Critica Sociale - Anno X - n. 19 - 1 ottobre 1900

CRITICA SOCIALE 291 è comune, molte vie possano accostarci alla meta. Fu anche qui il fallimento della formula guesdista che, a furia cli ridurre il socialismo su un sentiero angusto, finisce per paralizzarlo e per evaporarlo, chiudendogli entrambi gli sbocchi: Jo riformo e la rivoluzione.(') I~ della fede nel lavoro davano ir1tanto un bel sagofo gli stessi congressisti, nssidui nlle sedute Jun– ghi~sime, diurne e serali, attenti alle discussioni che si incalzavano. Operai, che mai non videro Roma, che forse non ananno occasione cli tornarvi pii1 mai, at– tesi la mattina del quarto giorno alla consueta offi– cina, si tolsero financo il piacere cli avere visitato il Vaticano e il Colosseo, pur di non marinare un fram– mento di seduta. Ah! gli ignobili sfruttatori ciel soldo elci compagni ingenui, come vanno sbraitando le gaz– zette capestraiuole ! . . . Quando manifestazioni !:dfl'attohanno luogo, esse hanno virtl1 cli riclcstal'O improvvisi " accessi di co– scienza nelle classi capitaliste. Allora è un'efflore– scenza, ,~ci giornali l)orgh.osi, cli.articoli resipiscenti, nei quali si afferma che il nemico ò allo porte, che l'accidia è un delitto che lo classi dirigenti hanno alti doveri da comPiere verso i lavoratori. AIJora Vi Ilari sfodera dal rruardaroba il suo tarlato stendardo cli un pRrtito cons~natoro-libernlc con intenti sociali, Oiolitti spolvera la sua riforma tributaria, e Sonnino, toccato dalla grazia, si converte e yropone la partc– ci1Hlzione operaia ai profitti dello 101prcsc. t un gioco nel quale il partito socialista non ha, ad oo-ni modo che da guaclagnure; se le promesse si itv~'erino a,:che in minima parte, benissimo, poièhò il partito socialista non è fine a se stesso; so restano promesse, come è lor cosh~me, il pàrtito ancora se ne avvantaggia; la massa intendo onde soltanto può venirlo salute. rn com1)enso le stesse gaz~otte tentano. co~~olarsi della disciplina, doll\thnegazt0ne, della v1tailta che scorgono in noi, ignote ad nitri p:trtiti, ~sor_citanùo l'acume della critica sull'opera nostra. Chi ci trova rivoluzionarii irreclucibili, chi opportunisti marci, già. maturi ad entrare in un Ministero; gli uni ci accu– sano di porre in non calo il problema politico, gli altri cli non essere che elci politicanti i accorti e mal– leabili, sentenzia il Corriere clellc,Sera; cnergt~meni e suicidi, strillano le .Albe e le Sere; p_erquesti una Chiesa e un monologo (t); f)Cr c1uelh una Rabele tutta crepe che già si sfascia. l,e censuro si elidono e ne emer(!c l'intcf,ralifa e l'elasticità. della nostra azione di Partito, cl~c abbraccia. tutto il polieclro po· litico e sociale e sa piegare senza. frangersi. Fra le censure meno vacue, utrn vogliamo rilevare di Pietro li'ontnna nel 1'empo (18 settembre). In un ,ll"ticolo intitolato Nuoce tcmle11ze del socialismo -ita– liano il l<'ontana si donrnncla so, coll'azione cresimata (lui Cono-rosso a favore dei minuti Jll'Oprietari e delle C,.1opera'ìive di produ1.ione 1 il partito socialista non ritorni sul proprio cammino e, A.ssumendo e inte– "'rando l'azione dei tMrtiti democratici, non riesca ;cl attraversare in duplice modo il processo di pro– letarizzazione delle masse, e ad ammettere, parallela alla soluzione collettivista, una soluzione coo1>erativista o piccolo•borghese; illudendosi poi di inoculare il virus (') \'lccvcna Il Do11Jfar.;;W (18 11cttcm\Jro) 8<'0m\Jlcchcrn un articolo di rondo lnt\?so n ùlmostmro ohe gli ultimi gucsdtatt sono I aoc11111at1 llfllliml!! r-) Su i1ucst:, rltornc!I.:, (IOiia. CMt1w, ù<"llfl. U1·a11111.destll<W/(1, ccc., 1\Jlz;,mrr!ronsl a 11erdlnRto, a. l)ro11os1to del Cll81DO 31arlnls e uorclc1111, I glornall del partiti I ((unii, nonchò tll\1 loro uomini, ma benanco dR!,1'11 steut a,•versarl, non 1mt1acono verun nonconformismo di con• {lolla o di opinione. Pur aar('blJc' fKcllr 1lhnostr11rl)com(', irnchc In •111el du~ !,l'ludlzll