Critica Sociale - Anno XX - n. 23 - 1 dicembre 1910

CRITICA SOCIAl,B psiche individuale, del rinvigorimento e della disciplina del volere, della tenacia incorruttibilo.dcllo srorzo 1 dolla ritemprante ginnastica del proprio potere d 1 nrdimento. Qui non ai vuole affo.tto infirmare la verità, che, come già la borghesia, il proletariato fa la propria storia e fa pure la propria economia, e che in questa sua opera non può non prodursi 1 secondandola a sua volta, uno spirito alacre di combattività, in antitesi perfetta a tutta la psicologia del mondo borghese. Ma da ciò alla conce- . ziono essenzialmente etica del socialismo ò un salto, che ranno I teorici, ma che Il proletariato non si sente lii seguire, senza venir meno alla ragione economica ed insieme alla comples11ità del proprio essere, dalle quali gli deriva una complicazione sempre crescente di attivi fa molteplici, condizionate da. circostanze ch'esso stesso ha anteriormente provocate e contro cui ora novellamente opera. ì~ tutta qui, nella concezione del Marx, l'opera rivoluzionaria della classe dei lavoratori; nè occorre quella concezione abbandonare, o solo in parto distac– carsene. Il socialismo si produrrlL come risultato ultimo di tale complessa opera sovvertitrice e creatrice, nas<'erà dalla società atbale per contraccolpo dialettico ( 1 ). [,'En• gels, rimettendo in luce - come dice il Croce (2)- una scoria di vecchia metafisica, volen adclirittura, col pro• cedimento dialettico o con la raffigurazione del ritmo per negazione di negazione, ragionare sull1avvonire. )la. tutto ciò ha solo in parte rapporti con la concezione della proxis, qual'è per accenni disegnata in .Marx, e per cui il marxismo si rivela, oltre che una chiave <Fin– terpretazione storica, ancora, e sopratutto, una filosofia dell'azione, come si espresse .Antonio Labriola, infon– dendo un alito di vita alla definizione vuota e formale datane dall'Engels: " una dialettica sperim'entale a ( 3 ), . *. li nuovo idealismo avrà perciò invano tentato di tin– gere del proprio belletto un corpo d'idee, su cui in ef– fetti non può accampare alcun diritto di tutela. Corno non nacque nè potò venire assorbito dal positivismo, il marxismo non potrà subire la maschera deformatrice dell'idealismo. Inquadrarlo nella cornice d'una fllosofla qualsiasi slgniflcl\ fargli perdere il suo carnttero specifico di negazione d'ogni filosofia; dargli un'etichetta, positi– vistica o idealistica che sia, val quanto strappargli il duplico contenuto, che gli è proprio, di strumento d'in• terpretazione del processo umano e di dottrina storica della rivoluzione proletaria. Come mezzo esplicativo della storia, il marxismo ha ben tracciata la propria funziono e segnati i propri confini. Esso in sè ·non ripresenta, sotto mutate spoglie, la vecchia e sorpassata ftlosofla della storia; ma di que– st'ultima. non è che un " canone 11 d'interpretazione 0 1 tutt'al più 1 un metodo di spiegazione; senza però avere niente dì aprioristico e senza perciò aver la pretesa cli ridurre, come vogliono i divulgatori superficiali del ma– terialismo economico, tutta la storia ad un movimento dell'economia. Jn questo senso, esso ha un valore cd un'efficacia imperitura, costituisco una grande acquisi– zione, che la scienza storica può a buon diritto consi– derare fra i suoi strumenti più poderosi ·- se non il pili poderoso - d'Investigazione e di dichiarazione. I~ la classo lavoratrice può andar superba di avergli dato la vita: poichè - è bene non dimenticarlo - il materia- (I) "· S0111::1.: /\(IQUl 1!111 lll(ll'Xi;m10, 1u111.1$~. (111CRoc•:: Mole,·tc,1/gmo storico cd eco11oml1111110"..;jgtica, 1907, .'