Critica Sociale - Anno VIII - n. 19 - 16 novembre 1899

CRITICA SOCIALE 300 E allora. dov'è la. contraddizione della. realtà colla Icaria mor xiata del valore, se già. Carlo Marx analiizò, noi mo ,;g,iificato ,·eale, le conseguenze portate, dalla. intenslftcazlone del lavoro o dalla riduzione della gior– nata, noi valore assoluto e proponionalo della forza lavoro! Udite Infatti il Marx: Se cresce l'intensità del lavoro, esa& rende nello 1le110 tt:mpo non ,olo maggiori prodotti, ma e.:iandio maggiore valore, provenendo l'eccedenu dei prodotti da una eccedenu di lavoro. La durata e la produttività. del Ja.voro essendo date, Il lavoro si realizza dunque in tanto maggiore valore in quanto Il suo grado d'mten– si1ò.sorpaSR11. quello della. media sociale. Nello stesso modo che il nlore prodotto da una giornata di 12ore, ad e!Sempio, cessa cosl di eMsere costante e divieue varlab!IA. no eegue che J)lu1valo1·ee valore J)O&so,io va– t·iare nello stesso semo, t'uno a lato dell'altro, in pro– t>01·.:io11e uguale od ineguale. La medesima giornata produce otto f,·anchi im,ece di sci 1 Allo1·a la parte dc(– foJ:>et·aioe queUa rlel capitalista ponono evidenlemenle t!le1..xo·1i 11ello, 1 e110 tempo da o·e f1·a,1chi a quattro. Un 1im1le aumento nel prezzo della forza lavoro non lmphra. ch'essa. sia. pagata al disopra del suo valore. U 1·,al:o di vre::o puù al contrario e11et·e accampa• gnalo da una diminu:ione di valore aUorchè l'eleoo– siotte del prti:o 11011 è .-unicienle pe.r compensm·e l'au• mento del <.-on.turno della for::a dt lar:oro. Si sa che i c1t.ngi1menti di produt.tivl1à, che iniluiscono sul valore della forza operaia, sono quelli relativi al prodotti delle Industrie che fanno parie della consumazione ordinaria dell'operaio. Al conh·arìo, ogui varia:ione nella gran• de:ia, t1ten1iva o inte111ica 1 del favoi-o, modifica lo 11essn vato,·e della for;a operaia, allorchè ,e ne accelera il conrnmo ( 1 ). Analogamente avviene quando si diminuisce la du– rata del lavoro, l'accorciamento della giornata di lavoro producendo in certi limiti una Intensità di lavoro ma.g• glore, sicchè si verificano cosi le circostanze analizute da C. Marx, per le quali si può con minore durata di la.voro avere la stessa od anche maggiore produzione di valore e plusvalore, rimanendo costante od anche aumentato Il consumo della forza. lavoro, e quindi Il salarlo normale. (') Ora, a. parte il fatto, ammesso dal Orazia.dei, che le riduzioni della giornata siano state concesse sotto la pre88ione della organizzazione proletaria {pag. 11"), a parte il tBtto che la riduzione viene soventi preceduta dall'introduzione di perfezionamenti meccanici che ren• dono più. intenso Il lavoro, il Mar.x dimostra in modo magistrale come avvenga la i,wm,ifica;ione del lavoro, per etretto della diminuzione della sua durata. I.' Colprogresso meccanico e l'esperienza accumulata di una classe speciale di operai consacrata alla mac– china, la rapidità. e l'intensità. del lavoro aumentano. 2.' Per legge naturale evidente, la.capacit8. d'azione di ogni tori& animale è in ragione inversa del tempo durante il quale esu. agisce, per cui, entro certi limiti, ai guadagna. in efficacia ciò che si perde in durata. 3.