Critica Sociale - Anno XIX - n. 18 - 16 settembre 1909

CRITICA SOCI A1,E 277 ingegnosi, per evitare, finch~è possibile, che paghi sem1)ro Pn.ntalonc meno ahh1ente. ria sentenza, <la me citata, del Consil(lio dij Stato, pone nettamente la questione: quali sono le spese obhl1gftt01·ie, per le quali sole è lecito aumentare la sovrimposta? Applicare la legge, vecchia cd anacro– nisticn, lcttcrahnente, vorrebbe dire fermar la vita dei Comuni, cioè - almeno là dovo il 1>opolo è vivo - <lolla nazione. La ril'o1ma tributaria dunque, secondo gl'iusegna– menti attinti alle esperienze dei fatti quali si svol– gono là dove la vita socialista è più intensa e i con~i.tti sono più decisivi e più aspri, sarebbe oggi la p1u ur~ente dello cose a cui 1>011Stlre, non come toccasana miracoloso e isolato, mtl come mezzo coordinato a tutta un'o1>era multiforme di atti\·ità S?Cifllisttt, dal Parlamento ai Comuni, dalla legisla– z1ono rtllo J.,ogho, d1Llln revisione sperimentale dello nostro dottrine, alla, assidua o CELpill1tro oclucazionu e coltura del popolo, por la nostra bandiera, posi– tiva oonquiijta d'ogni giorno, e nohile meta ideale; tuttociò abbracciato e concepito in un'armonica com– prenislono di vedute, di fede, d'azione. o. ZrnoHDI. SILLOGISlVII Mentre nncbe noi ILbbiamo la nostra semail1e à 1 aoiation, e cl lanciamo a voli più o meno securl col nostri pro– grammi-aeroplani di riforme, non è malo per un mo– mento sentir la ,·oce semplice e terra-terra della lo– gica. Essa dice: noi vogliamo uscire da questo stato di di- 1rnglo generale, abbiamo bisogno di agire, vogliamo che si fo.colano le riforme che costano. Il .Ministero attuale cl ba dato la prova provatissima di non voler rar niente rifiutando i più tenui soccorsi alle Casse malattia, glÌ sgravt anche graduali sul grano, lo migliorie della scuola, ccc., e - v'ha di più - ba mostrato la propria incaparltà tecnica a rare ciò che vogliamo. Conclusione (è uo sillogismo perfetto con la sua maggioro e la sua minore): bisogna buttar giù Il .Ministero. Or In tradizione e la esperienza conrormnno il ragio• namonto. l partitl <l'avvenire, appunto ))Orchò tali, sono per def\nlzlono dlsracltori di Gabinetti; scnebbo curioso non combattere il nemico presente, pcrchò il domani lmmecllato non si può o non si vuol essere ,ioi. L'unica. giustlftcazlone al ministorlalismo <l'oggi ))uò essere l'an• tlmlnlatorialismo contro i successori 'è la rormula di Prampollnl); ma non occorro esser grÌlndi 1>olltici per comprendere rbe un qualunque Ministero sorto dalle macerie giollttlaoe do,·rebbo concederci e raro qualcosa; per lo mono non far Il giuoco dei clericali, che ò sem– pre qualcosa (lo dicano lo organlzzuzlonl della mia i~~~llc~{ ;~~:~f~:~e ~~a)!;1:1:!~~:).gi~!!:c~:c~~,'"~~~s~~r~~~~ molto meglio rar i patti prima, o Rtrap))ar prima le promesso del programma d'opposizione, destinate a dive– nire, col nostro aiuto, di Governo; ma ciò ha anche i suol porlcoll, o non occorre che li ricordi a ehi non vuol saperne di compartecipazione o di re~ponsabilltà ministe• rlabilo o ministeriale. Se gli oppositori non h1mno fibra, temono di alzar una l,andiera e di aqsumore impegnl 1 o confidano nel giochetto cieco del voto di .\lonteeito– rio, peggio per loro. Ala ciò non devo rar dotorcere una linea dal programma di opposizione lmplacata: essere si devo, e dirlo, antigiollttinui, anche se non par ele– gant& o la compagnia non piace. So no, si farà. come q_uolmarito che vollo recar dispetto alla moglie .... La via, Invoco, sembra chiara; dire clb che vogliamo (dirlo noi, non chiederlo in prestito agli altri); ma non su– borrllnaro Il nostro antlm\nistoriallsmo all'nccettazione o no del cal1iers che portiamo; ed evitare i piccoli e gros~I sroghi e moui, che sono un balsamo per le fe– rllc> rlollttlane. . . . Un secondo silloglsmo 1 che concerno non J>iù la tat– tica, ma Il programma nostro. Vogliamo raro ftnalmente qualcosa (la promossa è la stessa dell'altro sillogismo)• vogliamo che ciel r!rormlsmo non sia come di quell~ certa o~lmo!og_ia " luc11s a 11011 l1'ce11do 11, .Ma è assurdo, a questi chiari di luna, pretendere di aver di colpo ri– forme da giganti, come quello inglesi, cho costano qual– elio centinaio di millont. Dunque bisogna accontentarsi