamento degli operai inglesi era, del resto,

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