Critica Sociale - Anno XV - n. 6 - 16 marzo 1905

82 CRITICASOCIALE strarsi, lo sue profezie sull'avvenire. Che se proprio il socialismo deve, per quel che vale, esprimere il suo augurio, noi non crediamo che con,·enga a noi augurare l'avvento dei conservatori genuini. Certo, dal punto di vista della sincerità politica e della competenza tecnica, il J)aese guadagnerebbe assai da un Governo di conservatori alla Sonnino. :Ma la politica non è fatta di tali cose, e guai al partito che, per amore di sincerità o per simpatie impressionistiche verso un uomo (compagno Ferri, ci pare che proprio cli questo ci accusasti una volta!), si lascia andare a preferenze ingiustificate. Un Ministero genuinamente conservatore questo potrebbe fare: lasciarsi vincere dalla paura delle frequenti Rgitazioni proletario d'Italia (e in fatto di agitazioni noi siamo il paese pii, fecondo d'Europa) e stringere i freni. Non corto gran male questo 1 in sè stesso, ma male perniciosissimo per le sue conse– guenze. Chi può immnginare quello che faremo noi di fronte a un poco cli reazione? Rifaremo l'alleanza popolare, non pensando più a nulla., nè ai problemi economici e sociali, nè a clilfernnzìazioni cli tendenze e cli metodi, ossessionati dalla difesa della libertà minacciata. Dopo, a libertà riconquistata, torneremo a fare quello che abbiamo fatto in questi anni, cioè distruggere nel una ad una le illusioni della nostra eflimera potenza. Un 11inistero di avvocati della conservazione ci darebbe invece un Governo più inerte, meno pronto a risolvere i gravi problemi economici, meno resi– stente magari a certe cricche parassitarie 1 ma, dopo tutto, meno paurosamente conservatore, più duttile, pili conciliante, oseremmo dire piì1 assente. Ora 1 in questo periodo di transizione 1 in questa attesa che il proletariato si immunizzi contro il veleno della im· pulsività rivoluzionaria, in questo mutarsi rapido di cose e d'idee, un Oovcrno, che governi il meno pos• sibile e lasci che la natura faccia il suo corso 1 è ancora il mono pericoloso. L'acqua lasciata alla sua china finisce per trovare il mare più presto che non quando è imbrigliftta <lagli idraulici sapienti. li'ino a. quando l'acqua scorrerà disordinata ed inu– tile? Non osiamo fnrc previsioni. Ma noi siamo ot– timisti e speriamo che il proletariato, come seppe essere il nucleo e la speranza della democrazia che si rinnovava, CliYenti presto l'esercito possente che condurrà la democrazia alla vittoria. lrAKOE BONOMl. La scalmana sonniniaiia, cui accenna il nostro Bonomi, dalla qullle sembrano presi - in forme, è vero, dh·erse, e per i più diversi motivi e con ben diver.se e più o meno arbitrarie previsioni - la più parte dei nostri compagni, e non rli una sola tendenza, che si occupano di politica ('); cotesta scalmana conservatrice ci ha così poco invasati che, nell'ultimo fascicolo - forse i lettori IO ricordano - consideravamo il ripiego della rabber– cia.tura F'ortls come un minor male, di fronte ai pericoli cui ci esponeva in questo momento la crisi del Gabinetto. ].lalgrado l'Insuccesso della prima prova, e fatta ogni riserva per l'atteggiamento che potranno imporre al Gruppo socialista gli imprevisti della imminente discus• sione parlamentare, per ragioni di cose e non di per- 1) t.:11!ruuo <1Uf'llbl d\('lfum oho 1mrrà &Ingoiar(', perchò!n rcn!tà I curn11a11n\ M 01u.1st oeoupano di pollt1on " seml)runo essere una 1110- 00111m1nonrnza noi nostro partito. :ii:oscorriamo I cento noslr! set tlmnnnll, è gnlt1 trov11rv1, fra la monotona rl1)otlzlone del sol\tl lfltl nctil e lo plcootc J)Olornlchc Joonll, 1111 qunlclle urttoolo - quost 11emp1·011u11orllclole,stnntlo o di secondR mano non 11lchm10 snlh1 orl11tdRI 11unto di vl&ta purlnrnontnrc, ma ,sull,\ crisi nel rlsJ)cltl della ge11orn10 J)Olltlca 11roletnr!n. SI direbbe che !I Ooverno, comu11quc si orienti o a ohlun<111eCfl.