Critica Sociale - Anno X - n. 19 - 1 ottobre 1900

290 CRITICA SOCIALE mescolato cli elementi usciti dai vari strati della bor– ghesia. Il fatto, se potò giovare a.Bamaggiore elevatezza delle discussioni, celerebbe tuttavia un pericolo, se il Congl'CSSO non avesse pron"edtito ad inocularsi il contravveleno; e lo fece sancendo la facoltà (e, in certi casi, l'obbligo) del referemlwn per le consu.lta– ,doni interne del partito. Misura, chi ben sappia usarne, cli portata vastissima, sulla quale ritorne– remo. Da notare che lo spil'ito istesso, posith•o e 1>ratico 1 prevalso nel Congresso nostro, contrassegnava, nel medesimo giro di tempo, le assise del proletariato germanico e internazionale. J,a nohisalicntc del Con– g-rcsso tedesco sta ncll'accctbda risoluzione di Bcbel, deprecata invano dalla ficm omhra dì Jiiebknccht, implicante le alleanze nelle elezioni a doppio grndo per le Diete locali. A Pal'igi le maggiori na.ì'.ionalitìL - 29 voti contro 9 - ammettevano, malgrado i furori dei gucsdisti e elci supcrguesdisti 1 la mozione Kautsky, proclamante essere questiono non cli prin– cipii ma di tattica, o potersi in dati casi autorizziu-e dal partito, la partecipazione (altro che allean;,;e !) di sociaJisti a un Ministero l>orghose i mentre si ri– teneva che il dogma dello 8 oro fosso, a seconda dei paesi, suscettivo di attenuazioni j e lo sciopero gene– rale veniva - pel momento - relegato un'altra volta negli spazi interstellari clell'utcipia. Roma, su (}ucsta via, presentiva o precorreva ![a– gonza e I>arigi. . .. Scrivemmo che la proclamata autonomia nella tattica non fu il solo indice del nuovo indirizzo. Sull'azione locale amministrativa, il Congresso si bilanciò fra le due estreme correnti: la corrente anarcoide, che rinuncerebbe alle provincie e ai Co– muni, pcrchè la legge vi inceppa improvvise radicali rifonne; e la. COl'l'Cnte J)ossibil-ista, per la quale la con(}uista dei corpi amministrativi diventa quasi fine a se stessa. Sentì inoltL'Cche, su questo terreno ap– pena scalfito finora, molto è ancor da lasciaro aJJc prndcnti sperimentazioni del (lartito. Limitossi perciò ad alcuni modesti consigli. Jn linea di tattica., affrontare risolutamente; anche mercè opportuno alleanze, Ja conquista dei consessi ammi– nistrativi; assumere la responsabili ti\ dei. poteri solo laddove si _ò sostenuti da una vera, cosciente o com– patta maggioranza olettoraJe; avere per mira prin– cipale l'autonomia; non farsi e non fare ad a.Itri grandi illusioni; ordinariammite (sono dunque am– messe le eccezioni) non entrare in Giunte e Depu– tazioni provinciali in unione ad a.Itri partiti che sian maggioranza, evitando così solidal"iefa d'a.zione pe– ricolose; formar sempre gTuppo distinto. In linea di programma immediato, raccomandò la rofoiiouo sco– lastica, l'appoggio alle Camere di lavoro e organiz– zazioni congeneri, l'abolizione dei daiii di consumo, l'adesione alJa Lega dei Comuni, l'appoggio al pru– getto Sacchi del referenclwn surrogato ai poteri tutorii, i Congressi di consiglieri socia.listi, i voti contro il da.zio cli frontiera sui grani, l'estensione dei servizii pul>blici, ragionevolmente però 1imit ,a.ta, giusta l'emendamento Leone accettato dal relatore Bonomi, ai casi in cui siano pili vantaggiosi poi consumatori che non le analoghe imprese private. Uno spirito di larghezza ancho maggiore informò– la discussione dell'azione economica. l!:ra questo il punctwn saUens del Congresso. ]>rcmcva. anzitutto che l'azione economica del par– tito fosse efficacemente intensificata. Vi provvide l'orcline del g-iomo Roina•Rigohi, rich.iamante i com– pagni all'osservanza clei doveri gi.