Critica Sociale - Anno XV - n. 3 - 1 febbraio 1905

40 CRITICA SOCIALE dolla Gran Bretagna non esplicano più quell'energia che assicurò il suecosso a.Ile generazioni precedenti. Una Commissione utnclale d'Inchiesta ha sentenziato: u r,a generalità degli industriali inglesi, fodoli al loro spirito conservatore, si contentano di un macchinario superato dalle nuove invenzioni. Queste sono divenute una spe– cialità tedesca e americaua. Jnflne l'Istruzione scientifica o tecnica non è sufficientemente diffusa e organizze.ta . ,, La superiorità., ad esempio, della Oermania sull'Jnghil– torra nel mercato svizzero (la prima vi esporta sei volte pii, della seconda), attribuita da Chambòrlain, nella sua ossessione monoideista, al protezionismo di quella e al libero scambio di questa.i è viceversa dovuta, secondo l'ultimo rapporto dell'agente commerciale inglese in lsvizzera, all'energia e all'intraprendenza delle Case tedesche: se gli inglesi adottassero metodi analoghi e maggiore attività, otterrebbero risultati ben pili cospicui in quel mercato. Altrettanto dicasi por moltissimi altri luoghi, in cui gli inglesi si son trovati di fronte la con• correnza germanica o nordamericana o d'altri paesi, che ha scosso rortemento dovunque le loro posizioni 1 e tal– volta le ha addirittura annientate. Non dazi dunque OC· corrono per !l\'eltirc l'industrialismo Inglese, che sareb– bero pagati a ben caro prezzo. Si rileva inoltre che l'affermazione di Chamberlaìn - le rappresaglie doganali clell'Jnghilterra dover con– durre alla ,iottornissione delle nazioni che ergono dazi alti contro le importazioni di merci inglesi - non ha riscontro nella realtà delle guerre di tariffe. D'altra parte, si aggiunge, le rappresaglie si risolvono rorzata– mentc in rialzi dei dazi d'entrata in lnghilterra sulle materie prime e sui prodotti alimentari, il che aggra– verebbe la condizioni di quegli stessi operai ai quali Chamberlain si presenta in p1lludamento di liberatore. 1-: si cita, a riprova 1 l'agitazione delle classi laYoratrici degli Stati Uniti, che proprio ora premono sul Governo per indurlo a ridurre le tariffe dogan:11i,perchè questo servono ad accrescere l'opulenza elci J>ochi alle spese del benessere della generalità dei consumatori. 'l'utto concorre quindi a dimostrare la vanità del sogno imperialista di sostituire una nazione britannica all'ag• glomerato di nazioni così differenti fra di loro, che si chiama Impero britannico. Solo la gruità della situazione politica fa s1 che la voce di Cbamberlain trovi un'eco nell'opinione pubblica. JI popolo inglese ha realmente sentito che gli sfuggiva di mano il predominio politico a cui s'era. abituato da un secolo; ·11aintravisto le grandi dirtlcoltà che l'avve– nire preparai ed ha perciò abbracciato con cntu<1iasmo l'idea della costituzione del grande Impero, solo capace di trattenere la supremazia, che se ne va, e che l'In– ghilterra, lasciata a sò stessa, sarebbe nell'impossibilità di conservare. T,e previsioni pili ragionevoli stanno per quest'ultima Ipotesi, chò lo Colonie palesano una sempre più chiara e in\·incibile tendenza all'autonomia e a!Pindìpendcnza. Comunque, l'Inghilterra farà ogni sforzo per mantenere la sua posizione attuale, e almeno una lan•a d'Impero. E questo spiega, pili che certe 11ottigliezzedei critici di politica estera o le arti della diJ)lomazia, come l'abban• dono della sua "spfemlid isolalion ,,, divenga ogni giorno più per essa una necessità Yitale, e interpreta giusta– mente il suo ravvicinamento ad nitre nazioni, segnata– mente alla Francia. Se l'Impero sognato da Chamberlain, Jmpero politico, doganale, militiLre, fosse J>ossibile, l'In– ghilterra 1>otrobbcancora pagarsi il lusso di starsene sola, e, occorrendo, contro tutti. . .. 