• 11 raccorciamento della. giornata dà un enorme impulso allo sviluppo meccanico, o.Ila economia delle spese, specialmente per la. materia prima, per cui si costringe l'operaio a condensare notevolmente il suo lavoro, ciò che non sarebbe possibile senza. il raccor– ciamento. (3> . . . B a questo punto che il Graziadei, il quale altrove ha atrermato elle il suo libro non è punto la critica 1 1 , Ca1)11nl, 1, pag. t!6, ~ oa_pua1, 1. pag. ,n.tt3. PJ Cop;tal, I, l)&g, 177, della leorif' ma.rxista. del valore, si &ttacca all'afferma– zione che la maggiore Intensità di lavoro, divenendo patrimonio ar.quisito delle nuo,•e generazioni, non può più. entrare in linea di computo, onde la contraddi· zlone si rivela più forte che mai nella teoria marxista del valore, producendo una stessa giornata ad epoche diver.10 un valore di grado diverso. Ma il Ora.ziadei qui cade di nuo10 in due grossi oqui,·ocl. Il primo equivoco sta In ciò, che il Marx, mettendo a misura delle merci la qua1llltà di laooro ,ocialmente nece11a1•io in una data epoca della produzione, non allude ad un& misura. metaftslca. che rimanga costante malgrado lo sviluppo della rorza produttiva. Infatti una giornata di lavoro di dm·ata cd i,itemità fisica uguale, ma. con mezzi di produzione diversi, in tma stessa epoca dà. sempre luogo a valore e plusvalore di quantità di• ,•ersa.Un tessitore, con metodi antichi, produce 10 metri di tela, un altro tesaitore, con metodi più. perfezionati, produce 20 metri di tela. Il valore e il plusvalore pro– dotti variano quindi secondo la produttività del lavoro, bencbà I&giornata possa essere rimuta costante per (lu,•ata e in1en1ilà jfsica. lnratti, nella teoria marxista., la mi,u1•a del valore col laooro é e11en%ialmenle di getiere soc,ale, e quindi variabile a seconda delle epoche, e non ò per nulla di genere costante, metaftsico ('). Non per null& Mar.t, nelle sue analisi del valore, pari& del lavo,-o1ocialmenle nece11a,•io, e non semplicemente della. quantità di lavo'!"O!Quindi non tra.ttasi di una intensità. di lavoro raffigurata semplicemente ,otto l'a,peUo /i,iico, materiale, m& di una. Intensità di lavoro raffigurata sotto l'upetto sociale. In secondo luogo, quando Marx scrive: e ove il lavoro raggiungesse io tutte le Industrie di un paese lo steBBo grado superiore d'intensità, questo diverrebbe il eraJo tl'mlensitù. ordinarla del lavoro nazionale, e cesserebbe di entrare in line& di computo»('), male lo si inter– preta se non si intende che, noi suo concetto, l'inten– silò. cesserebbe di entrare In linea di computo per ri– spetto al valore propor.:ionale delle merci cosi prodotte, ma non già. per rispetto al valore inte1uivo sociale di ogni giornata. Ct>nsiderata da sola e relativamente a giornate di minore o maggiore Intensità sociale in epoche diverse. Tam.'è vero che Marx soggiunge subilo: e Nondimeno, a.oche in questo caso, i gradi della ioten• sità. media del lavoro resterebbero dllferenti presso le divel'le nazioni, e modiftcherebbero così la legge del valore nella sua applicazione interna.zionale, la gior– nata di l&Voro più. intensa di una nazione creando più valore ed esprimendosi In maggiore moneta della gior– nata meno Intensa di &ltra nazione.> l'> Inoltre, come è noto, l'economia capitalistica. è ca• ratterizzata d11l tatto che la introduzione delle m&c– cbine e lo sviluppo della grande industri&, pure au• menlamlo la in1e,uità dtl lat."OJ'O, e quindi il vato,·e c1·ea10dalla (01·.:a laVOl'O, diminuiscono, per unità di prodot.to, In maggiore 1>roporzione il numero degli operai necessari. Perciò è curioso che un ecC1nomista moderno, come il Oraziadei, non sappia spiegarsi perehè il pror.zo dei prodotti specialmente industriali tenda. costantemente a diminuire. Ma tale obiezione, del resto, ferisco bon più. il sintomatico aumento del salario col conseguente aumento del profitto, come venne lumeg– giar.o dal Orazladei,· senza averne spiegata la vera. por. ( 1 1 Co1htot, I, 11ag. t!i. #) Co11Hol, I, J)II- t~e, colonna !. l') Ibidem.

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