\ sanciti dai Con– gressi precedenti e affidante alla. Seziono economica dclln Direziono (la quale asso1·bo per ora lo speciale " Segretariato economico ,, propugnato dal Cabriui) B10 uLt: <1 u1no o a una serie di poteri e di iniziative, che speriamo fer– mamente non rimarranno suUa carta. La necessità di non coinvolgere le organizza·tioni economiche negli scioglimenti e nelle repressioni poliziesche, e la preminenza assunta in Italia in questi ultimi anni dalle conteso preliminari di Jibortà,straniarono troppo il partito da un'a;i;ione economica intensa ed assidua.. Convien fare - dice Ja J>rovagamla - che le asso– ciazioni di mestiere, conta.dine ed operaie, pur non entrnnclo formalmente nel 1utrtito 1 ne sentano l'anima. Nulla gioverà tanto a fargliela. sentire, nulln sal– derà. pii1 intimamente il proletariato industriale ita. liano al partito socialista, q1ianto la connessa. azione popolare e parlamentare, dal Congresso unanime adottata su proposta KuJiscioff, pr,r una seria Jegge protettl'ice del lavoro delle donne e clei fanciulli. Su cotesti 1>unti1>otcannascere divergenze cli mo– dalità, non cli princi1:,io. Il partito marciava nel suo proprio alveo. Piì1 che cli discutere, si tratbiva cli faro. Un terreno assai pitt dul>bio era quello delle Cooperativo o delle riforme a vantaggio dei lliccoli IH'Oprietarii. Questi ultimi diti Congresso cliUologna erano stati in certo modo mossi alla porta del par• tito da un ordine del giorno Agnini. Secondo le tradizioni cla-ssiche elci socialismo, i piccoli proprie– tarii come tali non hanno da fare che una cosa: prepararsi a morire, por rinascere trasfigurati nel paradiso della società. futura senza classi. Quanto alle Cooperativo, noi stessi, in una serie cli articoli di questa Rivista, ci chiarimmo molto scettici circa l'O[)portunità pel 1>artito, oggi, itt Italia, di in~pe– gnarvisi a fondo C). l'onenclosi su un campo molto pratico, il Con– gresso causò le diffuse disputazioni dottrinali del Congresso cli Hannover. Stimò opportuno incoraggiare i com1Jagni, delle regioni interessate, a. proseguire i loro sperimenti, in quel duplico turingo, scortati dal cribrio socialista; ma non vi impegnava formal– mente il partito. Questa distinzione, fra azione de– mandata alh1.spont.anoa attività. elci contJXtgui o a:dono cli 1JCtrtito, parve verbale e bizantina a taluni critici. J~ssa non lo è affatto. Essa rispecchia ht differenza, che sta. nelle cose, fra ciò che è azione socialista vera e propria, e di indiscutibile vantaggio pel 1no- 1ctariato, e (}UClla che è azione sussidiaria e colla– terale, men sicura negli effetti, e che i socialisti si assumono non per effettuare il loro programma, ma por predisporgli ]a via. Anche c1ui la bussola fu il senso del relativo. I discorsi dei congressisti avcvan dimostrato, come in una vasta sinopsi, la immensa varietà di condizioni, cli possibilità, cli bisogni, cli tendenze delle varie regioni italiane. ])ove la Camera. cli lavoro non è ancora possibile, dove impera l1artigianato, dove la Ioga di resistenza sarebbe un controsenso, può scr• viro ht Cooperath•a; il piccolo proprietario rurale, proletario del domani e ()nasi dell'oggi, sudante a cottimo pcl grosso ()l'Oprietal"iosuo creditore, può dal– l'associazione per il credito, poi concimi, le sementi, le macchine, lo smercio dei prodotti in comune, ve– nire aiutato a.spingere lo sguardo al cli là del proprio muL·icciuolo, a apprc;i;zare i vantaggi del Javoro as• sociato e diviso, a intendere non solo il programma minimo, ma od anche il programma massimo del socialismo. " Vogliamo anche noi venir considerati proletal'ii ", gridava al Congresso un piccolo proprie– tario lavoratore del ?lfonf'errato; e la frase, se si presta al sorriso, non è priva cli senso, nè cli pro– fonditi). li Congresso insomma, schivo .di dogmi preconcetti, attestò la sua fede sopratutto nel lavoro di tutti, nel lavoro intonso e multiforme, opinando che, so l'anima () ... Tli!UTI: li llli-l'(l(J!Jk> dcli( Coopcratice. - CIUTIC.\ SOCIAI,►:' 1:197 i lllli:;'1110 :!:!11 21:, 1 2GI.

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