Critica Sociale - Anno XIV - n. 9 - 1 maggio 1904

CRITICASOCIALE 139 e Cclii, dei quali non è a duhit11re che 1>ossano venir meno t1~li impegni p,rcsi, gli altri Commissari sono tipi tutt'altro che rassicuranti: 11011.Rubini, presi– dente, ccrhcro intrattahilr delle- rni:cioni di bilancio, sempre che non si tratti della. parte pili sana della nuzionc; Pon. [,'asce, che nel suo Ufficio insistette sopmtutto sulle nec~ssità del bilancio contro chi chicdc,•a il minimo dì lire 1000; l'on. Dc .N'ava, che ò tonNo unche lui sopratutto del bilancio, e sostenne do,·crsi rivolgere le cure nrng~iori della lotta contro l':rnalfahetismo e non contro la miseria dei maestri; !'on. :Su,lrdi, amicissimo dd )linistro del Tesoro; ro• norcvolc Oio,·anurlli, mìnistNialc ora e sempre; ro. norevolc Di Stefano, il quale 1mò spiog-~1rc agli altri Commi sari in che modo riC'i;cì per un anno intero a prendrrc in giro gl'inse,:rnanti srcondari eon una mozione che si affrettò a presentare per evitare che n.ltri gli prendesse il pasl!0 1 ma non si ricordò mai di discutere. Questi signori, tanto por cominciare) non si son trovati in numero lc,iale alla prima se– duta; nella terza seduta hanno deciso cli .conserva.rf • intorno ai loro lavori il pili impenctrnbile segreto; il •I marzo non si son trovati du capo in numero. Int.mto i <leJ)utati meridionali, che non si muovono se non sanno di far piacere a Giolitti, si agitano contro la leg~e col pretesto di voler soddisfatti prima ì biso~nì delle pro,·ineic meridionali, essi che dei loro paesi non si sono mai occupati J)er altro che per sacche~giarli. Si aggiunga che col nrng-gio incomincia l'affollamento dei IJih.111ci;ottima ragione o prntesto per rimandare ogni cosa a dopo lo va.– ca.nic 11utunnali, il che IJOtrebbc anche voler dire a un'altra leg-islatura. Il sospetto, dunque, che i milioni concessi ai nrne– stri non arrivino a de~tinazioue, è più che giw~tifi cato; e, per sfuggire al pericolo cli unn nuova bur– letta, gl'inscgnanti non hanno che una via. sola: di– chiarar resJ)onsabili d.elhl eventuale inazione dei Commissari i partiti politici, a cui i Commissari ap– partengono, e intanto - non ci stancheremo mai di riJ)eterlo - prepararsi alle elezioni. . .. A suscitare e disciplinitrc il movimento delle or– ganizzazioni professionali intorno alla nuo,·a leggo, per il caso che la Camera voglia discuterla imi serio ... prima dell'autunno, non ha davrnro provve– duto, com(' sarebhe stato necessario, la Commissione direttiva clell'Gnioue .:\[ugistralo .Nazionale inw•cando il ,·e(e,·emtum dei maestri in un ordine del giorno, il quale, delibera u di insistere con ogni sforzo al' finchè i voti dei maestri cl'ltnlia sieuo accolti piena– mente e fra. essi quello principalmente del minimo di mille lire e l'altro del pareggio degli stipendi frn i cl ue sessi; o rlte, almeno,s'iufrodura nella legge u.n ari i colo, che obblighi il Gorerno a clare effetto ai re– clamali miglioramenti entro il primo sessennioclellrt 1n-omulgazi011e <Lella legge .,. l<'rancamente un servizio prg~iorc di questo hl Commissione diretti\'a dell'U. ,\L N. non poteva ren• dere ai suoi rappresentati; perchò tutti sappiamo che siffa.tta specie di im1>egni ò molto simile all'im– pegno cli quel contadino, che a\'e,•a 1>romesso al re di for llRrlare una caprn dopo dieci anni d'insegna.– mento, pensando che nei dicci anni sarebbe morto o il re o la capra o lui; e Pordinc del ~iornl) dell'U. :M. N. ha messo i nrncstri fra. Hcilla e Cariddi: o respinger la lcg,ie, rinunziando a quel che di buono m1sa ha e provocando una g-ri:we crisi nell'organo dirotLivo dell'organizzatione proprio alla vigilia della battaglia, o accettare la legge mettendo l'animo in pace per sci anni et 11llrct, perchè quelht clausola, che in ap1>arenza impegna il Oo,·crno, in realtà lega le mani ai maestri, :ld ogni nuorn richiesta dei <JUali il Oover-no potrà sempre ri11ponclere: '" Vi ho pro· messo, come chiedevate, dì prov,·cdere fra sei anni e 1>ro,•,·eclerò.... fra sei anni ! ,.. E come dichiarare ull'on. Orhrndo che i maestri avrebbero " eessato dall'111-11>rt1. lotta.,! So la nostra parola potC!