(la 110110 rn11nl, ò cosa ohenon 11 lnt('ros~a, l'na volta 11orò &I 111sclavacredere che Il i,art!to socl11Hsta fosse un i,ttrtllo pontico ! sone o di Gruppi, rimaniamo fedeli a quella opinione 1 por motivi che già in parte accennammo e cbe qui ra– pidamente ricapitoliamo: perché - a parte la gonfiatura della co~idetta" que– stiono morale "' il cui abuo,o minaccia di apparire una \'Cra infantilità da parte di un partito cbe non ha l'at– terrnante di servirsene come di utile pretesto per gher– mire del portafogli e impedire che altri se li prenda in sua vece - la soluzione Fortis, sull:i base di un appros– simativo Sf(lf1t quo nella composizione del Gabinetto e nella proporzione dei Gruppi in esso rappresentati, si– gniflca,·a l'esercizio di Stato delle ferrovie assicurato al 1° luglio 1 che una soluzione diversa, o comunque il prolungarsi dello stato di crisi nella crisi, potrebbe assai facilmer.te compromettere, obbligandoci a una proro~a dolio Convenzioni a patti J>eggiorati, dalla quale Paffa– rismo bancario ha tutto <la sperare e per la quale in– dublJiameute esso l:~,·orn sott'acqua. Significava per giunta - e le rivelazioni sulle avvenute trattative lo hanno confermato - l'abbandono sicuro dei famosi ar– ticoli 71 e 72 - risultato a cui si poteva giungere, ma non con uguale certezza, col Gabinetto precedente - 01tsia una vittoria notevole, diremmo anzi una rivincita, del movimento proletario e un precedente saldamente costituito a suo favore, senza correre l'r.lea di pertur– bazioni e di lotte ad oltranza, parlamentari od extra. parlamentari, che, con questa Camera e in questo mo– mento, ognuno 1 che non voglia. illudersi di proposito, non può non ,·edere quauto sarebbero pericolose e di esito incerto. Sottrarre lo ferrovie al monopolio pri\•ato e s1rnntaro ogni ,•olleità di leggi eccezionali contro i lavoratori dei servizi pubblici - oggi delle ferrovie, domani di altri rami dell'economia nazionale - equi– vale n gunrentire i due massimi interessi, nel momento presente, della politica proletaria, seppure non sono frottole quelle che noi stessi andammo ricant.rndo nella nostra propaganda di questi ultimi anni e nel t"ocente periodo elettorale; perchè la soluzione Fortis, accompagnata da codesti due risultati, dava modo ai partiti popolari in genere, e al sochllista in ispecie, di riprendere a mano a mano quell'ascendente che la rolle politica di una parte di essi a.,·eva fatto loro perdere, collo sfacelo progressivo delle organizzazioni proletarie e colle ultime batoste elettorali. La riprcsn di cotesto ascendente era già vi– sibilmente iniziata e accenna,·a ad intensificarsi, come più si di:.sipava la funesta impressione dello sciopero generale e fruttificavano gli insegnamenti da esso deri– \'ati; mentre la Babele parlamentare, scaturita dall'e– quivoco su cui si ora.no imperniati gli ultimi Comizi politici, coadiuvava indirettamente la funzione di un partito, Msistito da un programma positivo, graduale, preciso, di rirormo urgenti o ~rgenteruente sentite. l'n Ministero di transizione, inerte, politicamente indiffe– rente, eliminante ogni minaccia di violenze e ogni pro– vocazione a violenze, appariva quindi il più adatto a consentire il maturare e il compiersi di codesta c01wa– lesce11za 11ecessaria delle forze popolari, preparando così, dopo qualche tempo, In possibilità di una riscossa posi– tivamente democratica. Nò ci impensieriva l'ipotesi che esso dovesse poi, sotto le suggestioni degli elementi reazionari della nuova Camera, accentuare In propria orientnzione verso di essi, dacchè la stessa debolezza di un tale Ministero, cui mancava col Oiolittii il suo pili saldo cemento, dove\•a o prevenire questo pericolo, o permetterci fra breve tempo di vittoriosamente fron– teggiarlo;

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