Critica Sociale - Anno XVIII - n. 21 - 1 novembre 1908

CRITICA SOCIALE 325 l'internazionalismo hafallobancarotta? (Polemiche socialiste l>alctiniclte) Chi avrebbe <letto che la. proclamazione ufficiale della sovranità a.bsburghese sulla. Bosnia•Erzegovina (una delle no:t molte « carte sicure ,, del giuoco balcanico} sarebbe diventata una L,; questione n, cioè una cau~a di litigio fra socialisti d'Austria e <l'Italia.? Eppure 1 a leggere certi giornali e a sen– tire certi discorsi, è proprio coi;:;ì:" I socialisti rPAnstria (anzi i socialisti u austriaci ,,) contvo i so– cialisti italiani,,."' Treves contro Fittoni,,, ecc., ecc. Uon evidente compiacenza. la stampa nazionalista erl irredeutista. ha fri?giato negli scorsi giorni le sue colonne di questi o simili titoli j e, senza i titoli, il rtissidio fu rilevato e commentato (e non sempre serenamente) anche <lagior·nali del partito. Iu quel II conl1·o 11 viene eia taluni (p. es. <la Clau<lio 'l 1 reves) e~presso o sottinteso il rimprovero ai socialisti d'Austria di essersi, nella fase presente della questione balcanica., collocati nelJa visuale interna ausLriaca. - e quin<li non socialista - del problema. Dico <la taluni e sono forse i meno pes- 8imisti. Perchè altri va assai più in là, e afferma. cosa che, se rispondesse al vero, scrollerebbe ab imis il principio della solidarietà. proletaria inter– nazionale, Ja quale, per cost.itnire una forza reale, non può (è pacifico) che assiderai sulla comunanza e<l omogeneità. degli interessi fra i proletal'iati dei vari paesi. Ora, in parecchie manifestazioni del pensiero so– cialista del regno, è rispecchiato questo catastro– fico concetto; cito fra tutte, per l'importanza della. sede e del nome, l'ampio e - mi eia lecito il rlirlo - alquanto " tumultuario n articolo " La JJOlilica estera tleU'ItaUa 11 , comparso nell'ultimo fascicolo della Critica. L'autore di quell'arti– colo, :r.r.r (sigla ben nota di uno dei più lucidi e profondi e brillanti ingeglli <liparte nostra), esprime " il sommo dolore n che " i socialisti austt'iaci, i qua/i av1•c/J/Jc1·0 avuto p1·tma <li tutli il dove,·e (?) di inso,·r1e1·e contro il to,·o Oove,-rio JJer l'atto di 111·epotenza Ui·u.tale da lui c01n1nesso (l'annessione clella Bosuia-l~rzegovina), non solo non insorgono, m.a clichfw•ano 1..1,f(lcial1nenle 1)e1· bocca dell'Arlle1·~ e un JJo' anclte - e dolo1·oso clove,·to constatw·e - dell'italiano Pittoni, che t' A ust,•ia ,ion ha fatt > nulla di mate a metter fuoco alle JJ0lvel'i, ecc.,ecc. n Subito dopo però leggiamo nello stesso articolo queste ben più gravi affermazioni: " Nella Bosnia ed I•:rzego,;fna la bm·ghesia aush•iaca ha un ottimo s/Joccoe ci Ila impegnato fo1·1t<·apitali .... e pe,·ciò ha inte,·t•sst• a elinitnw·e orini rr111ifoco e ogni in– cel'le::.::a netta. situazione giw·itlica e tloyanate di queste rer;ioni; e con la b0ì'{lltesia ausb·iaca e coinlm·es,mto il p1·otelw·io au... .;t1·iaco. e/te so{fì·t1·ebbe a,u•Jt:esso i t)( 1 1·icoli lii un 1·itonio alla 'l'urchia della JJosniacd ,~·1·1,ego,;ina coli ronsegHente ele,;a– .:ione di t111a bmTiera ttnuanale e ,moro o1'ien– tam.ento tlel Sistema /en·ootw·to; e ve1·ciò è na– turale e/te i socialisti mish·iaci ttpp1·ovino - salva qualrhc 1·tse1·cafo1·nwle at convenienza - tl lm·o Gorerno. n Per comodità di polemica. si potrebbe vedere in tutto questo soltanto una patente contrad<lizione in termini, e certo l'analisi puramente logica dei due periotli condurrebbe a tale risultato. Io penso però che, nel pensiero dell'autore, contra<ldizione non ci sia, ma che :Cff'[l' abbia inteso affermare una gravissima cosa: 11 I socialisti austriaci - egli viene a dire - hanno agito nell'interesse del proletariato del loro paese; hanno agito dunque da socialisti; ma l'interesse