Critica Sociale - Anno XIX - n. 2 - 16 gennaio 1909

18 CRITICA SOCIALE di morti 1 morti perchè nella macchi11aburocratica c'è qualche cosa che non va? Il disastro ci ammaestra a continuare nell'opera tenace di rinnovazione della vita amministrativa. E 1 un battesimo di sangue pel nostro programma. :Ma dice anche di più. E ci costringe a vedere se, nel fallimento della burocrazia, c'è anche, al– meno virtualmente, una parte di nostra responsa– bilità. L'abbiamo ripetuta, mille volte, la necessità <li semplificare, di rendere svelt.a. efl agile la compa• gine dei nostri Uffici, fondandola nella responsa-– bilità di ogni impiegato. Ma in che cosa abbiamo tradotta la nobilissima aspirazione? Quando io penso all'assurdo dei controlli pesan– tissimi che stremano il movimento amministrativo e ne fanno il regno della diffidenza, mi chieggo se non vi abbiamo contribuito anche noi, impie– gati riformisti, coi nostri att.eggiamenti concreti. La burocrazia, oggi 1 è l'organizzazione rlella diffi– denza e del sospetto, nella sua espressione più estrema. Per paura che avv~nga il menomo abuso, si elevano barriere di riscontri e di altri organi, e si impedisce di fare. Un solo esempio: c'è al 'l'e– soro una Sezione che deve riscontrare e rivedere le spese di giustizia: nell'anno scorso ha procurato all'Erario un ricupero di tremila lire in tutto, mentre vi sono addetti, o ne dipendono, quaranta funzionarì, pagati con una media di quattromila lire Puuo. Che sperpero enorme tutto lo Stato odierno! Ebbene mettiamoci la mano sul petto. E confes– siamo che, nel nostro movimento, alcune correnti di sistematico sospetto, di scredito, di insinuazione contro tutto e tutti, conducono logicamente alla moltiplicazione assurda degli ingranaggi odierni. C 1 è stata 1 c'è forse nell'anima italiana, la fobia. ciel succhionismo. r1 1 ntti succhioni! Patenti di moralità possono dispensarsi solo dalle esagitazioni energu– mene di qualche organizzato. Io couosco, purtroppo, certuni dei uostri che starebbero male, si.. .. vergo– gnerebbero cli appartenere ad un'amministrazione pulita e pura come cristallo. Un certo vento di ferrismo in ritardo agita, an– che og~i, le nostre file. E noi dobbiamo reagire. Avanti, in prima linea, nella lotta per la riforma, contro ogni miope persecuzione di Governo! Non bisogna esitare, occorrendo, ad esporre il petto. Ma m1'onestà, superiore arl ogni altra conside– razione, divieta di fare accuse, di cui nou si hanno le prove; di lanciare insinuazioni i <li sere• ditare per screditare. Ha superato il partito socia– lista una fase come questa, di giacobinismo vuoto e<l inane; non deve lasciarvi adagiare gli impie– gati. Ad ogni costo, evitiamo una !'orma inferiore di organizzazione. Avanti, ripeto, pronti ad ogni colpo; ma con il rispetto elementare alla propria dignità e alla propria intelligenza. Studiamoci di sostituire, al regno del sospetto, la città nuova della riforma Semplifichiamo, sem- plifi.chiamo, restituiamo energia e nervo alle forze dei singoli; sostituiamo a 'l'J"avet il cittadino-fun– ziouario operoso; e non abbiamo paura se cade qualche polveroso e putrido controllo, per impe– dire che si rubi qualche centesimo; mentre il con– trollo formale nulla impedisce, e solo nna grande ii.amma di fede e di azione può vivHicare lo Stato. MEUCOIO Rurn1. L'amico Ruiui ba cento volte ragione. Ha ragione, almeno, fin là dove constata, nella grande tragedia calabro-sicula, la riprova di una tesi, che i soli riformisti sin qui hanno affermata ed agi tata: la tesi della. nessuna rispondenza dei servizi pubblici iu Italia ai fini pei quali sono isti– tuiti. li male non è nuovo: e il terremoto non ha fatto che metterlo in luce più completa e sinistra. Potremmo essere indulgenti e(l esitanti uelPaccusa, per la confusione e l'inerzia dei primissimi giorni: ma. l'incapacità e l'impotenza segnarono di stig. mati vergognose tutta l'azione dello Stato, anche allorquando il più pigro <leicervelli avrebbe avuto tutto il tempo necessario per orientarsi. Evochiamo un fatto solo, rilevato, del resto, da ormai tutti i giornali, anche i più temperati e i più cauti. Doµo 18, 19 giorni sbucano ancora dalle macerie messinesi, aiutandosi da sè o aiutati dal caso, dei bambini sepolti, una vecchierella sepolta. }~al sesto o settimo giorno gli scavi di1·etti a sal– vare vittime umane erano stati fatti cessare ine– sorabilmente <lai comando cli chi era investito di tutti i poteri ; anche di quello - così - di ao-– giungere, al disastro cieco della natura, il disasti'-"o voluto della insipienza e della insensibilità della Amministrazione. E si può dire che, anche nei primi sette giorni, scavi si~tematici, vasti e pro- ~~:difu~o~~o1:~a?ii~~i~~~fggio di tutte le vittime, A che cosa servirono le 24 torpediniere che si dondolavano nel porto di Messina, la flotta guer– resca che deve essere pronta ad ogni cenno del Governo in caso di guerra improvvisa, i due– centomila uomini sotto le armi, i magazzini mili– tari, pieni - o che dovrebbero esserlo - <li tende di coporte 1 di in<lumenti, di apparecchi terapeutici: e la flotta mercantile che lo Stato sussidia, per di~·etto o per indiretto, con la.uta prorligalità di milioni e che esso può sempre requisire 1 e i grandi transatlantici che trasporta.no gli emigranti in e dall'America, vere città galleggia.nti, capaci dì es– sere trasformate in poche ore iu vasti ospedali? Tutto questo è stato a un dipresso come non fosse p~r _difetto di volontà pronte, cli menti organizza'. tl'ICI. Abbiamo parlato cli insipie11Za non solo, ma an– che di iusensibilità e manteniamo l'accusa. La len– tezza nella ricerca dei sepolti vivi 1 la rinuncia a proseguirla assai prima che il fatto, con ripetuti e profondi assaggi in tutta la zona del disastro, ne avesse dimostrato la assoluta definitiva inanità attestano più del!a seconda che della prima. 1 Alle autorità militari di Roma e <li Sicilia nep– pure si può consentire che - in clifetto di una testa - avessero un cuore! ... Ma li marasma che paralizza tutta la nostra Amministrazione, proprio nei suoi nuclei centrali e direttivi, non aveva bisogno della commozione tellurica per divenire palese. Sono ormai anni e decenni che esso si rivela, per segni incoutrover– tibili e quotidiani, anche nei più futili affari. Tutti.

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