òlSC tro,·are ascolto 1>rcsso i colleghi della Commissiono direttiva dcll't;. ~\I. N., noi ,,orr·<'mmo che essa, furcndo anrho un picrolo, ma assili meritorio sacrificio di amor proprio, ricono– scrss<' di avere sb1tgliato 1 ro,•oca8~C' il primo rf'/'"– nmlmn e ne indicesse un ultro su un ordinC' drl giorno, nel quale l'impcg-110 dei sei anni sia SOi> 1>rO!-!SO, e 1 1 (; • .:\J.~- diehiari di arcertare in ri,, 7>nw• ri~orm la. leg_g-eOrlando con lo corre1.ioni indi:,p('n– sahili ricchezza mohilc, tasse seolasriche, CCl'.), ri– servandoNi la più ampia lihert1'l <l'azione J)f'r la. sol lecita conquista. <li un:1 ult('riorf' lctu:c s.oddi..,faC'ente e dcfìnitin1. . .. Un'ultimit questione, che il prog-ctto dell'on. Or– lando suscita, è se sia opportuno trattare cou lii 1:1tessa legge la riforma (1('11(\ scuole elementari e l'a.utnrnto de~li stiJ)t•ndi ai maestri. Per analogia con quanto dclihcrarono unanimi gli inscg-nanti secondari al ConKrcsso di Cremona, anche 1>cr il progetto Orlando ~i ripete da. molti che ~a– rchh(' bene disgiun~cre i provvcclimenti per l'analfa– hotismo da quelli per i maestri, spingendo qut•sti innanzi a quelli . .Ma l'unalogin non r('gge. Ol'inse– gnnnti sccondarì im1istono con tutte le loro forzo affinchè la questiono del loro as~etto economico r g-iuri<lico non sia complicata con quella della rifvrrna dii.lattica, non pcrchè non ritcn~ano urg-ente anche quest11, ma perchò sono convinti che ad e::;sa si op– pongano difficoltà ogyt inisormontabili, essendo ancora insolute molte questioni preliminari, senza a,·er su– perate le quali sarebbe vana ogni riforma delle :,cuoio ::1crondarie, mancando fra gli srudiosi ogni accordo sullo steMSClinee fond1uncntali della riforma, e!Sscndo necessario seguire il metodo degli esperimenti 1>nr– ziuli in una• impresa così disputabile e così grave per l'avvenire del paese: complieando 1 dunque, in un unico disegno di legge la questiono giuridicl:l, la questione economica e la quo~tiono didattica, si fini– rebbe col lasciare ancora por un pezzo insolute con l'ultima le due 1>rimo. Per le scuole elementari il caso è di,·erso: la necessità di moltiplicare le scuole, di ridurre 11orario dello le1.ioni, di crear scuole per i.:li adulti analfabeti, di rendere 1>ill ri~pettato l'ob– bligo scolastico, non può essere messa in duhbio da. nessuno; e i mezzi per rii:iolvero ognuno cli questi 1,roblemi sono di una semplicità intuitiva e si ridu– cono tutti ad un mezzo semplicissimo: aver quattrini o spenderli dove ce n'è bisogno. Nè per le scuole elementari si presenta co11 la stessa complessità e difficoltà il problema. delle nuove materie da in trodurro nei programmi e dello vecchie da soppri– mere; le materie delle scuole elementari non pos– sono esser che queste: leggere, scrivere, far di conto; o non vi ha luogo a discutere d'insegnamento scien– tifico o letterario, di scuola classica. o moderna, cli scuola unica o plurima. Lll prova evidente di quanto affermiamo si può ricavare dalla. cli,,ersa nccoglienza fotta un anno fa alle prime notizie cli mm riforma della scuola secon– duria escogitata da\1'011. Nasi) o og-gi al progetto por le scuole elementari dcll'on. Orlando: quelle su– t1citarouo mille discussioni e opposizioni, e le avreb– bero suscitate lo stesso anche so la riforma dell'o– norevole Nasi l'osi;c stata meno infarcita di colossali corbellerie; questo è stato accolto nelle sue linee fondamentali con ftwore: è accusato da tutti di es– sere insufficiente, nessuno lo ,rncusercbbe di poter riescire dannoso se !'on. Orlando, por la necessit:'1 di far qtt11.ttrini, non ci avesse innestato quel disgra-

RkJQdWJsaXNoZXIy