di riformo concreto, modesto e gradul\ll. lo non darei una patento di serietà a quello qualun– que tra noi che ritenesse possibile e com:e11ie,ite, ad un tratto, cavar tre o quattrocento milioni, ad esempio, por la abolizione del tlazio sul grano o }lor le pensioni ob– bligatorio nll'lngleso; a mono di non contare, per do– mani mattina, sulla Conroronza dall'Ala o sull' Espe– ranto per cancellare Il bilancio della guerra. L 1 Italia è un paese a produzione inizlale 1 e bisogna andar cauli col nuovi neoessari oneri ; me lo suggerl11cono gli stes"Ji teorici del rirormismo sindacalista, o I dirigenti della Confederazione, che calcolano so,•ratutto sul progrcs~i dell'Industria per stra1)parne, con l'organlz1.nzione, mng• glori salnrf. l•'ra I punti del programma iu discussione, cc n'è uno splocatnmento o nettamente operalo, che i vecchi demo– cratici non cl possono accusare di aver mutuato al loro vorballsmo inconcludente. Le pensioni operalo. Sarebbe enorme ccl imperdonabile errore dire: " tulio o ,mlla I f.,o pensioni per tutti gli operai sulla baso obbligatoria, OJ>puro nulla nulla, per non contentarci delle briciolo borghesi ,,. Prima di ogni cosa 1 manca ogni progetto tecnico di pensione integrale, col suo rabblsogno ed il suo congegno i non bastano le bollo considerazioni ge– neriche del Congresso della resistenza di Modena. Ma poi, ò Inutile darai l'aria del dilemma.. So si vuol far~ Il gesto poi futunl del futuro (talvolta è comoda scap– patola quella del " partito d'avvenire ,,), padronissimi· porb anche Marlnottl è ruturista. Per ohi ha buon senso' " tatto o nulla n vuol dire sempllcemonto II nulla 11 • ' 0' accordo che non bisogna accodarsi al Luzzatti, troJ)po omeopatico; ma è anc he un po' curioso prender• sola con lui, perchò p enso.va al problomn, contro i suoi colloahi liberisti lmponltonti. Se oggi Il programma del– l'obbligatorietà. si collega al suo nome, la colpa è anche nostra, perchè ci sinmo baloccati col dllemmn infecondo. Senza copiare, bisogna slargare, riolaborarc, rar un pro– geUo nostro, che dimezzi tra i due corni, e 9ia qualcosa. Il qualcosa, cioè Il chiodo dell'obbligatorietà. piantato per alcune categorie pili giovani, di cui sia tollerabile il poso-pensioni, significa la cortezza del llllto, appena J'occaslouo si presenti. Jl nulla si~niflca deviazione dal metodi rlrormistl, dalla "funziono di Stn.~o"' o allonta• namonto sine die dalla meta deslderatu. . .. F:, di sillogismi, basta. Il concor'IO... aviatorio al pro– grammn di riforme, aperto su que,to colonne, continua. E, M as!listlamo ad uno spolveramonto di co~e vecchie 11eil mio intervistato Alessio è ancora nella teoria, é Wollomborg 1 in tempi di crisi vinlcoln, vuol volare col l,oltatlco; se dal programma la discuseiono si estendo nlln tatticn, e ci ~i riduce, in rondo, alla <1uestione dol– l'ovo o d1Jlla g-.1.lliua,come fil. 1\Iodlgllanl; HC 1 Insomma, la stmrn/11r non dà ancora di bel ,·oli, non spaventia– moci. Contiuuiarno. Almeno avremo Il vantaggio di vc– dorol chlnro 1 in viso, noi quadri ufftclall dell'Estrema. 1,: forse nascerà nlcunchò, fuori del quadri urfl.ciali. Crodelo che tutti I radicali potranno a1lattar~i alla po– litica-da-molluschi dei loro dirigenti, c>dameranno il gioco dello trincee da talpa nei corrldolettl di Jronteci• torlo, più che la lotta OS!llgenata di Ideo vive? Quanti .... sillogismi ,1 potrebbero fare contro di loro! lo non ap– partengo a quello file; sono, oggi, te,sorato di niun partito; ma non erro a prevedere che si formerà un fermento dissociatorc 1 e che, mentre I piì1 si Impaste– ranno con i democratici costituzionali alla Oallini, qual. cuno darà vita. a<l una tendenza radicato-socialista. ì: ~~~tiifu~e non subito subito. Ciò cho preme ò buttar gili Ji: non si devo, noppuro indirettamente, attraver– sare questo (l\tto. Come banno torto I molluschi della democrazia che si spa,·entano della parol:l 11 11rogramma 11 , avremmo torto noi so dell'accettazione del pro~ramma da parte loro facessimo una condizione 1>erbattagliare contro questo Governo funesto. Antl1,tiomttsmo e pro– gramma non si contraddicono; anzi. Ed Il programma, cbo nel suol chiodi o nel suo martello (come diceva

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