Critica Sociale - Anno XI - n. 21 - 1 novembre 1901

S22 CRI'l'ICA SOCIALE Jicen7,ituo ai torchi la conferenza, per una distrazione curiosissima dimenticava nella. penna l'errata-corrige. . .. Oggi, mò, i I pretesto alla scoperta del 111101:0 so– cialismo è il discorso pronunciato da Errico De )[a– rinis allo Scoglio cli J,'risio. Discorso essenzialmente radicale, con una lieve spalmatura cattedratica cli sociologia socialista; come radicale era l'adunanza, radicali, dalla prima all'ultima., le adesioni pervenuto. Nel che, diciamolo sul.lito, nulla. troveremmo da cen– surare. Se l'on. De Marinis, che fu già mazziniano e poi si disse socialista e si ascrisse al nostro Oruppo parlamentare, trova oggi più consentaneo al suo temperamento o alle esigenze ciel momento politico che l'Italia traversa. - sopratutto, come nota egli stesso, il 'Mezzogiorno d'Italia - aderire al Gruppo clell'on. Sacchi; egli, che per ingegno e pe1· coltura sarà sempre qllaleuno a qualunque Grup1>0si ascriva, s'ci pone così in pili immediato accordo la sua aziono politica e la. professione di fede, fa, fltto di encomi!,– bile sincerità. Ma. il suo torto - come già. notava P.A1:a11ti! - comincia quando egli presume prospettare l'evolu– zione, o in\'0luzionc che si voglin, ciel suo pensiero solitario, come e,•oluzione del partito o di una fra– zione dì partito - clì quel partito da. cui, per con– fessarla, egli fu costretto ad emigrare; quando, cioè, egli disegna como dissidio cld 1>Artito socialista, il dissido suo <lal partito ch'egli abbnndona. E il torto, 11011 sappiamo quanto volontario, della stam1>a bor– ghese, è di corrergli dietro nel qui7Jroquo colossale. Il Corrie,-e dell<i Ser<i (28 ottobre), per aver dette il De Marinis molte ragionevoli cose, rav"isa nel discorso la riprova dello " nccentuarsi ciel dissenso fra socialisti rivoluzionari e sociRlisti evoluzionisti ,,, e afferma che l'oratore, in sostanza., " non ha detto a Napoli se non quello che, pcr._csempio 1 va predi– cando il 'forati eia.alcuni mesi ,,. Non tiene conto il Corriet·e delle tro1>pe piì1 cose che noi seguitiamo ll. predicare e che il Dc :\farinis (se pur lo ha mai fatto) ha smesso di prcdicaro. La Stampa, (stessa dda) vedo nnch'cHsa nel discorso un sintomo della crisi socil'tlistn, o soggiunge con giovenile lirismo: " t tutto 1111moi;oprogramma, pratico e operoso, che l'on. Dc Marinis addita ai socialisti d'Italia: dalla riforma. tributaril\ alla questione lll't(>oletana, dalla politica interna a quella politica estera, da. cui fino a poco fa gli cstrc-mi (e perchè solo yli estremi, cli ymzia,? De .lfarini,Y, a buon conio, 11e accus<i egual– mente tutti i JJ<trlili) affettavano cli non voler occu– parsi. ,, Così, so cliumo fede alla. StamJJa, l'opern dei socialisti cli tutttL rtaJia, e napoletfmi in ispecie, che non solo, sulla. questiono di No1>oli 1 svilupparono lo stesso concetto - la necessità. di rendere Napoli cithl industriRle - mu 1>rc1>aranoa questo c0mpito il presupposto necessario colla coraggiosa campagna. 11101 alizzatrice, nella quale il De Marinis brilla per la sua. assenzn; quest'opera. non conta pili nulla. l~, per le altre (]nestioni il progrnmma minimo, l'aziono e In discussione quotidiana del partito socialista, ciel suo organo centrale, de' suoi deputati e progagan– t.listi, hanno cessato di esistere, se, a rinfrescarne il vigore, non venga " l'appello all'azione pratica n da un banchetto radicale! )Ceno male che In Stam1xi consente, non essere il discorso ciel deputato di Salerno, che " il programma di un pArtito di Governo radil'alc ,,. 