o n('ll:t loro ,11,.crlml11nz10110(I fnmos.l due JM!SIe du<.' misure!), Il Congresso 1,orW u1u1 tc1111~ranza e una e,,uauJmllÌl ltHh:• V,)IIHlme. G no Ba o socialista in organismi che intimamente vi repugnano e son fatti per elidel'lo. Secondo il Fontana il partito non avrebhc ancora piena coscienza degli effetti di una. tale azione e dovrà. riprenderla in esame. Non presumiamo descriver fondo in poche righe a questi complessi problemi, cho in parte riflettono un avvenire lontano; ma, a chiarirne e insieme a limi– tarne la portata., uua franca dichiarazione ci sembra Oj)J)Ortuna. li partito socialista italiano non ha. fatto, esso, l'ftalia. Rsso l'ha troYata qunlo uscì dalle rivolu– zioni del 1848 e del 1860, diversa così di sviluppo, che in una stessa nazione coesistono varie nazioni, e in un medesimo istante vario epoche storiche si intersecano e si danno di gomito. Il pensiero socia– lista è un tutto organico, rifletto una situazione omo– genea. di progredito sviluppo capitalistico, è la filosofia elci proletariato già. fatto: ma l'azione socialista. non può prescindere dalle condizioni di ambiente e, dove un hialtts esiste tm il pensiero e le cose, deve in qualche modo colmarlo. Perciò non vi è affatto in.coerenza se, dove non esisto un partito democratico o la sua azione è fiacca. cd intermittente, il partito socialista no assumo an– che le funzioni. La sincerità, la fisionomia propria del partito è salva con quest~: che il partito socia– lista., dove è sforzato a c aricar si questa funziono non sua, non pretenderi\ cli fa.re Rltro da quello che fa, non gRbcllerà. quell'azion e pe r azione socialistu. 8sso sa e dice che il suo dovere consiste nello sba– razzare il terreno 1 nell 'agcvola.ro lo condizioni o gli clementi per quell'azio ne specific a elio gli è l'iserbata. Assicurare le liberL.\ elementari, debellare le ca– morre spadroneggianti, rompere le tradizioni di un ambiente feudale, scemare l'analfahctismo e la delin· <1uenza.,elevare non fosse che dì una linea il tenore cli vita. di una gente più vicina. al hruto che all'uomo, insegnare Puso e il valore del voto, no~ è certo ~J>era caratteristica cli un partito socinlista. L'ltalia in gc• ncralo non ha ancora supemto il suo Quarantotto po– litico, o in talune regioni attende ancora il suo Ot– t,1ntanovo. Ciò non toglie che, nel consacrarsi anche a questa bisogna, il partito socialista. non J}orti una visione dello cose, e quindi uo. metodo di azione, alquanto diversi d.t. quc!.J.iche vi porterebbe ht. democrazia borghese. La. previsione di una meta. piit lontana o diversa retroagiscc sull'azione ,Li dissochlmento, cli digrossa– nrnto, nella quale i socialisti surrogano i radicali. La. cooperazione socialisb.1, l 1 educazionc socialista dei piccoli proprietari coltivntori, è diversa anche negli effetti eia un·azionc similare che intraprendesse una borghesia illuminata. Di queste differenze, dopo espe– rienze piì1 mature, i futuri Congressi si potranno o~cuparc. ftht la massima ò quella· che ahbiam dotta; essa impone al p:1rtito una tattica varia. e complessa 1 una. azione multiforme, l'anclaturn di chi deve a volta tL volta saggiare il terreno su cui gli è giocoforza. tli c.rntamente avanzare. Se il partito, sugli inizii, po– teva temere, in questo lavoro, cli sbrindellarsi e di solvcrsi, oggi la. compagine e il carattere suo sono tro1>J>O snidi perchè possa nutrire alcuna csitanza. Noi crediamo che il Congresso cli Roma si rese honissimo conto delht. situazione; i suoi deliberati cc no son testimonio. J•:sso offerse al partito e alla su~ Direzione una. tessera di lavoro, da riempire util– mente non pure un biennio, nHL forse piì1 lustri. 1/im– portante ornmai è che nessuno sonnecchi e che tutti 1>roseguano a fare con la stessa mirabile lena con lu quale hanno saputo capire e discutere. t-k. Al rwossinw numero: Socialismo ed Agri– col tura di I. J)OKOMI.

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