Critica Sociale - Anno XIII - n. 5 - 1 marzo 1903

7G CRITICA SOCIA UJ scgnnmcnto " oggelth•o " nl quale è informata la scuola. moderna. nrcltJo un privilegio e una contraddizione. ~o ò un curso di morale che si ,·uole attruerio la morl\l0 <"Attollca,non ò Il maeitro che la può impartire, ma Il padre o la rnadre culla virtù dell"esemJ)io, la.quale ò ben 1>iì1efficace della meccanica enumerazione dei dicci comandttmontl. ~:ppoi, quale risultato ~i può SJ)ernrc anche da que!lt0 Inta, im1>onendo a un mne,tro, che non ci crede, di in• stillare nello giovani menti In morale cattolica inse– gnando il CAtechiilUO? Per In sinceri ti\ della scuola adunque si sOJ)prima l'in• RC1.puunontodel cntochlsmo. I padri che lo ,·ogliono possono mnndnre I loro barnl>lni in sacrestia, a scuola l\uitn. :i. Integrare, con una mi!lura cli ordine generale e permn11011tc,l!Lscuol1Lcolla rorcziono scolastica. Noi qunl'tieri o noi ceutrl JlO\'eri i clericali ·riescono ad attirare I bnm1Jlnl dello classi povere dando loro, oltre nll'istruzione, IILcolazione, gli abiti, le scar1>e, i diver• timen1i, il tcntrino, gli strumenti musicali, ecc. Orbene, qui in Homa, l)er esempio, vediamo che, h\ dO\'O si apro una scuohL comunale, gran 1>arto degli alunni di ..crt,rno la scuola clericale, o gli educatorii (011cm del 1>alronali 1 soncnuta con 70.000 lire dal Co· muno\ nel quali si dà una refezione ai bimhi 1 hanno circa 1;111 quinto de~II alunni della scuola alla quale !ì0nO anne.3!11. A Collo Val d'Els~ do,·e l'amministra• zione socialista da vart anni distribuisce la refezione scolastica e, contiuuando i miglioramenti introdotti dal• l'amministrazione moderata precedente, possiedo scuole modello, 110i<sun paclrodi famiglia contravviene alla legge, perchò tutti I ranciu\11 del Comune vanno allo scuole 1rnbltliche. ~i 1mò, dunque, ancora in Italia e con relath·a raci• lifa \'incero In. concorrenza della scuola clericale; è 11eces.rnrloperciò che la refezione scolastica di\'entì un servizio pubblico {lmolrL socinllsta. l'ha da parecchi anni) pe1· il quale sin stn11ziata uni~ somma enumerata trn lo speso obbligntorle. lla i daunri? I 1Jf\u\ dolio Congregnzioni religiose e dello Conrratçrnlto ))Ossona sopperire a gran })arte della l'iJ)eSR, Delle Congregazioni religiose ho già detto. Quanto nllo Conrraternltc, e•dsto una legge che ne consente In tra.srormazlone. EisO 11011 possiedono quanto il Cris1•i si ripromotte,•n da quelle di Homa, ma, secondo una stati• stica ufficialo rlel I 87, per 110\'0 compartimenti del Regno, sopra un totnle di 13.216 Confraternite, ,·e n'erano G7:?;:. con un patrimonio che dun un"cntrata di L. 5.971.i.;)70, e G-HH, senza patrimonio, con un'entrata di L. 823.776. f: adunquo c1ualcosa J>0r del Comuni che tirano il flato coi denti. Anche nel ca.so dello Conrraternite lo spirito della. legge 17 luglio 1890 ora <1uello di volere la cessazione dello Conrraternito o li~ trnsrornrnzione dei loro beni, sostituendo nuO\'I enti nutonomi di beneficenza alle ,·ec• chie rondnzioui racchiuse nello Conrrnternite, salvo il rondo nece~snrio per lo !IIJ)0se di culto. Invece, valendosi dolio. dizione 11011chiarii dell'1u·t. 91, la magistratura Jlha interpretata in scuso restritth•o, e In legge non ha sin qui cinto cho scarsi ri1rnltati, specialmente J>cr In resistenza 01,poda dallo Confrntoruito stesse all'azione dei l'roretu o dolio rap1Jresentanzo locali, chiamate a dar pnrero Intorno nlIn con\·enienzn della t.rasrormazione. E ))er In leggo 20 luglio 1800 1 che ))ro\'Vede,•a all 1 in– demanlamento del beni delle Confraternite II romano w per tnnta J>arte qunnta occorre\'& alla Congregazione di cnrità dl noma per .le ~pese di beneficenza, la giuri· s1>ruden1.a l11nitò questa R))plica1.ioue radicate, facendo fttllire lo SC0l)0alla legge. Ma oggi la lrnsrormazlone delle Confraternite è sot– tratta alla maglstr11tura ordinaria e al Consiglio di Stato, e riserbat.'