Critica Sociale - Anno XIX - n. 5-6 - 1-16 marzo 1909

76 CRl'l'ICA SOCIAU! L'emigrazione dalM zzogiorno peleAmeriche e gli interessi del proletariato I hwori della CommiEti:;io11e d'Inchiesta sulle con– c1iz1oni dei ronta<liui nel Mezzogiorno hanno con– fermato che l'emigrazione è il fatto più importante della ,·itl\ socialt• nei centri agricoli di un terzo d'Italia. Le cifre delle statistiche avevano già reso evi– deuti le tlimensioni impressionanti del fenomeno (1). E natnrnhnente l'esodo di centinaia e migliaia di l~vorat~1ri, nel 1 pieno vig-ore degli .anni, dovev?– profo11dame11te influire sui rn.pport1 demografici, economici C" socinli in largo senso. !./emigrazione dal Mezzogiorno, come fu_ P:!à notnto ò una !'orma di sciopero. I lavoratori d1- sorl,!;a111i,.-;za,ti ln n110 reagito contro Pinsufflcieuza delle mercedi disertando dai campi e recauclosi ad offrire h~ loro' forza di hworo in altri mercati, dove essa ern me~lio ret.ribnita. Rarefatte lo braccia in patria, i salari sono sen– sibilmente cresciut.i, turbando le conrlizioni del– l'ns:,:ietto economico quale si era formato. I pro– prietari e gli affittu.ari hanno quindi sofferto un note,·ole ugg-ravio d1 spe~e, le cui conseguenze s~no re:,:iepiù sensibili, in alcune parti. <la un 1 effett1va scari:-ezza cli l>raccia. che turba l'an<la.mento dei lavori agricoli. Questo aggravio è venuto a colpire i 1leteutori delle proprietà, quando il costo clella vita cresce ed i l>isogni aumentano fortemente; mentre poi e~~i non hanno, in generale, modo di lro,·are compensi adeguati, in aumento del prezzo dei loro prodotti, in miglioramento dei processi tecnici della cultura, e così via. Per la borg-he8ia merirlionale 1 specialmente per la piccola, l'emigrazione e Rlata quin<li un fiero colpo: e naturalmente quella claRSe ha cercato di reagire. Essa vede minacciati i suoi profitti, cioè la sua stessa ragione di vita, e cerca di difendersi, come sa e corno può. Della borghe~ia del Mezzogiorno, ignara ed in– capace di trasformarsi, è stato detto, a ragione, un gran male. Si tratta di una classe che, almeno nella sua maggioranza, non ha ragiOJl rl'essere nemmeno con l'attuale orf.{&Dizzazione economica del monrlo, perchè non rnppresenta nè una forza d'iniziativa. nè uno strumento cli formazione di nuovi capitali, nè Ai dà lustro con la cultura o con l'attività in• tellettuale . .E 1 anzi un elemento (\i grande corru– zione politica per la vita. pubblica locale e della nazione. Ma ne!11stt11a clasRe si fa espropriare e sopprimere senza reRi~tenza. E la proprietà fondiaria del llez ZOJ.riOrno,vistasi minacciata dall'emigrazione, ha cercato di reagire ed ha sognato cli avvincere il lavoratore alln, gleba ostacolandone respatrio. :•) l,'emlgrAtlone (111\Nenoalorno fil dirige ln gran parte ,agli Stati Unili. lla~teri\ quindi ricordare le etrre dell'emlgrazlono per quella de1t1nulon('. 1,o noatro 11at11Uche uflìrlall danno lo 11eguent1cifre del mo,·I monto dolio pnrlonzo dllll'l111lln 11or lo Americhe: Anno 11102 2,10.:110 Anno Hl06 ¼18.058 1903 160.M15 1901 $16 3H li04 211.818 10013 17~.222 100:, erio.1:r,r, Sul 1008 11ourono, roine li noto, le conseguenze della crisi 11ord- 11rncrlCAnr1, rf'Stl llll<'Orn. lllÙ gr1w1 dn.l fRtt'I che lii trMta,·a del1'11n110 dell'elf'zlone prr~ldonzlalt'. l'rrò dn dicembre l't"mlgrnztone IIRlltlnR prr gli !