Critica Sociale - Anno XV - n. 6 - 16 marzo 1905

Critica Sociale NIVIST.ll QUINfJJCIN.1/LE DEL SOCJ.1/LISMO Nel Regno: Anno L. 8 . Semestre L. 4 - All'Estero: Anno L. i.O - Semestre L. 5,50. Lettere e vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 Anno XV - N. 6. Non si vende a numeri separaU. Milano, 16 marzo t 905. SOMMARIO Attualità. A 811cceseio11e (lptrt« (IVA!'i'OE 60NOMI C r,A CRITICA SOCIALI>). Pe,· I« n,ppresrntaw;;a proporzi<male, Ili (ftnc). La n1ppres1mtcmw p1·opo,·zi.011ale e i, parUU poHtici (l'unno J,,HHNI), Studi sociologici. r SeurelariaU ope,·a; delle orum1iuazio1H soclaHstt te,tesclle, 11. Come (1111zio11a1w (eo11Un11azlo11c o fine) (Prof. t'. l'AOl,IART). I.a sc11010e t'evol11zio11esocWle, I. L'istn1zto11e e t'l11d11stria; Il. Scuof<I ed i,1d11strlaUsmo i,~ Amerir<1 (Dott. Axo•:1.0 Ca~;sr1), 1,() Stato soclaUsta (ETTOIU, i\lARCIIIOLI). Filosofia, letteratura e varietà. /,(I col111nt del 11enti111e11fo (Dott. (lUOI,U:LMO E\'Al/6). (Jlosu~ Carducci prosr1lore (l'ror. \'n-ro1110 OSIMO). A SUCCESSIONE APERTA La successione è aperta. Chi sarà l'erede? 'l'ittoni, Fortis, Di Ruclinì, Gallo, Villa, Sonnino? Tutti i Grnppi, le coteries, le con– giure di corridoio, sono in moto per afferrare il ti– mone dello Stato e per spartire fin d,ora fra gli amici fidati il bottino futuro. Impossibile quindi ten– tare profezie che un colpo di yento può spazzar Yia, come queste nubi di m'arzo volubili e inconsistenti quanto la politica italiana. Pure, cli sotto al ftuttuare delle ambizioni, de.Ile vanità e degli appetiti, è possibile scorgere e se– guire le tre correnti in cui si fraziona il P,irlamento, e fra cui è destino che s'impegni oggi la battaglia, come si è impegnata nei primi giorni del :Ministero Zanardelli e come è fatale s'impegni in a\'venire, quando l'una delle correnti - ora in manifesta mi– noranza - potrà tener testa alle altre due. La corrente democratica - che è quella a cui ri– serbiamo questo avvenire vittorioso - è ogg-i un non valore 1>olitico.E inutile ripetere le ragioni per cui l'Estrema Sinistra, già. fulcro della politica ita– liana) sia oggi in tanto abbassamento da non potere, nè coi suoi voti 1 nè con la sua influenza mornle 1 esercitare un'azione benefica sulle sorti politiche del paese. A tutte le ragioni ~ià. conosciute un'altra se ne è aggiunta in quest'ultimi ten~pi, ed è la imma– turità del proletariato - ormai sviato dict.ro i mi– racolosi miraggi dell\izione diretta a costituire un parlito politico capace di un'azione complessa e continuativn, per la quale occorre - e chiunque g-uarcli alla Francia può persuadersene - il corag– gioso sacrificio di utilità immediate e di impazienze anche legittime alla perseverante attesa cli uno scopo concreto. Questa immaturità del proletariato, che dÌ\ la pa.• ralisi al partito socia.list,1. 1 che disorienta stranamente il partito repubblicano costretto da molti anni a co– piarci, scema ogni efficacia anche al partito radicnle e agli elementi che gli sono a.ffini 1 sia minaccian- dolo nelle sue basi elettorali quando credesse cli emanciparsi dalle imposizioni proletarie, sia renden• dogli a prio1'i impossibile il governo del paese con l'interpretare le sue formule cli libertà. interna in una vera licenza rivoluzionaria. E, tolta all'Estrema ogni possibilità non solo cli aspirare al potere, ma di sorreggere una qualche combinazione politica con quella " popolarità ,, di cui una volta aveva il mo– nopolio, non lo resta che la forza degli scarsi voti di cui dispone. Troppo poco per assidersi arbitra fra le due altre correnti che si disputano il potere. La corrente, non certo la più forte, ma certo la piìt autorevole, è la conservatrice, che è qualche. cosa di diverso dall'antica Destra ed è molto di più del Gruppo sonniniano. J~ l'espressione diretta delle classi proprietarie d'Italia; industriali ed agrnri, ari· stocratici e borghesi, gente d'affari e nntiers dediti alla politica. Per questo è il vivaio delle " compe: tenze tecniche ,,, è il centro delle pr,~occupaziom redditiere per il dilagare degli scioperi, è l'espres– sione cli tutte le coalisioni antiproletarie che hanno per loro organi le gazzette moderate di provincia. L'altra corrente, al contrario, pel' quanto non in– quinata di sovversi\•isrno e neppure di quella cosa molto innocua che si chiama la " modernità "' pm quanto conservatrice e della monarchia e della bor– ghesia e di tutti gli affari loschi e puliti che si ag• girano intomo allo Stato, non ha le preoccupazioni e le paure dei conservatori della prima maniera. Si direbbe che il suo senso di classe sia più ottuso, che ami scherzare col pericolo e che sia molto più scet– tica intorno a. ciò che si può e si devo fare al Go– vemo; tanto scettica anzi da comporsi il suo pro– gramma a Gabinetto fatto, conciliando le asprezze con un poco di abilità avvocatesca. Questa strana natura è del resto facilmente spie– gabile. La folla che costituisce questa corrente non è In rappresentanza diretta delle classi proprietarie, è appena la loro rappresentanza indiretta. Avvocati celebri o sulla via di diventarlo, clienti cli tutte le specie della grossa borghesia) presunti intellettuali dello classi colte, professori, medici, ingegneri, tutti insomma gli enfcmts géìtés del capitalismo che non ha tempo di andare alla Cnmera e manda a 3[onte– citorio il lmninare ciel luogo perchè ne difenda i fla– crosantj interessi. Che meraYiglia se costoro sentono questi interessi con uno spirito più calmo e si pre– parano a. difenderli con maggiore freddezza? ,\ra oggi pare che i " signori " non abbiano troppa fiducia nei loro procuratori, e, ditvanti alle minaccio proletarie, i consen•atori genuini vogliono passare avanti ai conservatori per procura. Sonnino vuol scnvalcare Fortis; i Carmine, i Ouicciardini, i 'l'orreg– giani vogliono passare avanti ai Gallo, ai Cocco-Ortn, ai Honchc>tti. Ora a noi sembra che la recente ::;calmanà ciel socialismo rivoluzionario perchè la palma tocchi ai conservatori genuini sia per lo meno molto strana. DcLtala natura delle due correnti in lotta, la sapienza rivoluzionaria dovrebbe stnrsene in disparte a con– tare allegramente lo botto, ripetendo, tanto per cli·

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