Critica Sociale - Anno XIV - n. 23 - 1 dicembre 1904

CRl'l'lCA SOCIALE 355 remissivo e conciliante verso il Valicano, facendo cndere I il progetto del diYor1.io,aumentan,to l'assegno ai parroci, l procacciando gli omaggi al Re del cardinale Svampa e I del vescovo Bonomelli all'indomani della visita di Louhot 1 n Homa, mostrandosi deferente ,erso il Papa al segno da evitare che il neonato reale ricordasse col titolo di 1t principe di Homa n· ta caduta del potere temporale. Poi, durante le elezioni, il Ooverno sostenne apertamente in Homa. un candidato che era palesemente il candidato del Vaticano. Con questi precedenti, come potrebbe Oio– litti premiare un atteggiamento anticlerl<'ale? E se lo rncessc, dove trovare una base parlamentare? I.a previsione più verosimile è dunque questa, che il (10,·erno di Giolitti o sarà atterrato o i:;aràasservito dal là ,ma stessa mag~ioranza. Xoì andiamo perciò incontro a un periodo politico di reazione, la quale non sarà - al– meno in sul printipio - una reazione aperta, a tipo Cri,;pi o a tipo Pclloux, ma con.,istcrà. in una resistenza sorda, continua, O'!tinnta contro l'espansione proletaria o rontro le aspirazioni democratiche. li programma della nrnggioranza infatti ò tutto qui: mettere argine al mo– ,•imento operaio-soclalh,ta. Con questo 1>rogramma, che e~ige il blocco cli tutte le frazioni conservatrici, è a!--sai difficile che la c,~mern nuova tro,•i la possibilità di com– piere alcuna delle M'randi riforme che sono richieste dal paese. Ognuna di queste riforme esigerebbe il sacrificio ,Jegli interessi di una o di altra frazione della ma1:gio• rnnza, e metterebbe in pericolo la compattezza del blocco .. \nemo quindi una stasi e una stagnazione nella nostra vita politica, ossia la negazione sterile opposta id bisogni nazionali, per soddisfare i quali occorrerebbe 1111a politica di movimento e di audacia. In un solo lato, ò da temere, la nuova Camera si vorrt\ mostrare attiva per essere coerente alle proprie origini: nel tentare una l(•gh1lazione sociale a ritroso, che infrcni il mo,·imento J>roletario e che, ootto il pretesto di avvantaggiarlo coi ricono;-;cimeoti e le flutorizzazioni legali, ne spezzi i nervi e ne soffochi lo spirito. Già il Consiglio dei .Mi– nistrl è convocato per discutere un progetto di legge - da presentarsi sollecitamente alla Camera. per proi– hiro lo sciopero nei J>ubblici senizì e per circondare d1 ~aranzie (garanzie por l'interes'io ca1>italistico, s'in– tende) l'ei:;ercizio del diritto di 1,ciopero in generale. . . . Se questoi dunque, ò il risultato delle elezioni, ne può c~sorc soddisfatto il partito socialista? r,a-,ciamo da parte le considerazioni sul numero degli eletti :-ocialisti e sul numero degli elettori socialisti. .\ bbiamo notato giù. in principio di questo scritto che la !Jit.:coladiminuzione del Oruppo 1>arlamentare si potrebbe ritenere compem;ata dall'aumento nel numero dei voti. )la si potrebbe anche sostenere in contrai-io che questo compenso non esisto, o che anzi !CLperdita. di qualche sel-{gio,avvenuta non ostante l'aumento dei voti, indica piuttosto la incapacitiì. del partito a manovrare le sue forze per rlirigerlo a quel che era. lo t,;COpodella bat– laglia: la difesa e la conquista dello posizioni parla• mentari. )la, ripeto, lasciamo da parte queste considerazioni. 