\ nl Oovcrno con J)rocedlmento in vi~ ammi– nistrath·a, e, secondo lo Schanzer (1), quelle non 11: romane" sono tutte tra!trormabill In rorza della legge esistente, anche se, 1>rinto una prima volta dei loro beni, ne hanno In 8eguito ACqulsitl di nuovi, e nel senso che, non solo lo renclilo - come Interpreta la pratica ammi• nistrntivn. - ma nuche I beni, nella misura dei bisogni da soddisfnro, JJMslno dullo Confraternite ai nuovi isti– tuti. Cosl hn 011!nnto nncho il Con~iglio cliStato. Quanto allo Coufmtornlto di 111,om fondaziouc, lo Sehanzer ri– tiene non trovino ostacolo nolln legge, ma è da \'edere se l'iSJ)0ndn allo SJ)lrlto del nostro diritto pubhlico favo riro o permettere IIL co.,11tuzlono l':r-1101:0 di enti ai quali lo tendenze della moderna legislazione Ci\'ile sono ma– nircst11mentocontrarie. E per lo Congregazioni II romano .. lo Schnnzer ritiene che la legge che le colpì abbia esau• rito il suo effetto coll'u\'cnuto Indemaniamento dei beni o elio quindi, so O.i.SO ric ostituissero il loro patrimonio, occorrerebbe una nuova. leggo per indemaniarlo nuo– ,·amente. Ora, se In !egge ha lrovato così scarsa applicazione sin qui, non c'è ragione 1>orchè le amministrazioni co– munali socialiste che si vengono formando non se ne debbano avvalere. t: ,·ero che una delle singolarità. della legge è di non dare l'Iniziativa per chiedere la trasror• maziono allo amministrazioni locali - ed in ciò la legge andrebbe riformata - ma Intanto esso potrebbero rare urgenza sui Prefetti, come già la reco con sua circolare Il Governo, perchò e.,sl la pro1>011gano. E giò. la Congre• gaziono di cnrità cli Imola, amministrata dai socialisti, ht\ in fin di dlccmUro chieito che siano incorporato nel– \lOporn !'la 11. 111ru11zh, n\Jbandonatn. 11 12 Courra.tcrnite che hanno un 1mtrlmo11lo di oltre centomila lire. 4. lnf\ne, daro maggior incremento ed niuto econo– mico nllo Unl\'ersitò. J>OJ>Olnri o alla scuola popolare quale ò in ,•la di attuazione por opera della sezione insegnanti della Cnmora del la\'oro di Milano, collegando più strettamente que.ito istituzioni alle organizzazioni proletarie, alle Coo11c1nti\'e, 1>erchè trovino piì1 facil– mente aiuti o frequentatori, e meglio rispondano ai bi· sogni lntelleUul\11 dei luoratori, sl da preparare in esse le forme di tra1uuso dalia scuola di Stato alla scuola Ideale. . . . Questi 1>r0V\'Cdiment1 1 che sono già nella nostra legi– slazione, servirebbero di 1>re1>arazionoo di aniamento alla separnzlouo della Chie!a dallo Stato e alla soppres• siano del bilancio del culti. Che quost/L misura non 1>ossavenire che per ultima lo dimostrnno I pregiudizi o lo resistenze degli stessi uomini avanzati dCllll. borghe.,in. Discutendosi Il bllnnclo dei culti in rrancia, in una seduta della fino gennaio 1003 1 il primo ministro Combes suscitò lo Ire del suol ste~si nmil!i rndicali, perchè, ripe• tendo gli argomoutl di Dnnton o di Hobes1>ierre, disse di " uon credere che la maggioranza dei francesi possa I') \·ed1 Il bc-Ululmo 1110atutllo: IA ,,.a,•fol',,.a.:ione delle Confra• t,nw, i llonia, Yr11.te111 Ca1111.cc1111 1 J8ff

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