Critica Sociale - Anno XVII - n. 12 - 16 giugno 1907

Critica Sociale ft'IVIST .Il 0.UINiJJCIN.f/LE iJEL S<JC/.f/LJS!if<J Nel Regno: .Anno L. 8 - Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. 1.0 - Semostro L. 5,50. Lettere e ,aglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E 23 Anno XVII - N. 12 Non, st ven<le <i 1mm.ert seJKU"ati, Milano, 16 giugno 1907. SOMMAf~IO Politica ed Attualità. r~n1·111,11Ttzlo11t cU ,,·,111.:lo xm,i (l'ror. 1v,1,:.;o•:Bo:.;omJ. La poUtlca (/dlt.i (l('tJ1u, i11mmw nl (l;,co (Avv. ll>;ucc10 nu1:-i1). Lo .\Jaq,w l'Ilaria fltfl'/11qhUlt1T(I ruro/t (Dott. AS0>:1.0 CR>:Sl'l). l't,· le, sal11lt flslw t montle: come un plccolo Sh1.to cl\·llo Intendo In dlfcila del lmon costume e la pronlll.nl ilOcl11\e delle formo veneree lnretu•e (l'ror. ERSl1.STO Bt:ltTARELl,I). Studi economici e sociologici. L'urbU,·ato obbUualorio e , T,·UnmflU dtl l(lro,·o; Conrereni.a alla !o;Oclclà 111\lhrna del Glurlsl\ e degli Economisti, l (An. llAIUO O•!~NAIU), li /lito Nirolouko dei socK,1$$1110, ,. (contlnuaztone): I.a feltciM delle tlmnil oper(lle (Oott. CARLO PETIIOCCIII). FIiosofia, Letteratura e Fatti soclall. L<, poui« dd peuslero: a proposito di " llomo ~ <Il G. ceuo (Ou:,oo ;I.IAL.\UOIH). P/i:be e 1mh·1-:f (Dolt. GL'GI.IELllO E\'A:-;S). J.'1'<1 Ubl'i e J/ti:j>ltt: .. l.'Unlone ))Cr gli lltll(II di polltlcfL IIOClalC lii Gerruo.nla (g. 111.) LARESURREZIONE DI UNZIO NASI Comn,edia in Lre atti Atto 11rimo. La scena ha luogo tre anni fa, alla Camera ita– liana, in un pomeriggio di primavera. Una Commissione di cinque deputati eletti dal- l'assemblea per esaminare le accuse mosse all'ex rii miuist~o dell'Istruzione, confeFiiTit;7nmro1>er punto, leimpufazioni gra,7fssrme e le documenta in maniera irrefutabile. Di queste accnse, nlcune sono turpi, come ~ la distorsio!I.Odei fondi dedicati ai maestri e adoprati invece a saziare gli appetiti cli tutti i clienti politici del Nasi; alcune sono vergognose, come l'alterazione 2.) delle cifre nei conti dei viaggi ministeriali; alcune sono ailégre, come la strana confusione fra gli ~ 3 ,\getti del Ministero e quelli di uso famigliare. Y Ma N'as1,davanti a questa valanga di imputazioni, non si difende. lfra lui e la Commissione non c 1 è uno di quei grandi dialoghi tragici 1 che mettono il brivido negli spettatori. L'ex ministro pare un rassegnato, anzi, più esattamente, un uomo che si sveglia da un cattivo sogno e non sa ancora se il sogno con• tinua o se comincia la realtà. Perchè questo atteggiamento? Perchè i reati di / Nasi sono 1.:_eati di ambiente. Egli è cresciuto in Si– cilia, ha respirato nell'aria il costume politico del suo paese, ha imparato la vita pubblica sul modello di molte amministrazioni locali del Mezzogiorno. Il principio infallibile, che, quando si è al potere, bi- / sogna approfittarnç per crearsi intorno una clientela devota e numerosa, gli si è conficcato in mente fino dai suoi primi passi. L'altro principio, tutto merif')io• nato, che il deputato e il ministro sono superiori alla legge e 1>ossono permettersi ciò ohe sarebbe reato per la generalità dei cittadini, si è cementato con le sue speranze e con le sue stesse ambizioni. Così, riuscito ministro, egli ha proceduto subito a crearsi una clicnteln, violando la. legge e ado1>rnndo i denari destinati ad altro scopo. Tutto questo è nel suo istinto, nelle sue abitudini, nella sua concezione, nella. sua mentalità. E Nasi non può che meravi– gliarsi della meraviglia della Commissione dei Cinque. Senonchè, quel giorno la Camera è in vena d'onestà. Il reato c'è, e bisogna punirlo Il paese vuole un atto di giustizia, e bisogna. compierlo. Perciò la Camera dichiara reati comuni quelli commessi dall'ex mini– stro, e lo rinvia all'autorità giudiziaria autorizzandone l'arresto. Ma Nunzio Nasi naturalmente non si lascia arre– stare, e preferisce all'arresto l'esilio. E la tela cala su questo pri'nio'atto, che non fa ancora sospettare la fat·sa. Atto secoudo. Qui i protagonisti mutano. Non sono più di fronte Nasi e i cinque accusatori, ma sono di fronte, o meglio sono in confabulazione laboriosa, gli avvocati nasiani e la magistratnra d'rtalia. Certo, anche in quest'atto la figura di Nasi compare e scompare in automobile, davanti al naso lungo dei questurini. Ma essa ha soltanto una parte secondaria: è lo spettro d'Amleto che incuora il figlio alla vendetta. [I u l!lVOl'O " spetta tutto a.gli avvocati nasiani, i quali, memori di certe tradizioni glorioso della nostra magistratura, preparano il loro piano e lo eseguono con uno zelo mirabile. li piano è semplicissimo. Si tratta di invocare un articolo rlcllo Statuto del regno, secondo cui i mi– nistri, messi in istato d'accusa dalla Camera, debbono venire giudicati dal Senato convocato in Alta Corte di Giustizia. È' bensì vero che, nel nostro caso, la Camera si è spogliata di questo suo diritto ed ha giudicato che i reati di Nasi non sono tali da sco– modare il Senato, quando) per cose simili 1 il giudice ordinario ò perfettamente competente. Che valo mai la volontà della Camera (1(1.vanti a quella dei signori magistrati? So la Camera ha giudicato trattarsi di reati comuni 1 la magistratura dirà che si tratta di reati ministeriali. Così ha eletto nei casi Crispi o Oiolitti 1 e così dovrà dire nel caso Nasi. -- ~ magistratura si mette in moto. Cammina, oome al solito, assai lentamente. La giustizia in Italia va coi piedi di piombo. Se uno ammazza di pieno giorno e confessa il suo delitto, ci vogliono almeno due anni per istruire il processo; se c'è poi un 1>0' di mistero, ne occorrono almeno quattro per dira– darlo. Tntanto l'imputato, se . non ha lo stellone di Nasi, marcisce in prigione. E giusto: chi va piano, non erra. E la giustizia in Italia non erra mai. Tanto vero questo, che, dopo tre anni o parecchi mesi, la Corto cli Cassazione sentenzia che "Kasi non pu_ò~ss~r9_giudicato dal magistrato ordinano, echC, sala Camera ha ancora questa strana melanconia di domandargli oonto delle sue azioni, deve, con una nuova deliberazione, rinviarlo d(Lvnutial Senato.

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