Critica Sociale - Anno XIX - n. 2 - 16 gennaio 1909

CRITICA SOCIALE 25 questa petln.ta evi,lentemente non pnò e~sere con– siderti.t a dal lad1:o cum .., un giusto motivo µer pre– tendere che, in compenso di essa, io 1,.?li lasci per sempre nelle maui l'orolog'io mio. - li La_vorato,·e di Trieste, ili cui il Vivante è stato fino a poco tempo addietro apprezzHtissimo direttore, ha fatto a questo rigtrn.rdo alcune nsseonate osservazioni, che io prenderò <li peso e g-irerò al Vh·aute, con la sicurezza che le parole <legli amici vicini avranuo su lui maggiore autorità che quelle dell'amico lon– lano. Il Lavora)ore, dunque, ha fatto nota.re , in base alle statistiche commerciali, che già nel 1 907, quan<lo u il boicottaggio non era in tt>sta a nes– suno 1 ,. si era manifestata " untt considerevole tli– minuzione nel movimento di esportazione nella 'rurchia Europea ed A~iatica n in mo,io che " la esportazione era adtlll'lttura dimezzata n· E. per quanto ri~nanla gli effetti perenni del boicottttg– g-io, ba giustamente osservato: 11 Si tratta di vertere se il commerciant~ e l'indu– striale turco i,:arauoo capaci di vincere in concorrenza i rivali dell'Austria. Ma, 6110 a che nel prezzo e nella qualità essi si trovano in condizioni inferiori, ogni loro sforzo e de ..tinato a fallire. Come può, ad esempio, la r:rurchia improvvil'lare un'inclu~t.ria zuccheriera? Anue'I• sione o non annes~iooe, chi vuol comminare zucchero in Turchia cercherà sempre quello che co~ta meno eri offre migliori qualità. 11 Se l'Austria <la questo groviglio <l'incirlenti di– plomatici riescirà vincitrice 1 il boicottaggio turco o prima o poi si i-allenterà, le forze ecouomiche ri– preu<lerauuo il loro funzionamento normale, e ri– marranno all'Austria i risultati perenni <lella vit– toria e il ricordo del SA.Orifizio transitorio,·che per ottenere la vittoria avrà, ,lovuto incontrare. I ri– sultati provvisoriamente sg-rarl1woli di una inizia– tiva non hauno mai legittimata una iuiziativa illegittima. 2° " L'Austria - dice il Yivante - se ne va dal Sangiaccato ,,, e se ne va proprio " nel mo– mento più delicato delle pratiche per la ferrovia orientale, ioriispeosabile all'ulteriore sviluppo nei Balcani e nell'Asia Minore dell'industrialismo au– stro-terlesco n· - Anzitutto è bene fissare assa.i chiaramente che u andarsene ,, significa per l'Au– stria semplicemente rinunziare al diritto ili tenere guarni~ioni nel paese. r1 1 e11erguarnigioni è il primo passo di unapossibileconqnista; subitodopovieue l'occupazione; poi viene l'amministrazione; poi l'annessione definitiva. Ora, la rinuncia dell'Austria al diritto <li tener guarnigioni nel Sang-iaccato, mentre avrebbe avuto una notevole importanza prima della rivoluzi0ne costituzionale tu1·ca, dopo questa rivoluzione non ne ha più nessuna. 11 Consolidando<ii - io scrivevo uell'arLicolo, che ha dato luogo alla ri::iposta del Vivaate - il regime co<iti– tuzionale in 'l'urchia, i posti militari tenuU dall'Aust.ria nel Sangiaccato sarebbero slati per queitta una. passività bella e buvna e una causa conLinua. di difficoltà. Se poi in 'rurchia falli~ce il regime costituzionale e ritorna il dispotismo di uoa volta, PAustria si ritrova con le maui libere per ricC1minciare da capo, e più forte <li prima in grit.zia dell"annes;ione defiuitiva (e perciò non pilì soggetta a conte~tazio111 diplomatiche) della B,1:-111ia ed Erzeg-ovioa. E non dovrà fare altro che provocare qualche <li-:ordin~ o q11aldrn incidente di front.iAra nel S,1ngiaccato a mezzo di agenti ~egreti prezzolati, per avere il prele~to di intervenire e rh-t.ahilire l'ordi11e i11 un paese - poveretLo ! - cosi anarchico o disgra– ziato. n A riueste mie affPrmnzioni l'amico Vivante non ha oppo:-1to unila. PtH'CiÒ HUChe 11 Stt11~ia.ccato bi– sogna. relt·gttrl,,, iu-:iem~ al boicott11~!.