Critica Sociale - Anno XV - n. 11 - 1 giugno 1905

176 CRITICA SOClALE tamento (col farci agire come lo credenze fossero vere): afferma l'opportunità di mantenere od eliminare volon• tnriarncnte certe credenze. facendo pronisoriamente o dcfioitivamcnto astraziotrn dalla loro verità o falsità. C) U1rn terza varietà, in certo qual modo intermerlia fra la prima e la seconda, che, riconoscendo la funzione grandissima esercitata dallo opornzioui attive e volon– tarie nel progresso del nostro saperc 1 ne trae diverse conseguenze d'indole metodolo~ica, relative alla scelta dello definizioni, delle ipote:-;i, dei;rli sperimenti. Il pragmatismo, per avere rivelato il profondo carat– tere provvisorio, la. base esRenzìnlmente J)erso11alistica tiella filosofia - per cui le discussioni, i trattati flloso– flci1si riducono a dichiarazioni di temperamenti indi– viduali - 1 fu accusato di condurre allo scet ticismo, ma il 'J'he Plorence Pragmatisl Club dice a ts.lc riguardo: " Se per scetticì-imo si vuol significare l'instabilità. delle ctottrine 1 la mutabilità dei fini, l'intervento delle como– dib\ indh'iduali per scegliere i mezzi di rappresentare le teorie, allorn, certo, confessiamo elio il pragmatismo è anche scettico; ma, se per scetticismo s'intende l'impos– sillilltà di raggiungere l'iulequnr.iono rra la mente e le cose, cioò l'incapacità. di ottenere dello anticipazioni o dolio allpottative che si verificano, allora il pragmatismo ò uno dei contrari dello scettici!:l:mo. 11 (Leonardo del– l'aprile 190.J 1 Jlag. 47. ... Tali, assai succintamente, le promesse logiche e dia• lettiche, i presupposti dottrinali, del nuovv metodo che corso sotto il nome di pragmatismo; le cui origini si potrebbero rintracciare in Kant, se nou addiritturn in qualche sofo dell'anticn Grecia. Una valutazione completi\ o precisa di esso non può certo oggi qui rormularsi. Si trova in uno stadio troppo frammentario, caotico, nebuloso. Nemmeno i teoristi (C. S. Peirce, 1.-~. C. S. Schiller, W. James, llaldwin, Bawdcn, Leìghtou, Hieber. Calderoni, Papini, Marcho– i,;lni, ecc) sono d'acconto :,ulhi :ma definizione. Ci sembra tutt,nia che questa tendenza critica, come comhinazione, pili o meno originale e sincretica, di ele– menti fllosoflei oramai fl:,sati dalll\ speculazione, 11os-:ia cs:-.cre, sotto qualche rifles.-io, uominalisticamente, limit11- tamontc a scopo particolare, da noi utilizzata. NoYella luce infatti si proietta - mediante e~sa da alcuni do~li clementi che ne formf\!10 l! contenuto, il carattere predominn.nte, il presupposto ronrlamontnlo. Istituendo un confronto, npprossimntivamente analo– gico, tra 1n·ar111wtismo e sor:ia!iMno, por es., /:ii può soste– nere che essi couvergano in phì d'un punto. Anzitutto, tanto l'uno quanto l'altro muovono in l("Uerra contro le ideologie metofisicht>; l'uno insistendo sopra la trattazione delle questioni prn.ticllf'",qperimentali. !"altro disinteressandosi di tutto qunnto non concerna la vita ,·is– suta, i rapporti di esistenza. trn irli uomini. Il sociali,;mo, in deflnith•a, non si agita, non si afferma come forza operante, se non per influire - modiflcan,lole in un particolare senso pratico - sullo condizioni di esistenza d(lgli uomini, istituite .sif\ tra di loro 1 sia rispetto o.Ilo Stato. Si ricordi che Antonio Lnbriola da qnell'in– gel-{n0critico sovrano che ern nello sue inclimenti– cahill lettore a G. Sorci, r1H•rolte in volume sotto il _titolo " Disco1·1·nu10di sfJciolismo e di (Uoso{ia ,,, ave,•a Rcritto che il socialismo poten considerarsi come la filo,<to{ia, della p,·axis. In secondo luogo,e pragmatì!:1moe socialismo - contro il pnrere di molti pensatori, anche positivisti - non crer1ono all'immutabilità della psiche umana; questa, sotto l'influenza di certe idee e credenze, è iiuiicettibile di cambiamento. Oli uomini non s'acquctnno .solo nella supina contemplazione cli riò che P, ma sono assillati ad attuare anche ciò cht>det 1 e essere. Dice il ·wells: "Gli uo– mini si possono <listinguere in duo tipi: il tipo leynle o il tipo if,gislativo. Il tipo legale ò sottomesso, 1Joichèl'edu– cazione, lo runzioni, le occupazioni do\ leghita lo di– spongono a questa tendenza i osso frn tutti deve rirerirsi alla lc~ge nccottatù, al diritto rico11osciuto 1 al prece– dente fl--isnto,e deve per rorza ig-noraro e condannare la COQa che cerca di $tnhilirsi. Per contrasto, il