Critica Sociale - Anno XII - n. 19 - 1 ottobre 1902

CRITICA SOCIALE 297 luce Peflìcienza dell'ambiente economico-sociale; ma, questa non essendo da tutti egualmente risentita, è in ultima analisi ne1la variRbilità. individuale che deve trovarsi la spiegazione del fatto. Secondo 1'au– toro, si può ammett.ere che biologicamente e psichi– camente l'evoluzione umana tenda ad egua.gliare sempre piil gli individui; sarchbo questa tendenza cho originerebbe la tendenza aJl'eguagliamento mo– rale o sociale, reso possibile dalla attuale evoluzione economica, che altri effetti produrrebbe se invece la razza tendesse alla disuguaglianza. Senza una ori– ginaria d.isuguaglianza non si comprenderebbero tutti i conflitti cli cui si intesso la storia, non si com– prenderebbe come avente per sè l'avvenire il movi• mento di elevazione proletaria .. L'associa.zione, non essendo che uno strumento, Reguirà le sorti della evoluzione umana, ossia le alternative delle tendenze All'uguaglianza o alla disuguaglianza urtantisi noi soggetto umano, ed egual sorto seguiranno, nei vari tempi, a seconda delle classi, gli ideali figurativi dell'associazione. Ma questo scheletrico schema cle11econclusioni del lavoro del Lorenzoni non basta a dare una adeguata idea delle discussioni con cui ad esse si arriva. J capitoli sulle cause e sugli efl0tti psicologici e mo-– rflli dcJla. cooperazione agraria, connessi alle consi• derazioni etnografiche e all'influenza deUe tradizioni, non hanno nulla da invidiare per profondità di ve– dute alla psicologia economica tanto celebrata del Tarde. Ogni categoria di persone addette all'agricol· tura ò qui studiata minuziosamente nello sue abitu• clini domestiche, nel suo abitualo tenore di vita, nei suoi .bisogni più continui ccl urgenti. Vi sono pagine concernenti la psicologia del con• tadino o ciel piccolo proprietario rurale, che dovrei.). boro eas er fatte conoscere ad ognuno, che voglia suJ serio dedica.re la sua attività all'organizzazione degli aut entici lav oratori della terra. .L'autore ammette che senza dubbio lo sviJuppo ulteriore della tecnica agraria spingeri\ sempre più H.d introdurre regole collettive, ma avverte del pari che " cli certo il contadino non s'Jtcconcerà ad esse se non a poco a poco, clopo averno bene ed a lungo esperimentata la necessiti\. In fondo, di necessario alhL sua esistenza egli non ha che il suo campo e le sue brncoia; salvi questi, egli potrebbe pensare sprofondato il mondo circostante e pur continuare ad esistere. Così quel contadino francese arava su– perbamente il campo mentre intorno a lui le palle fischianti decidevano i sacri destini della patria ,,. li contadino è restìo alla. novità assai meno per mi– soneismo n1>rioristico che per una giusta diffidenza, che in fondo è la stessa essenza elci metodo scien· tifico. " Oli è che i contadini vogliono ca1>ire,perchè si tratta del loro sangue, od a capire ci vuol tanto nrnggior tem1>0quanto più a lungo venne trascurata 11oducnzioue dell'intelletto. Ma noi crediamo che nncho il progresso dei contadini debba alla fine essere 01>era.loro proJ>ria. ,, Capitoli magistraJi sono 1n1ro quelli sul.la coope– razione agraria nei suoi rapporti con l e clas si eco• nomicho non agrarie. J~ questo uno degli aspetti più interessanti della lotta o concorrenza tra le classi. Si tratta nientemeno che ciel problema., intorno a cui ancor recentemente versò non piccoli sfoghi atrabiliari la liberistica mota.fisica pantaJeoniann. " So l'associazione è un mezzo per diminuire uno sfruttnmento e anche per attuarne degli altri; ae ogni classo 11011 tendo solo a respingere lo sfrutta• mento altrni, ma a metterne iu opera uno a 1>roprio vimtaggio, e se la concorrenza orgimizzata tra le