{io, nella li8ta. <lei <lanni transitori e inevitabili. Non appeua. l'Au– stria. sia uscita trioufante <la questtL crisi, è certo che comincerà ad alzar la voce perchè si prov– veda senza. ritardo alla costruzione della ferrovia Uvac-Mitrov1zza - quella ferrovia t( indisµensa.– bile, ecc., ecc. , 11 <li cui parla il Yivaute - ; e al– lora vedremo heue che I' Au8tria uon ha rinun– ziato assolutamente in nulla al programma rii a.~sicura.rsi il mouoµolio CPmmerciHle <lell 1 Ovest balcauit:O msdiantt, i privilegi ferroviari e la pe– uetraz.ione politk:a e militt1.re. ·E il barnne di Ae– renthal ha fatto be11Ctt.µire al mondo le intenzioni 1lel suo G1,venrn, quando ha parlato a.Ile Delega– zioni della uece~sità ,ii accekrttre i lavori della ferrovia Uvac-Mitrovizza subito dopo avere au– unuziato il nrngnauimo abhaudouo del Sangiaccato. E il delegato clericale Sustersich, approvando en– tusiasticame□te, nella seduta della Delegazione austriaca riel 27 ottobre scorso, l'annessione ,tella Bosnia, non <liceva certo una sciocchezza, allorchè esclamava: " L'avvenire della 2'Iouarchia è in pari tempo l'avvenire dei pnpoli slavi meridionali dei .Balcani n· Avviso a chi tocca! 3° A quali fra i molteplici <liritti. riconosciuti all'Austria nel trattato di Berlino sul Montenegrn, il barone di Aerentha.l abbia realmente rinunziato, nessuno è ancora riescito a sapere. li barone di Aerenthal ha usato a questo riguardo espressioni vaghe e<l equivoche, le quali possono <lire molto e possono non <lire nulla. llJ, dopo averne parlato nna volta alle Delegazioni, non ne ha parlato più. È un soggetto, su cui, come scrivevo rlue mesi or sono, " bisogna appunto trattare ,,. n Vi van te corre nn po' troppo, quando consi<lera come fatto com– piuto, e sconta a favol'e dell'Austria e dei socia– listi austriaci, una rinunzia non ancora avvenuta, e rii cui si ignorano i limiti, e che l'Austria non farà se non sotto la pressione degli interessati e proporzionatamente alle forze di pressione di co– storo. Bisogna - ripeto - trattarne. }~1l è da nu• gurare che i socialisti dell'Austria facciauo pres– sione sul loro Go\·erno affìuchè ne tratti cou ~pi– rito di equità. 4° Le aumentate difficoltà interne òell'Austria consisterebbero, secondo il Vivante, uell'imbarn.z:,,;o in cui si troverebbe i! Governo imperiale cll da\'e una forma giuridica alle provincie ouovameute annesse. Deve unirle all'Austria? I nove milioni cli teileschi ne hanno anche troppo dei 18 milioni di slavi, con cni souo oggi nuiti e <la cui sono continuamente minacciati, e non sentono il bisoguo di avere in casa a.Itri due milioni di slavi. Q11ttnto all'Ungheria 1 iu essa i nove milioni cli magiari re– sistono già ora con molti stenti ai rl.ieci milioni di croati 1 rumeni, slovachi, ruteni, ecc.; e 11u·ag-gi11uta rli <lue mil1011i o poco meno di slavi sarebbe per essi un disastro. Unire la Bosnia allit Croazia e alla Da.lmA.zia 1 staccando la Croazia dA.ll'Uugheria e la Dalmazia dall'Austria, e trasformanrlo l'Im– pero degli Absburg-o in uno Stato trialista? Questo significa fare urlare i tedeschi di \'ienna e i mA.– giari <li B1Hla.pest. L'annessione della Bosnia non è che un pl'.1,-iticcio,un provvisorio. una riuestione, uua deb0lezza di più n~llo Stato clil~~ico dei prov– vi:mri e dei pa.:;ticci. - E1•pt1re,caro \'i van te, 1111esto nuovo imbroglio è stato non f-lolo preparato cli luug-a ma.no e compiuto da.I Go\"erno, ma 1111che approv ato p iù o m€'no calda.mente du. tutt.i i par– titi, e accolto senza resistenza da tutte le na~io– nalità austro-ungariche 1 tranne dagli tcechi di

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