Critica Sociale - Anno XIII - n. 5 - 1 marzo 1903

1h CRITICA SOCIALE 75 nuove, che la concezione ultramondana dell'origine della ,•ita. è ivi battuta in breccia dall'insegnamento delle scienze p9sitive 1 e che la ginnasti'ca della mente ,•i è 1>ii'1 libera e più sciolta dagli impacci dogmatici dei 1>re• cettori. ~ppoi, forsechè la soluzione proposta. dal Berth sa– rebbe possibile oggi? 'È vero che si vengono già. formando·· i primi elementi <lella futura scuola, colle Università e le scuole po1>0lari organiizato presso le Camere del lavoro e le Federazioni operaie, ma è assurdo pensare che esse J)Ossanod'un tratto assumere la funzione della. educa– zione pubblica, così come non potrebbero dall'oggi al domani succedere alla gestione privata della produzione. U meglio quindi che 1·esti da fare è procedere di un grado, sottraendo intanto ht scuola al clero e affidanclola allo Stato. ì\Ia per ciò è 1>iùche nrni necessario che lo Stato si democrafow,i sem1)re più e sia sotto il controllo vigilante ciel proletariato, ed errano perciò quei repubblicani che vorrebbero risolvere il problema anticlericale senza aiu– tare ogni giorno la democratizzazione lenta dello Sta.to, per attuarla d'un tratto quando si sa.rà. verificata la loro pregiudiziale. \'JIJ. -- I 1>rovvodinu_•11Li. li còmpito della borghesia <lemocratic,i quindi e, su.ssi– dial"iamente; del proletariato dovrebbe avere questi ob– biettivi diretti, in ltali{t.: t. Ridare un'applicazione pratica alle leggi sop– pressive delle Congregazioni religiose do! 1867, confor– mandone allo spirito la lettera, perchè 110nsia possibile alla magistratura, sempre in arretrato allo spirito dei tempi, interpretarle in senso restrittivo e consentirne l'elusione continua. La funzione socialmente utile delle Congregazioni re– liitiose è oggi esaurita. La beneflcenza 1 che ne fu lo scopo primitivo, va. 1rnrdendo certi caratteri antichi, le moda– lità sue si vengono trasformando, o, a mano a mano, essa viene perdendo il carattere cli elemosina in q_uei rami nei quali è ancora necessaria, per assumere quello di servizio pubblico. Non c 1 è ragione che alle Congngazionl religiose, il cui fine ultimo, evidente, confessato, è il proselitismo cattolico, sia riconosciuta. la personalità giuridica come alle Congregazioni di carità, alle Cooperative, ecc. 1 che hanno una fltnzione necessaria in annonia coi bisogni attuali. Ora, è ve1·0 che queste Congregazioni la personalità giuridica. de Jure non l'hanno, ma ò un fatto che esse godono tutti i vantaggi del riconoscimento colla mano– morta ,lei beni, mentre 11011 ne subiscono gli oneri, con– sistenti nella vigila.mm dello Stato sull'applicazione degli stn.tuti e sulla gestione :unministra.tiva. i: quindi cloppiamente legittimo farle rientrare nella legge che le sopprime. Non solo; ma, in un JH\ese poYero come è tutto1·a l'Italia, nonostante il suo incremento economico, con Comuni così indebitati, come ad esempio quello di Roma, un potere così ricco quale ò quello del clero regolare ha facile la prevalenza. colla scuola e le 0JJere cli bene– ficenza, fino a che lo Stato non sia in condizione da poterlo surrogare pienamente. È del pari legittimo che i milioni, rappresentati dagli immobili possccluti dallo Congregazioni e destinati ori– ginariamente ad opere di beneficenza e di educazione, contiuuino ad avere la stessa destinazione, ma. con cri– teri più razionali e meno l)Cricolosi. L'incameramento dei beni ha precedenti in Italia. e in Francia, ed è un'applicazione, })Cr analogia, del JJrin– cipio dell'espropriazione forzata. per 1rnbblica utilità, e per una necessità etica che ba un Yalore di utilifa so– ciale ben superiore a quelio di una stracla o di una ferrovia. La borghes!a non può quindi opporvi il sacrosanto di– ritto di 1>roprietà che coll'applicazione di quel principio ha Yulnerato. 