classi non basta a sah•arle dallo sfruttamento cli una particolnrmente favorita. dalle condizioni economiche, od nitre che siano, non clovrebbcsi cercare fuori. delle classi un correttivo superiore?,, L'autore, che ha. spinto alle loro ultime conseguenze i teoremi dell'Economia pura e che perciò nell'im– presa privata e nella politica non vede due termini antitetici, ma due effetti clellc medesimo leggi del calcolo edonistico regolante la co ncorrenza ed il va• loro, risponde: "Una cosa pa.re certa· che, se lo Stato mp1>resent1Lanche un a forz a in sÒ, esso è so– pratutto una emanazione della lotta fra le classi; e gran parte, se non tutta, la sm~politica non l'ispirò, non nel passato, non nel presente, ad un ideale so– ciale superiore (dove dovrebbe poi pescarlo un ideale, che a. tutti sembrasse veramente tale?), ma alle relazioni di potenza fra le classi. Pare perciò che non si possa dar opera efficace n. moderare gli sfruttamenti, se non entrando direttamente nella lotta delle classi, sì da favorir quella, che, a pa.rore del· l'agente, sembra la pili moritcvolo, o che la <limi· nuziono cli essi non si avrà. so non in seguito a una. approssimativa equiparazione economica dello classi sociali, ossia ad un progressivo elevamento dello classi inferiori. ,, Cosl l'obbiettiva e serena applicazione scientifica dolio leggi ciel valore ai fenomeni della politica di clllsse, e ai redditi monopolistici che ne conseguono, mostra che quei liberisti, che 11011 vogliono si 1>arli cli lotta di classe, fanno l'interesso dei vincitori del· Poggi, mantenendo sui loro trofei un velo ipocrita. cli giustizia 1 e legittima la politica ed il metodo del partito socialista. Anche la questiono agraria interna, con l'acuta analisi della lotta tra l'agricoltore proprietario, cho tende a sopravalutare la. terrai o l'imprenditore agri· colo 1 che tende a sottovalutar a; e del modo con cui la coo1>erazione agraria entra ccl agisce nel conflitto, determinanclo l'eguagliarsi del valore della terra al suo reddito netto ed, a seconda. dei casi, favorendo la piccola o la grande propriet.'l, meriterebbe qual• che cenno. Ma, oltre alla limitazione dello spazio, si oppone il fatto che, per giudizio di scrittori au• torevoli e competentissimi, ci troviamo di fronte ad un vero capolavoro d'un giovane modesto e buono 1 del quale il già detto de\'e bastare ad invogliare alla lettura del resto. La psicologia economica-, la scienza pura o la fede dei riformatori ne trarranno tutti un uguale ed im• menso giovamento intollettuulo. A bolla prima le conclusioni potranno sernbrnre troppo relativiste e sconsolanti. Ma 1 1mr prescindendo dal fatto che il vero non clc,·e e non può essere necessariamente piacevole, non deve forae la nostra piit nobile um· bizione consistere nel dare una scopo, un'impronta nostra a ciò che non può nvcrne una per sè, come demmo una finalità umana alle montagne estraon• clone i metalli e alle onde del mare col farne il SO· stcgno e il veicolo dei nostri scambi? Dott. A.NOf:Lo Cm;SPI. ORGANIZZAZIONE DEICONTADINI e resistenza dei proprietari Chinmato a discutere sugli effetti della organizzazione dei contadini, il Congresso socialista di Imola, dopo a\'cr mostrato con i fatti che i partiti J>Oliticin Italia vi\'Ono ancora di frasi, è stato co:;1trettoa rinunziare alla gra\'e discussione. Ecco dunque una 0s1>licita confessione dl Ignoranza e cli. impotenza. Come mai discutere dei rap– porti tra organizzazioni di contadini e J>roprietà.fondiaria, o Industria, e Stato o Comuni, quando in Italia una cultura politico-agraria è tuttora un pio desiderio? Ah, non era questo un argomento d'indole generale, a trat– tn.re il quale un qualunque conferonzier~ avesse potuto

RkJQdWJsaXNoZXIy