Critica Sociale - Anno XVII - n. 12 - 16 giugno 1907

178 CRITJCA SOCIALE La sentenza, naturalmente, provoca i banchetti apologetici degli avvocati nasiani e riempe di gioia tutti gli nmici clell1cx ministr~, il quale finalmente può ritornare libero in Jtalia, perchè finora, dopo tre anni e parecchi me~i, non si sono troyati dei giudici che possano giudicarlo. La tela oalf\, mentre si comincia a fiutare nell 1 aria l'odore della pochacle. . . . Atto terzo e.... non ancora finito. I.a scena si svolge un poco a •rrapanl, patria del– l'ex ministro, e un poco a Homa, madre del diritto. A Trapani conviene tutto il fior fiore_Jl~icilia– pcr festeggiare la ri~urréz.ione del grande llOmo,.che verrà dal mare a riassumere lo scettro della sua do• minazione politica. È in prima linea hL schiera sterminata dei bene– ficati da lui : la. clientela, che ha avuto quattrini nei dì della gloria, e che ha restituito lacrime nei dì del dolore. 'Ed è giusto. La riconoscenza è una nobilis• sima virtù umana. Soguono i trapanesi che vogliono riabbracciare la gloria vivente del loro 1>aese, il lustro del loro cam• pan ile, l'uomo che, nella loro mente piena di detriti spagnolcschi 1 pare semidio che ha toccato i fastigi dell10limpo. Giusto anche quP.sto: il campanilismo è forse il sentimento più vivo delle società arretrate. Finalmente è tutta la Sicilia che si stringe intorno al figlio a cui si è fatta giustizia. Perchè? Perchè, pei siciliani, Nasi è una vittima del regionalis!!!,Q. ii; bastato che una voce, abile o ingenua 1 venisse a dire: Nasi è perseguitato dai settentrionali, perchè tutta la Sicilia si mettesse a gridare: \Tiva Nasi, viva la Sicilia! Giustissimo anche questo. Non stiamo forse erigendo a Roma un gigantesco monumento all'unità italiana? A Roma poi - per portare nell'unità. un poco di varietà - si coltivano altri nobilissimi sentimenti. C'è, ad esempio, il sentimento della pietà, che fa miracoli. Gente indurita nelle vicende deJla vita, de• putati che manderebbero allegramente in galern. mi– gliaia di sovversivi, piangono sulle sventure del colleg<i Nasi. Povero amico! ha tanto sofferto! Ora basta, bisogna assolverlo. I~ c'è anche il sentimento della giustizia. Alla fin fiae - dicono molti onoreroli - che ha fotto Nasi di più e di peggio di quello che hanno fatto tanti altri nl suo posto, di quello che faremo noi se vi arriveremo? È il ragionamento di Cristo dinanzi alla Maddalena, ma che, nel caso attuale, si traduce così: siamo tutti birbanti ad un modo. Così, mentre la Sicilia plaude in una frenesia di gioia che non conosce confini, la Camera italiana si prepara a riammettere nel suo grembo 1 senza noie di giudizi al Senato e solo con qualche innocua deplorazione, il caro coll(3ga Nunzio Nasi. E la pochade terminerà certamente con una grande azione coreografica. L'ex ministro fuggitivo giun– gerà, sopra un grande vascello inghirlandato di fiori, alle rive della Sicilia e tra una folla in delirio, tra il suono delle mu&iche e l'agitare frenetico delle bandiere, seguito cta un drappello di vergini bianco– vestite1 simbolo della purità immacolata 1 salirà i gra– dini cli un tempio greco por ardervi, ad una fiamma tolta al cratere delPEtna, la calunniosa relazione dei Cinque. . . . Morale? Non ce n'è alcuna. Dinanzi alla vergogna delle maggioranze parla– mentari dove i Romano e i Verzillo tengono cattedra di buon costume, davanti alle follie collettive che s'alimentano del più stolto dei regionalismi, davanti alla flaccidità dell'opinione pubblica che non sa restau• rare l'imperio della legge, della serietà, della de– cenza, ogni parola è vana. E pulsa insistente alla memoria il giambo feroce di Giosuè Carducci: la nostra patria è vile. IV,\...'WE BONO.MI. Queste note rappresentano uno scatto d'indigna• zioue per lo spettacolo vergognoso di un paese che ò parso non avere che archi di trionfo e lacrime di commiserazione per un ex ministro fuggitivo, rien– trato in Italia in virtù di una sentenza che non cnncella le accuse. Per questo esse possono parere troppo pessimiste. Ora la Camera, sott.o il pungolo dei socialisti, ha inteso il dovere di affrettare il giudizio definitivo. :i;; sta bene. Speriamo però non si areni nelle secche di nuove Commissioni, incaricato di vagliare ancora le accuse e magari di impedire, con una innocua deplorazione, il giudizio dell'Alta Corte di Giustizio. Pcrchè quelJo che chiediamo, per l'onore stesso cl'rtalia, è che Nasi abbia dei giudici e non isfugga alla rcsJ)onsabilità penale dei suoi atti. Ristahiliamo l'atmosfera morale se non vogliamo finire soffocati. ibi. La politica delle acque in mano alfisco rr•utu ammettono che condizione indispensabile per lo sviluppo industriale del uostro paese è una moderna politica delle acque, rivolta a favorire gli impianti idro– elettrici ed affrancare l'Italia dal tributo cLi:, paga al– l'estero pel rifornimento del carbone. Qual è il ministro o il deputato che si rispetti, e che non ripeta ogni tanto, con bel gesto, un simile luogo comune? Ma a chi, a quale organo dovrebbe essere affidata una siffatta politica dell~ acque 'I Finora da noi non si è avuto l'imbarazzo della iscelta, perchè si è fatta una vera non-politica idraulica, seguendo le tradizioui di altre epoche, e frantumando tra vari Ministeri le rigide e stridenti competenze burocro.tiche. Ma domani? A chi vorremo affidare un còmpito cosi geloso ed importante? Due punti di vista p03:j0U0 meditatamente conten– dersi la prevalenza in questo campo. Pt<r l'attinenza intima con i problemi maggiori della nostra vita indu– striale dovrebbe essere il Ministero dell'economia na– ;donale (altro luogo comune: un tempo si diceva per beffa il Ministero delle carote) ad incentrare ìn sè la gestione vigile e vigorosa del nostro demanio idrico Oppure: deve considerarsi piuttosto il nesso che le concessioni per impianti hanno con la consistenza del regime fluviale bisognoso di difese ed opere tecniche; e l'intervento direttivo va riserbato all'amministrazione, cui tocca, sotto forme varie, presidiare e mantenere la forza, che può essere tanto dannosa e tanto benefica, delle acque correnti. Dunque: o Ministero dell'agricoltura ed industria, o quello dei lavori pubblici. Si può èiscutere e prererire l'uno o l'altro, con qualche buona ragione. \Tien fuori il disegno di legge che giace ora al Se– nato, ed affida la famosa politica delle acque al... Fisco. Sicuro: è instaurato, domino ed arbitro in questa ma– teria, il Dicastero delle Finanze. Il criterio fiscale as– sorbe ogui altro. Chi dirigerà la grande battaglia del– l'industria per la sostituzione dell'elettricità al vapore sarà l'agente delle imposte.

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