2. Lnicizzazione della scuola pubblica, piena o sin– cera. Per quanto si vada radicando nel!a coscienza pubblica il diritto sempre pili ampio della collettività di occuparsi clell'allevamento e dell'educazione dei suoi membri (e sotto la J>re.ssione delle necessità economiche essa è costretta ad occuparse1·e sempre pili, ad esempio colla istituzione delle stanze di allattamento e degli educa– torii per i birubi delle operaie che passano la giornata all'officina; ed in questo caso anche la borghesia indll· striale, individualista, difendi trice della. fitmiglia, approva!) e per quanto cotesto dil'itto restringa sempre pii1 i diritti e le funzioni dei genitori sui figlioli, pur tuttavia par– rebbe ancora una troppo grave violazione della libertà. individuale sopprimere interamente la facoltà. nei J)adri di far frequentare ai loro figliuoli una scuola diver:ia da quelle dello Stato. I~sia. Tanto piì1 incombe l'obbligo allo Stato di vin– cere nella concorrenza la scuola clericale e di non la– sciare che la scuola comunale e la scuola go,,ernativa, per la qualità. cloi loro insegnanti e per la natura del– l'insegnamento, siano in fondo una succursale di quella. J~d esse lo diventano quando un Comune ha il potere di non conferma.re dopo il biennio la maestra, di aprire il concorso e di nominare al posto di quella una suora che ha 10 stato civile alterato, che ha una patente di grado inferiore e che non ha. mai insegnato ('). Nelle scuole pubbliche dovrebbe quin(\i essere vietato in modo assoluto l'insegnamento a chi lui fatto voi/. che souo contrari alla naturn unrn.n:t, che vincolano la li– bcrtà. di chi li ha fatti, e pei quali il fine della educa– cazione si subordina it quello del proselitismo cattolico. Kon solo, ma dalla scuola si deve anche.bandire l'in– segnamento del catechismo religioso, riformando e ren• dendo pili chiara la legge del 13 novembre I85lJ sulla pubblica istruzione. Più chiara, ho detto, pcrchè già alcuni Comuni, quello di Cremona e di Milano ad esempio, ha11no ritenuto non essere essi tenuti ad impartire l'in– segna.mento religioso. Ed ò logico che sia così. Come e perchè si don-ebbe inscguare il catechismo religioso nella. scuola elementare 1rnbblicn, frequentata da figli di credenti e di non credenti? Come una Jlot– trina storica? e allora si dovrebbe allargare l'insegna• mento alla stori:~ di tutte le religioni. Nè la scuola ele– mentare è lo stadio più adatto per un corso siffatto. L'argomento è identico se si consideri la religione come una ftlosofla, una dottl'ina etica. O la si deve insegnare come affermazione religiosa, cattolica, dogmatica? Ed essa è in 0JJJ)OSiiionecon tutto il metodo positivo, di osservazione sperimentale, coll'in- (') QÌ1esio è 1iv1'01111tonel Comuno d1 \'lll/\dndli:o nel l'oles.lne. Il ministro della I'. 1., Interpellato In prOJ)OSlto, el dl(lhlarò lm1)0h~11io coutro 111 nomina, o dl~sc Il~ <1ue~11ono mer11O1·O1e di studio. ~Il si accerta elio la élrcolKrù dcll'on. mlnh11·0 Xnsl che O\.l\.lll1rnl 11ce!l:t.l1mdl <li tutto le ~cuole, d11lleelementari 111Liceo, a dt1r l'esame In tstuutl regi, n\.l\.lla tolto, ~olo In \)Uùsto 1irlmo u111H),1111 torio d! (IIUDlll allo 8éUOIC del gc~ultt. Ma Ò <lllCOr poco.

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