ìl11tl linltl ha rlvrc110 <l'lnten1Uà, rAgglungcn<lo Cifre non consueto net mesi Invernali. . • * Que~ta idea 1\i reazione capitalistica non è ~tata pre~eutat.n. semplice e nuda. lla. ha tro,·ato dei so– steu1tori abili e,l ini:iinuanti. L·emigrazione non può non avere i suoi incon• venienti: un certo numero di operai (che però tende di anno in anno a. 11iminuire , perch è anche i cafoni dinm~ono più e!iperti) va ~ sta.re all'estero peggi~ che in patria; altri, pai::;sat 1dal sano ~a.voro ?e1 campi a 11uello dellt- officiue, sono stati esposti ~ danni fisici, re~i yiù j.,.,·avi dal!~ ~·requenza de~II infortuni; la ,hv1s1one delle fam1gl!e ba creato lll· convenienti di ordiue morale, la vita in climi assai rigidi fa contrarre l'a.h.itud_ine dell'alc?oli~~110 ed anche es11one a ma.latt1e ,h petto; e via rl1 cen<lo . '.l'uLtiquesti ,wanLaggi (leil'emigrazione souo sta.ti coloriti, eEtagerAti, quasi ingigantiti <lai pa troui delln lJorg-hesia meri<lionale. E, lentamente, tenace– mente, si è cerci\.tO rli diffondere l'opinione che l'emigrazione voleva dire la tisi, l'alcoolismo, la sifilide, in una parola ltt. degenerazione fisica della nostra popolazio11e. Un'altra idea si è cercato anche di diffondere, e ciol• ch(I l'emigrazione spopola l'Italia. Si citano le citre delle pu.rtenze, ma non quelle dei ritorni; e si tace che finora la bilancia fra partenze e rim• patri non ha mai superato la cifra di duecentomila persone all'anno, mentre l'eccedenza annuale dei nati sui morti è a.n1111almente<litrecenwcinqnanta• mila persone 1 ).' i va pure ripetendo che alcune terre per man– canza cli braccia. non sono più coltivate, e sono lasciate a pascoli. Ma si dimentica di aggiungere che, quarnlo quelle terre erano coltivate, si paga.– vano salari di fame, di 60 e 70 centesimi al giorno. •rutto ciò si viene dicen,lo da qualche anno. Gli interessi della borghesia si dissimulano come in– teressi della nazioue, e teurlono con ogni µossa ad iufrenare ed ostacolare l'emigrazione del Mez- zogioruo. . .. Contro qnosta tendenza la democrazia deve rea• gire vi~orosamontc, teuacomente. . r.iemiµ-razioue ha i suoi pericoli ed i suoi mali, ma lm al trcsi i suoi gran cl i vantaggi. Senza l'emigrazione, tutto il proletariato rurale del .Mez:wgior11O d'lbliio, sarebbe ancora travagliato clalln fame cronica. Forse il nostro paese avrebbe veduto delle jacque1•ù:~. più gravi di quelle eh~ resero tristemente ramoso l'anno 1893 j e questt moti anarchici avrebbero nuociuto al progresso civile clell'Jtalia. L'emigrnzione ha si~rnificato la fine della miseria per 1- ,rranparte d el proletariato meridionale; e,l ba. quin,li proilot.to aumenti nei consumi, mi~liora– mento ciel teno re cli vita, diminuzione di certe forme ,li criminalità, incremento sensibile nei ri– sparmi, diffusione dell'istruzione e c~sì vi~. Ma il beneficio magLt"iore,che l'em1graz1one ha proclotto, è stato i I rapido elevarsi del valore de! cafone, dello Rpre~iato contadino, che, fino a poclu anni fa, era in vere condizioni cii servitù del_l~ gleba. Gli ultimi avanzi del feudalismo auuiclat1s1 (I) 1,0 nostro st1~Hetloho 01 dnnno Il 11umero del cance\111,t\dA1 re– gistri <Il 1101iolt~zlono l)Orollb omlgrntl A tempo ln<leflnlto, od Il n11- 111oro do\ nuovi ln6orlttl noi registri <Il IJOl)Olazlonoper easere rltor– nt1tl tl!~H•eatoro. La tlllferu11zn fra (JUefltoOlfre cl dà la percHta errutt.lva dolln 1101iol11z!one )lOr rnuo doll'omlgrnzlo11e all'estero. ~'11.CCIAmO se– gulro \ relativi (lati fino al, 1006, avvertendo che, ancora, non 111 co- 11naro110le l'lfro 1lllr gll anni IIUOCOR8lvl: 1111)2 161S.t02 1905 19!,.40' 1003 16~.IH: 1906 IH.921 1904 160.flU

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