1•: h~ Per:serc- 1w12a, alla. sua voltn, intitola i propria, commenti (30 ot– tobre): L(i com:ersio11e rii un socialista. Ma non solo l~rrico De Marinis confonde strana– mente la sua 1>ropria evoluzione con l'evoluzione del partito i egli ostruisce in <1uestocqui\•oco una specie di alibi al pro1>rio caso personale. [I caso De Marinis non è chiuso nell'ordine elci giorno elci Congresso cli B1bh tE r.a G1 1 B neo Roma; per un atto di cerimoninle pii1 o meno op– portuno non si escluse clal partito, coaccusato con lui, per esem1>io il norciani. Se 1>el])e Marinis nes– suna. difesa soccorse, neppure dei colleghi del Gruppo, gli è che, nel Gruppo e nel partito, egli era da lun– ,:;"hissimo tem1>0 una fronda staccata - non vogliamo dir disseccata. Ch'ei vi si trovasse a disagio non era. un mistero per alcun0j nel Grup1>0 si dimenticava. la sua esistenza; e cib facC\'11perfetto riscontro nlla. sua azione organizzatrice (do\'rcmmo dire -i11azio11e) sia a Napoli, sia nel suo Collc~io. Om egli assevera cli " non essersi mai inteso così forte e in buona. compagnia come dnl giorno della scomunica"; glie lo crediamo sulla 1>arola, perchò lo sapevamo anche prima; forte nel suo Collegio, cho non è socialista e ch'egli nulht fa perchò lo diventi; in buona com– pagnia, perchò nella esclusiva compagnift dei rodicali, che possono venirci collaboratori i11 talune difese e riforme, ma che sono avversarii clel socialismo. . .. 'l'utto ciò - ripetiamolo anche una. volta - non snrebbe, per sè stesso, alcun male; il male è nel– l'equivoco che il discorso alimenta, che la stAm1>a borghese raccoglie. Ma.l'evidenza dello cose lo sventa. Perchò, se la. tcndenza 1 onde il deputato cli Salerno si professa. campione, fosse una tendenza socialista; fosse " quel carattere evolutivo, legalitario, che ap- 1>arecome la formazione SJ><mlanea, della. vita del socialismo nel secolo XIX " in nntagonismo al" ca– rattere originario di ribellione violenta ,, ('); questi\ tendenza. ò ap1>t111to quella che trionfa nel partito, che ha per sò la. enorme magg:ioranza. del Gruppo pal'lamentarc (se il " ministerinlismo ,, è buon indice, i quattro soli clis8idcnti si sono, per recenti mani– festazioni, ancom assottigliati), che trova plebisciti cli adesioni per 1·eferemlum e quotidiana espressione nell'organo ccntrnlc. Come? Per affermare meglio cotesta. tendenza, l'on. Dc Marinis si apparta eia co– loro che la propugnano e si sente u pil:1 forte ,, nelle braccia degli av,•ersarii? Curiosa idiosincrasia! La. verità è che lo spolvero di sochLiismo, cho ri– nume nel discorso di Napoli, non ò che un omaggio alla decenza, un alibi, lo ripetil'tmo, per coonestaro un trapasso, il quale, francamente dichiarato, non avrebhe alcun hisogno di giustificazioni mendicate. Non assc\'era lo stesso De Marinis che il socialismo, ch'egli segue, non è altro che " il tradizionale par– tito radicale, rinverdito e rimodernato 11 ? Moltiplichi pure gli oggettivi, essi non snaturano l'essenza del sostantivo. Perchè non basta, a confondere socialismo e radi– calismo, constt1tare, come fa ìl Do Marinis, che il socialismo si è evoluto dalla. violenza e dall'esclu– sivismo primitivi. Verissimo: si è evoluto e si C\'Olverà ancor meglio, perchò è cosa vi"a e attiva, e non è mummia o cristallo. La correzione - confessa il De Marinis - cominciò per opem dello stesso ~forx e dell'Engels i quali non erano, che si sappia, elci radicali, nò clegli avviati a diventarlo; ed ancora è dn chiedersi se l'evoluzione del socialismo non fu, e non continua ad essere, più che correzione di sò stesso, correzione dell'ambiente in cui esso si muo,•e, e alla quale esso, movendosi, contribuisce. Anche questo confessa Dc ì\farinis: " La lotta cl'in– teressì tra. la. borghesia e il proletariato aveva. cam– biato carnttere; il suffragio popolaro e il parlamen– tarismo si allargn.vano i una. nuova. Jegislazionc n. pro del lavoro s'iniziava; lo Stato diveniva trasfor– matore. ,, Potrebl>c aggiungere che le monarchie mutavano carattere anch'esse, qua. e Ià 1 più o meno, diventando poco dissimili alle stesse repubbliche, 1>el (') Togllnmo 1(1CIIAzlonl dAI Radkal, di NA!lOII,Che dà 11 (calo completo. e dolllllnmo ertdere es11tto. <1oll'111toeuz10110 dcmart11la11R.

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