Critica Sociale - XIII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1903

160 CR!l'ICA SOCIALE dh'erse conseguenze dal Sorci. La cosa non deve già rar mern.viglia a chi conosca. i capitoli sull'organizzazione della produzione, sulla curvn dei redditi e sulla flsiologin. sociale del suo magistrale Coitrs d 1 éco11omiepolitiqtte. Jul'lltti, ivi, dimostrandosi che una organizzazione per– fot.tamente liberistica ecLuna perfettamente collettivistica della. produzione e del commercio, in un dato stadio dello sviluJlpo tecnologico 1 approderebbero, almeno teo– ricamente, ai medesimi risultati; e dimostrandovisi che la distribuzione della ricchczu,, snl\'o lievi e transitorie perturbazioni, è in relazione con la natura psico-fisiolo– gica dei varii individui C'd ò rappresentabile sotto una rorma supergiù costante,simile a quella d'una piramide che non muterebbe sensibilmente col , ,aria.re di regimi sociali, sono poste lo premesse del nuovo trattato. La cui te~i fondamentale ò questo, che, nrnr,tenondosi co– sbtnto la forma del\:~ distrìlniziono piramida.le (lolla ric– chozM, variano gli clomonti, che ne occupano i varii strali, tra i quali sussisto un continuo ric:unl>io. La storia non ò che una successione di élile~, o dato il fenomeno della lotta per la ,•ita, quelli che si trovano J)ii'1in alto sfruttano quelli che si trovano J)iÌ1in IJRS1'0, Il movimento socialista non è se non lo sforzo con cui unaétitedi lavo. rntori cerca di sostituirsi alle élites attualmente domi– nanti, racendosi interprete dello aspirazioni o dei bi– sogni di tutto il proletariato, salvo poi, giunta che sia alla meta 1 sfruttare quelli rimasti o cacciati in basso come hanno sempre ratto i vincitol'i coi vinti. Questo il fenomeno oggettivo, che nnturn!mente appare sotto tutt'altra forma o.gli attori del dramma. I motivi con cui questì cerca.no di spiegare a sè stessi o ad altri IA.propri1l condotta sono sempre diversi dai reali, di cui e11~istessi non hanno s1>esso neanche la J)iù J)iccola clo~e di consapevolezza. l sh,tcmi socialisti sono n1>1)Unto i moti,•i e le concezioni l'lJ>parenli dfll movimento socia• li"!ta; l'opern. del Pareto sta nel districare da essi quanto s'nccorcla. e non s 1 aecorda col fenomeno ob!Jietth'o, nello s1>legarne In.genesi, nello svelarne lo unilatcralifa e la funzione storica. La sua conclusione è che " noi nou J)OSsiamo uulla sul fondo del fenomeno e che tutti i nostri !!forzi 11011 J)0ssono che npproclnre a modificarne leggermente certe forme ,,. Or bene, in mezzo alle cenlinnia cli ossenazioni bril– lanti qua o h\ in mille forme disseminate, una ritorna con una speciale insistenza: In trRScuranza delle qualil:\ del soggetto umano. Il J>roblemn capitale che tutti i riformatori trascurano è il J)rol>lcnrn della scelta degli uomini. 11 Costoro si danno generalmente molta cura J>erdimo• st.rnrc 1 che le scelte della sociotù, che essi vogliono ri– t'orn1are, si fanno in modo imperfetto. 'Il loro còmpito ò facile, perchè non si conosce società, che, sotto questo riguardo, si aHicini alla J)errczione. Ma essi trascurano di recare la prova che il si5tcma dì scelte da. essi pro– J>Ostosarà. migliore di quello a cui lo vogliono sostituire. Co~l essi perJono il loro tcmJ>0 a dimostrare ciò, che ò quasi evidente e scivolano leggermente al contrario su ciò, che ò soggetto a cauzione. : 1 B cosl noi siamo riposti di fronte al problema, afl'ac• cintoci dal!a demoliziooe dell'ortodossia marxistica fatta dal Sorci: come risoh'ere il problema della scelta degli uomiui? 