tipo leyi.13/ath•o è creatore e organinatore, Jmìrlu~ attacc(l e cerclt modificare l'ordi11e stabilito, allo,ita11a11dosi co11ti- 1wame11tedal rispetto accorciato a ciò che ci viene dal J>assato. Egli ,·ede il mondo com(' un immenso rnntiere 1 o il pre8eute non è per lui nulla di piì1 che materiali per l'ancnire, per le cose che debbono essere. Egli vivo in un modo atti\'O di pensiero, mentre l'altro esiste in 11nmodo pn.ssi\'0. ".I pragmati.1;ti e i socialisti apparter– rebbero a questo secondo tipo di ,veils: eglino prepa– rano l'anenil"e, anzichè raccogliere semplicemente le conseguenze del passato. Se poi il confronto estendiamo tra pragmatismo e so– cialismo nella integrazione ed elaborazione più com– pleta che quest'ultimo ha assunto per opera del revi– sionismo riformistico, noi vediamo che l'analogia diventa JJiÌl stretta e più intima. Il merito principale del riformismo infatti consisto nell'aYOr sri{lidito la vecchia teoria ortortossa. marxista, adattandola alle mutate e trasformantisi condizioni create al proletariato dalle classi reazionarie, capitalistiche e feudali. li riformismo, ad es, ha pragmatistica.mente ri– conosciuto il puro Yalore strumentale del metodo della lotta cli classi, e vi ha, a volta a volta, sostituito quello (]ella collaborazione di classi, che è - in determinate cir• costanze - l'unica rormn utilo e possibile della lotta. di classi. L'importante pei socialisti non ò già che il proleta– riato conduca la sua lotta contro le altre classi sociali in moria clussicamente uniforme, beni-ì cbe esso migliori continuamente le proprio condizioni in modo che dimi– nuisca sempre piÌI la distanza che lo separa. dalla forma• limito della. socializzazione della proprietà. E Pintransi– geuza di classe è talvolta l'ostacolo più formidabile al raggiungimento di questo flne. 11 riformismo inoltre di– spiega specialmente la sua atth·ità nella trattazione delle questioni pratiche, cercando di innestare il lieYito socialistico in tutte quelle riforme che direttamente o indirettamente interessano le classi lavoratrici. Jl ri– rormismo non si accontenta della critica dissolvitrice e della. protesta negativa ma, tenendo conto della capa– cità. di resistenza dell'ordine attualo, saggia continua– mente la bontà del proprio metodo e dei propri stru– menti rii lotta alla stregua delle e,,enieoze 1watiche della vita. Su questa prova e riprova ra la sua esperienza e troYn, seuza soverchia difficoltà, la linea della minor resistenza. Questa pratica sperime11l<tle è l'unica cbe for– ni.sca una bussola di orientamento e impedisca al pro– letariato di andarsi a rompere balordamente le corna contro le muraglie insidiose del capitalismo. Quando influe il riformismo con lanna e ripudia il ~indacalismo anarchico dei rivoluzionari perchè, eretto il lJilnncio dei risultati finora. da questo ottenuti, trova che esso non ru vantaggioso so non alla causa della conseryazione sociale e della reazione, non fa che porsi dal punto di Yista.del pili schietto J)ragmatismo; il quale n.ppunto valuta i metodi o le teorie dalle conseguenze pratiche. L'albero si giudica dai frutti, o i frutti del rh•oluzionnrismo nostrano, dalle gesta del settembre scorso all'ultimo sciopero dei ferrovieri 1 sono stati tanto tossico, almeno pel socialismo. La qual cosa nou si può dire, in buona fede, del metodo 0p))osto. Oli esempì sono molti, ma basta ricordare i miglioramenti ottenuti dai ferrovieri nel 1902 e la direttiva fln qui seguita dagli impiegati postali-telegrntlci. E. )JARCJIIOI.I. Avete la 1 • annata? L'Amministrazione della Critica è sempre disJ)Osta a 1·icambiare cm mia qualsiasi successiva mmata, rilegata, opino-e con un anno d'abbo11ame11tu 1 l'invio che le i·enisse fatto della. 1a.annata (1891) di Critica Sociale i,i buono stato di co11sen:azio11e. Ricambieremo con 01mscoli, c1,richiesta, ognuno dei se– guenti mmieri separati dello stesso 1° am10: 4. 1 5, 6, 7 1 8, 10, 12, 13, 16, 17. I.a Criticn. Socinle e il 1. 1 0111110, per l'Italia: anno L. 18, semesfre L. 10 - per l'Estero: anno L. 38, semestre L. 19. La Oritica Sociale e l'A.vanti! l'Ostanover l'Italia: anno L. 22, remestre L. Il - per l'Estero : a,1110 L. 4J, semestre L. 20,50. GIUSEPPE RIOAMONTI, gm·enle ,·esponsab1t.e Mlllrno. 1/6 190~ • Tlpografta O11em1 (fioc. coop.), c. \'ltt. Em. 12·16.

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