Critica Sociale - Anno VIII - n. 13 - 16 agosto 1899

CRl'l'ICA SOCIALE lll'J espropriati iu gara con gli espropriati, continua– mente, pe1•deprimerne ancora le condizioni,e cosi avanti senza nessuna possibilità di salute, senza niuna speranza, non che di tregua, di minore pena mai, fino a che lo scoppio orrendo e universale della rivoluzione rompa con la sua fiamma livida il buio, tetro abisso dell'umanità, tutta squallida– mente proletarizzata! 1'ontno, vivace, pieno di vita, lieto e fidente in sii e nella sua forza, 1•iluttava ad una dottrina che, schematicamente considerata, rnta inesorabilmente alla sterilità tutti gli sforzi dei proletari per mi– gliorare la loro sorte tn questo 11wndo, solo es– sendo lecito riporre ogai speranza di appagameato dei bisogai umani nell'al di là della rivoluzione. cioè dopo il passo estl'8mo della morte. Tullo il resto vanità delle vaailà - inutile rumore e moti spasmodici di aoneganti, che ritardano e perciò rendono pii, crudele l'inevitabile trapasso I 1'onino, il buon Tonino, tutto percorso eia un gentile somo cli giovialità e cli solidarietà umana e di fraterna tollernnza, mal poteva compenetrarsi cli una clottl'ina che rileva di preferenza gli insu– perabili antagonismi tra i detentori del capitale ed i creatori ciel profitto, per sottacere o niegare le linee neutre e, magari, i porti franchi di interesse comune allo due classi in lotta. . • • Orbene, Antonio Graziadei, con ricerche lunghe e spassionate, crode di stabilire - e parmi vitto– riosamente - che la presunta necessità, in regime capitalista, della diminuzione dei salari e del pro– lungamento della giornata cli lavoro, sgorgante dalle viscere più profonde dell'analisi che la dot– trina marxista istituh•a intorno al profitto, non è che..., presunta. In realtà nelle economie capitali– stiche i salari reali aumentano ed in una propor– zione assai maggiore dei monetari, e all'aumento dei salari cor,·isponde generalmente una diminu– zione della giornata di lavoro. Non c'è infatti nessun confronto da farsi tra il salario e la giornata di lavoro di un operaio indiano o siculo, cioè dell'e– conomia precapitalista, e il s.lario e la giornata di lavoro di un operaio inglese od americano. Con ciò Graziadei non nega l'antagonismo f1·ail profitto ed il salario - ma sostiene che l"aumento del sa– lario, sia nella forma diretta di una espansione del consumo, sia nella indiretta di una diminuzione del lavoro, è nell'interesse stesso del capitalismo perché stimola la produttività dell'operaio, il quale, elevando le sue condizioni di vita e potenziando perciò le energie del suo organismo, diventa ca– pace di ottenere una maggiore quantità di prodotti. In ve,·ità si osserva che gli operai del Nord Ame– rica e dell'Australia, i quali mangiano di più e meglio degli operai inglesi, producono più degli inglesi; gli inglesi, i quali mangiano di più e me– glio dei francesi e dei belgi, prolucono più dei francesi e dei belgi ; questi mangiano di più e meglio degli spagnuoli e degli italiani e producono di più degli spagnuoli e degli italiani. Statistiche inoppugnabili dimostrano che i paesi, in cui la produzione complessiva e la produttività del la– vo1·0 è pit1iutousa, sono quelli in cui l'operaio è pagalo meglio, e generalmente coi salari più alti coincide la giornata più breve. La stessa introduzione delle macchine, che nella concezione pessimistica del capitalismo avrebbero avuto pe1· e/letto cli intensificare il lavoro, di ac– c1·escere la disoccupazione,di rinvilire i salari e di abbrutire i lavoratori, asservendoli ad un mostro di fel'ro in un'occupazione estremamente semplice, monotona, facilissima ad aquistarsi, escludente ogni attività intellettuale, storicamente ebbe, nei paesi a grande industria, risultati compiutamente opposti. li lavoro intensificato aiutò l'economia degli alti !!alari; la disoccupazione rimase stazionaria o re• gredì, assorbita anche dai nuovi rami d'industria resi necessari dal capitalismo, e quanto alla influenzo delle macchino sull'intelligenza dei la,·oratori, lc– Schulze-0:iwernitz così si esprime: La macchina liberò l'operaio da quolla eceessiva. di– visione del lnvoro che minacciava di trasrormarlo in un semplice strumento. I.!. divisione del lavoro si tra.– sferl dall'operaio o.Ila macchina .... Ciò malgrado, il la– voro non divonno più rllcilodi prima. La natura dol lavoro camhiò completamente. Invece di compiere un– srono muscolare, l"operaiodo"elte sorvegliare le ma.e• chine, compiere "ioò uno srorzo intellettuale.... La macchina,quanto pil\ divenne complicata., tanto più richiese, per parto dell'operaio, la comprensione de concetti tecnici in essa racchiusi. Inoltre vuolsi osservare che, menti-e prima il lavoro, fondandosi tutto sull'abilità manuale del– l'artigiano, non poteva mutare nell'essenza del me– todo di produzione, una volta che diventò mecca– nico, fu suscettibile di essere prodotto da un'infi– nità di combinazioni meccaniche diverse. Un ope– raio laYorando per trent'anni in una stessa fabbrica vede cambiare parecchie ."olle e radicalmente i processi della produzione. E OYVioche in tali con– dizioni l'operaio, per adattarsi alle nuove succes– sh·e modillcazioni, deve spostare le sue abitudini. formarsi un certo numero di idee nuove, romperla con quello spil'ito di ,·ou/ine che caratterizzava l'antica produzìone. L'educazione professionale tec– nica si s,•iluppa con immenso rnnt•ggio ciel pro– gresso intellettuale, e l'ope,·aio diventa facilmente esso stesso inventore di nuoYi processi e di modi– ficazioni ai processi in uso, e sente crescere il va– lore della sua persona di mezzo alla società in cui vive. * .. Antonio G,·aziadei continua la sua apologia del capitalismo grande industriale, che segna di fronte a tulle le altre forme economiche un'immensa su– periorità sociale e che fornisce all'intero processo della produzione, e mediatamente all'operaio che ne è il fatlore principale, coudiziooi generali infi– nitamente supe1·iori ! Questo elevamento psichicC' delle classi operaie permise ad esse di esercitare ancora uu·u1terior2, immensa influenza per elevare le proprie condizioni, organiuandosi e lottando contl'O la classe capitalista, lauto sul terreno eco– nomico quanto sul terreno politico. Dice il Gould, presentando i risultati dell'ultima inchiesta federai!' sul laYoro in Inghilterra e negli Stati Uniti:« Noi non sapremmo attribuire il principale merito della superiorità dei salari in America ad alcuna altra causa che non sia l"operaio stesso, il quale nou vuol punto lavorare per un salario inferiore a quelle– che gli permetta di Yivere ad un livello di vita elevato.» La Yolontà, l'organizzazione contribuirono così potentemente a migliorare le condizioni materiali dell'o,,e,•aio, spingendo il suo salario ad un livello più allo di quello assicuratogli dal processo spon– taneo od automatico delta grande industria. La lotta che i lavoratori impegnarono contro i capi– talisti, edurandoli alla solidarietà, conYertendo il loro istinto cli ribellione in una opposizione ragio– nala o civile, conducendoli,. colle occasioni e colle necessità, ad una conoscenza sempre più perfetta della costituzione economica, accelerò eno,•gica– mente lo sriluppo dello loro facoltà morali ed intellettuali.

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