0 1 per esprimere la cosn. in termini conc1·eti: come (are gli uomini adatti a una civilfa superiore, e, nel ca,io nostro, come elevare il grado di cultura morale degli 0J)erai? Come creare tali stimoli di associazione di tutte le loro energie da 11ermottere ni lavoratori di respingere gli altrui tentativi di 1'fruttamento, o di so• stituirsi altrui, a ciò che, in mancanza d'altro, questa B1b1ot ra umo H1arco parte, con i suoi vantaggi, tocchi alternath•o.mente un 1>0 1 a tutti? Anzi, avendo presente nella sua complessità. il feno– meno dolio. lotta per la vita, vien fatto di dima.nclarcl se l'ideale della soli<lariotà. non sia anch'esso se non una nobile norma di condotta, che non potrà. mai essere universalmente applicata. La lotta contro il krumiraggio, a mo' d'esempio, contro l'impiego degli operai non sin– dacati; l'elevazione di dìtncoltà. contro l'ammissione di nuO\'i soci nei Sindacati e nelle Cooperative - cosa non capricciosa, ma determinala da inesorabili leggi econo• miche - non sono norme giustificabili di fronte alrideale universale di una solidarietà. altruista, - ed è solo sotto questa forma che il vocabolo ha successo e sembra in• nalzaro la natura umana - esse si comJ>rendouo solo in una logica e in una morale inclh'idunlista, che dica: unitevi per essere Jlil1 forti contro i pad1·oni non solo, ma flncho contro i vostri comptlgni disuniti, J)erchè sono i meno intelligenti, i J)il1 ,·ili, ecc., e J)crchè questo è il solo modo di concorrere a migliorare il tipo· umano. Si direbl>o quasi che esista una antitesi irreducibilc trn lo idealità morali e le esigenze della. vita e le leggi di questa,o quasi si verrebbe alla conclusione che le idea– lità sin.no allucinazioni seducenti, che la vita. si crea per accrescere le pro11rie energie di lotta fra gli stessi ~uoi partecipanti, J)0r dare a sò stessa nuovo vigore nello sforzo di sciogliersi dallo scorie del passato divenute inutili ed imJ)aecianti. Ad ogni morto, anche accettando col Sorel. che il Sin~ dacato costituisca la scuola del carattere del lavora.toro, resta ancora che i Sindacati non abbracciano che una Infima minoranza dei lavoratori, una élite j che questa IUte potrà bensì arrivare al J)0tere, ma, come osserva giustamente il Racca, nò pii1 nò meno che l'éUte buddista. o cristiana, lascerà intatto, o quasi, tutto il resto della vita sociale. !}illusione che il Sindacato svilupJ>i una nuova morale lll'Oviene ila ciò, che non si a,•verte che l'enorme somma cli sforzi volontart e intellettuali, che l'umanità. ch'ile compie 0g'ni giorno in un senso o nell'altro, ingenern correnti di sentimenti, i quali, aJ)punto come dice lo &tesso Sorci in altra sua opero, attraversfrno gli indi– vidui e li trascinano; quelli, in cui l'urto di queste cor– renti si risol\'e in superiore armonia, si sentono trn loro pili soliclali che con nitri, coi quali anzi, ap1)Unto JlCr ciò, si troveranno in contrasto; di qui il loro sindacarsi, ossia la loro diresa contro le correnti diverse da quelle che in essi prevalgono. A poco a poco crescono gli in– clh•idui in cui il progresso plasma una ))Siche superiore e pit1 sociabile, e allora, senza bi.~ogno che il Sindacato si estenda, vi è un Humero considerevole di individui che ne subiscono l'imperio, e che pertanto parteciJ)ano della sua vita morale. L'organizzazione adunque, pii:1che causa di progresso morale operaio, è indice ciel medesimo. Se così non rosse, basterebbe la partecipazione in massa. del proletaria.lo allo assemblee delle sue assoclazioni 1 perchè se ne ele– vasse il lh•ello. li vero ò invece ehe 1 anche fra quelli che ,•i pnrteciJ)ano, solo una minima parte - una élite uell(I. élite - attestano di un tipo etico superiore; cd nnzi 1 oltre un certo limite, l'aumento del numero del soci c!iviene causa di debolezza all'organismo sindacale. 11 Racca è però ingiusto nel negal'C assolutamente ogni ,•irtualità. creativa al Sindacato. D'accordo nell'at– tribuire la più parte dei progressi morali alla. variabilità. individuale e al comples~isslmo e spesso incosciente in– crociarsi delle relazioni tra uruuo ed ambiente. Non si

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