11 -;uccesso o il danno che un partito può avere riportato da una lotta elettorale non si misurano tanto dal nu– m~ro dei suoi eletti e dei suoi elettori, quanto dalla situazione farnrevole o Sfa\'Ore,,ole in cui esso viene a trovar-.i dopo la lotta e per effetto della lotta. Ora la situazione, ~al punto di vista del partito e degli inte– rosl'li J}roletarì, ò senza dubbio peggiorata. I socialisti, nel l'itrlamento come nel paese, si trovano di fronte una coalizione <li avversari como non ebbero mai. Le frazioni borghesi, i partiti conservatori si sono ranicinati fr:ì. loro ai danni nostri, talchè d'ora in avanti riuscirà pii1 difficile la tattica, della quale ci giovammo altro volte, di profittare delle rivalifa che indeboliscono li rampo nemico. Xello stesso tempo sono di\'entate minori lo forze su cui in certi momenti pote– vamo contare, sia per la difesa della libertà, sia per la conquista di po-;izìoni piìt favorevoli al proletariato: alludo alla diminuzione dell'Estrema fiinlstra. s·aggiunga. che anche i nostri rapporti colla democrazia borghese sono dn'entati molto freddi: a quel modo che i senti– menti della piccola e media borghesia, una ,•alta cosl apertamente simpatizzante per noi, '!8 non '-Ono diven– tati sentimenti di ostilità, sono per lo meno diventali sentimenti di sospetto, di rancore, di diffidenza. Il che vuol dire che il co11sen•1ltori~moha saputo sco– i:;liere assai bene il momento delle elezioni e ne ho. ca., ·a.to largo profitto, o che lo svantagizio della battaglia ò tìiato elci sociali-.ti. 1.,a.causa pili , icina e più grande di ((UCstoscacco sof• fPrlo dal socialismo fu lo sciopero generale. Si de,,e perciò dire che lo sciopero g-enerale è un'arme che il proleta– riato non devo nrni adoperare? Cortiunento no. Lo scio– pero generale ò il sostitutirn moderno della. insurre– zione. E come, neppure dal J>unto di vista cosidetto riformistico, non si può ammettere che il popolo rinunci mai al diritto di insurrezione, cosl non è possibile am • mettere che il proletariato vieti a sò medesimo, in ,·ia di ma<;sima, il diritto dello sciopero generale politico. ~la ben altra è la considerazione su cui i socil~liRti llevouo soffermarsi se vogliono ricavare qualche utile in-;egnamento dal'.('lianenimenti <l'Italia. r. 1 in"legn1mento maggiore che esce dagli effetti l'lfavorevoli derivati dal recente sciopero generale è que~to: rhe lo .sciopro y,- 11erale,come la i111mrre::io11e, 11011 J)tth t•s.sere bc111'{ìcu al proft>tariato se 11011 a patto di f<lfJr/i1mgere immediata– mente ww scOJ)Q be11delermi11ato e preciso Se no, lo .~f'io– pn·o ,l una ri!'olltzio11e abortita, che sen•e soltanto <t ))l'O· rocm·e e a ri11forw1·r la 1·ea2io11e. 11 grande movimento del settembre fu un 010,•imento istintivo e spontaneo di protesta. :lla 1 bisogna confcs– snrloi la semt>lice protesta non è uno scopo adeguato a un moto insurrezionale . 11 movimento corcò infatti di dttrsi uno scopo pili tan• gibilo e piì1 concreto: e qua e là, secondo gli umori prevalenti, accennò a esigere una leggo di tutela contro la forza armata, o le dimissioni del )finistero. :\ra ora p,·ictente che lo scopo manca,•a 1 così nella situazione e-.teriore come uolla coscienza dello moltitudini. La fra- 1.ione rivoluzionaria volle farlo fine a sò stes~o, tentando di prolungarlo quanto pili fosse possihilc per geth~re il maggiore possibile spavento nelle classi borghesi i,: questo infatti fu l'unico effetto raggiunto dallo sciOJJero: <>fl"etto di cui sentimmo la ripercu~sione nei rhultati delle elezioni Scri,•endo queste cose io non accuso nessuno, nè one– stamente lo potrei, perchè tutti quanti siamo socialisti assumemmo la solidarietà. - come era nostro dovoro con questa spontanea improvvisa. in'ìurrezione proletaria, che aveva, do1,o tutto, un movente tanto generoso. )la è pure nostro dovere oggi, di fronte ai risultati di quel movimento, ricono'!cere che movimenti tanto formidabili sono molto pericolo,i se ratti per semplice dimostrazione e senza la prob1tliilltil di conquistnro, con essi, posi1.io11i cosl importanti, 11elcampo politico, da parali~zare l'im- 111!'1.11c11.bile contrnttrtcco reazionCLrio.

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