(ag• i,::lo lii. (li ANTONIO l,Alll!10l,A: Dtl matci•lflHgmu b'IOl'ICO, lismo storico surge u dal bisogno di rendersi conto di una detorminata conflgurazione socia.le 1 non già da una ricerca astratta sui fattori della vita storica; e si formò nella testa di ))Olitici o di rivoluzionari, non gill di freddi c compassati scienziati di biblioteca" (I). Como espressione cd insil)me luce, riflesso teorico cd Insieme impulso psicologico del movimento operaio, il marxismo, riaffermando la sua essenza pratica e contin• gente, non può non csulart.1 da ogni sistema filosoflco; esso - come nota il Croce nella recensione d'un ampio studio fatto sull'argomento dalrllammacher non è maschera, ma realtà j non pensiero, ma azione: e come tale ò inconfutabile, come tale ha operato cd opera nella ,•itn moderna,.nollo iltesso tempo o nella medesima mi– sura in cui vi opera. la classe lavoratrice. Sotto questo aspetto, esso si fonde con lo sviluppo del proletariato, con la quotidiana molteplice attività sua: in una parola, col divenire stesso del socialismo. li qualo pertanto, non altrimenti che il marxismo, non ha bisogno di di\'Ontare il pupillo d'una filosofia, qualunque essa sia. J\ sociali· smo può vivere di vita 1>rOpria. Jla in sò la ragione di se stesso. Non ò nò positivismo nè iclcalbm10: è sociali– smo, cioè prassi del proletariato, tendente alla creazione di strumenti e cl'istituti, ossia di " circostanze 11 sociali appropriate alla classe del lavoro in quanto nega, e rn negando, quella del capitale. Nella scoperta e nella dichiarazione di questa realfa storica - e non nell'aver concepito la vita ccl il mondo in un modo piuttosto che in un altro - è la ))iÙgrande gloria del marxismo; ed è insieme l'altra ragione, ed Il segreto, del suo perenne rill\'erdirsi e della sua vittoriosa ribellione alla morte. :\[a, in questa sua es– senza pratica, osso Yi ve ancora. - e non può non vi\'ero - percllò vive ancora il proletariato, como classe che quotidianamente attende alla propria emancipazione. Jl giorno in cui questa si sarà avverata, il marxismo - proiezione dell'opera rivoluzionaria dei lavoratori - avriL perduto la propria ragion d'essere; potrà passare alla storia. Tuu10 Co1.ucc1. (I) CnocF.: 01), Cli. APPUNTI E SPUNT 1 I sulla legge dell'emigrazione Cominciamo dal bcme, il quale - senza ripctero cose omai dette i11sino alla saziefa si può riaiS– sumere in queste parole: la nostra legge sulla emi- 1,rrazione, ha portato effetti benefici. non ostante le sue lacune ed i suoi difetti. Le lacune e i difott.i in parte dipendono dalla legge scritta, ma, in una porzione ancar maggiore, sono da aseri versi H Ila ignorania degli uomini e alla indolenza di ohi non penetrn. lo spirito della legge; e sono del 1·esto mo• difioabilì e correggibili. J~, siccome le migliorie agli ietrumenti di difesa sociale soltanto si ottengono quando cui interessa rileva, ossnva, medita, compara e su:.rgerisce, co1:1i ho voluto porre assieme nlcuni ilppunti, i;crini du– rante u11 viaggio t.ransatlantico compiuto precisa– mente in funzione di Commissario d'omigrn1,ionc. allo scopo di vedel'C quali henefizi possa portare la legge e quali migliol'ic sicno da anecare. Intendiamoci bono: migliorare le condizioni ma• teriali dell'emigrazionc 1 può voler dire renderla pili costosi, o difficile, il che 11011 devo essere negli iu tcudimeuti di quanti pensano alla fatalitìl dt.:I fouo

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