del proletariato d 1 Au– stria-Ungheria si trova. in questo momento in contrasto con quello del proletariato d'Italia; perciò noi possiamo esprimere il nostro dolore perchè Adler " e specialmente l'italiano Pittoni 71 hanno detto ciò che hanno rletto 1 ma noi <lobbia.rnoanche comprencle1·e che essi, per il bene del proletariato, e quindi del socialismo, in Austria, non potevano agire diversamente da come agirono n· Chi nou vede che, se l'esame degli ultimi avve– nimenti balcanici e dei rapporti fra i due socia– lismi (d'Austria. e <l'Italia.) rispetto a quelli do– Ye~se condurci a simili sconsolanti risultati. ver– remmo a dare il pii1 formidabile dei calci al prin– cipio della solidarietà. degli interessi proletari, cioè a uno dei capisaldi del nostro pensiero? Se noi, socialisti d'Austria, ar;c,ulo da socialisti, siamo caduti in collisione e abbiamo perciò danneggiato i compagni del regno, ciò significa che la concor· renza e !a gara selvaggia d'interessi, sulla quale si impernia Ju, produzioue capitalistica, stringe in vincoli indissolubili, con le diverse borghesie, anche i rispettivi proletariati; ciò significa. che i proleta– riati sono ti-ascinati irresistibilrnente nei vortici dell'espansionismo industriale, e debbono quindi subirne in sile1nio, ove occorra, tutti gli impulsi di guerra e di sangue. Ma sono dunque squillate invano all'umanità do– lorante le sillabe fatidiche del " Afani/'eslo n? L'In– ternazionale proletaria. è clivenuta invano tangibile, pur attraverso il tra.vaglio del suo faticoso orga– namento? L'alba., surta, or sono quaranta.due anni, a Ginevra, o.I primo Congresso dell'Internazionale dei Lavoratori, cede dun')ue già allo squallido tra– monto di Sera.ievo? E Lexa von Aerenthal stritola. Carlo )[arx? . . . Scendiamo a terra, e cerchiamo di riassumere, pacatamente. i fatti. Sarà, io crerlo, il miglior mezzo per persuaderci che siamo per fortuna ancor tutti vivi e sani e che non ci sarà difficile dissipare la nebbia e ritrovarci sulla buona via. E sgombriamo, per prima cosa, il tel'reno da un equivoco che, spesso, intorbida la discussi one sui rapporti fra socialisti " austriaci II e itl\, liu.ni. Non ho <letto a caso (più sopra ed ora) " au– striaci n· Gli avversari ci regalano questo epiteto come uno schiaffo j molti, anche fra gli amici, non lo comprendono. Occorre dilungarci a dimostrare, sulle colonne della Critica, che il proletariato, nato in questo Stato alla coscienza socialista. e costretto a sudarci la vita, non può certo - come non pos– sono. per ora, i proletaria.Li in nessuu luogo - choisi1· ses pw·enls, voglio <lire,scegliersi lo Stato borghese più omogeneo o crearselo, spezzettando quello che c'è, ma deve considerare lo Stato attuale come il fenomeno politico dell'ogç;-i e industriarsi a penetrarvi e a orientarlo, in ogni campo 1 verso i propri interessi ? li che, natural mente 1 non con– tiene niente di .. rlefinitivo 11 (il .. definitivo n- ben disse testè .r:r.r al Co,Tie1·e tiella Scva - non è voce storica nè scientifica), non implica alcuna rinunzia nè alcun abbandono, lascia aperto il campo a tutte le speranze di chi voglia speri\,re, ma. elimina. sol– tanto 11acquiescenza allo sfruttamento attuale. nella mistica attesa <li... quell'altro, più omogeneo. In questo senso dunque i socialisti di tutte le otto stirpi che vivono in Austria sono (e non pos– sono non essere) " austriaci Il. Premesso ciò (che credo panifico nella discussione fra di noi, poichè l'irredentismo borghese - ve– dremo poi se con perfetta coerenza - è stato messo alla. portft. anche dai più fieri critici socialisti di Adler e di Pittoni), dobbiamo venire in chiaro di due cose: a) I socialisti austriaci, col loro contegno,

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