11 fato economico incombe sull'Jnghilterra. Tutto lo sforzo inane del nuovo protezionismo impe– riale, o imperialismo protezionista, tende a deprecare dal suo capo tale ratalità. L'Inghilterra continuerà ad essere una nazione grande e ricca; ma essa non può oramai pili sottrar'ii all'impero dei ratti economici, de– terminati da quello stesso industrialismo a cui ella diede, prima fra tutti, impulso, vigore ed espansione. JI regime capitalista, il regimo da essa creato, si è nccam• pato vittorioso entro la cP.rchia di ogni nazione. di ogni popolo: ò ben esso che, rafforzandosi sempre più nelle sue medesime Colonie, ha disgregato il vecchio Impero britannico. Lo affinità di razza 1 le tradizioni comuni sono fragili legamenti, quando in ogni parte dell'im · mane organismo sorge e giganteggia un interesse mate– riale proprio, diverso, vicino, immediato, presente. 11 ca– pitalismo, che si afferma trionfante in ognuna di esse, con caratteristiche ed esigenze particolari, sviluppa una tendenza non più centripeta, verso il cuore della Me– tropoli, ma centrifuga, lungi e con distacco più o meno reciso da essa. Oià. adesso l'Impero è più un nome·che un ratto: la. J)ropaganda. e gli scongiuri del suo nuovo missionario raJ>presentano l'ultimo disperato tentativo di arrestare l'evoluzione, di spingerla. a ritroso, di ri– condurre i figli nella matrice materna. Ogni Colonia. si ripiega su sò stessa per difendere le proprie industrie, i propri commerci, il proprio lavoro, cioè la sua. vita: contro la stessa lnghilterra 1 se occorra. All'antica. madre i figli si presentano, tutt'al piì1, col do ut des alla mano. Le grandi rorzc economiche che muovono le società moderne determinano dinamica e risultati diYersi. Nel seno di ogni nazione cnpitalistica il regime borghese crea la competizione delle classi i lo stesso regime, al– l'inruori delle nazioni e al disopra delle barriere tran– sitorie, crea la solidarietà. delle classi e degli interessi: solidarietà di classi e di interessi capitalistici da. un lato, di interessi proletari dall'altro. La borghesia, poi che nessun paese può oramai tenero in monopolio un mercato, col suoi t1·usts internazionali, i quali non cono• scono più patrie, simpatie, afllnità cli razza; il proleta– tariato con le sue organizzazioni ugualmente interna– zionali, che non conoscono più.,odi e di\•isiNli: questi gli imperialismi incipienti dell'oggi, le grandiose masse eco• nomiche, dal cui attrito si sprigioneranno le energie del domani. 0IOYANNI i\h:IU,ONJ. PER LA RAPPRESENTANZA PROPORZI lf. Il sistemn. Uelgn e il sis1ema S"h;zoro. L'ingiusfo•,in del sistema maggioritario era già universalmente provata, così che nessun " proporzio• nalista,, seuti\'a davvero il bisogno di nuovi dati per la sua tesi. Ci basta di sfogliare qua e là, nel voluminoso materiale statistico da noi raccolto per uno « Studio sulla Rappresentanza Proporzionalo,,, per trovare non soltanto infiniti casi, in cui le mi– noranze sono state defraudate di numerosi seggi, ma anche nitri, in cui le nrnggiornnzc souo state so– praffatte da piccole minoranze. Ad esempio, rrngli Stati Uniti d'America, il presi– dente è spessissimo l'eletto della minoranza. In fn– ghilterra pure la minoranza ha soverchiata iterata– mente la maggioranza, nella elezione della Camera dei Comuni.

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